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1 In Evidenza - 01 ago 2025

Dazi: Cia, bicchiere di vino mezzo vuoto


“Mai come oggi il vino è sotto attacco. Dopo l’accordo Ue-Trump sui dazi, l’impatto sarà totalmente svantaggioso per uno dei prodotti simbolo del Made in Italy: ogni bottiglia sullo scaffale in America potrà costare fino al 20% in più”. Così dichiara Cristiano Fini, presidente di Cia-Agricoltori Italiani, ricordando che gli Usa sono attualmente la prima piazza mondiale per il nostro export vitivinicolo con circa 1,9 miliardi di euro di fatturato nel 2024. ‘’L’accordo raggiunto penalizza di fatto solo l’Unione Europea: non si può, dunque, parlare di accordo positivo, essendo questo -di fatto- un accordo unilaterale’’, aggiunge Fini. Il comparto non è solo un’eccellenza produttiva, ma un vero motore economico per tutto il settore agricolo nazionale. L’introduzione di nuovi dazi su un mercato chiave come quello degli Stati Uniti avrebbe un impatto diretto soprattutto sulle piccole e medie imprese che hanno investito per anni su qualità, internazionalizzazione e sostenibilità. Ora tutti questi viticoltori rischiano di vedere compromessi i risultati raggiunti.

Per Fini serve un’azione politica forte e unitaria a livello nazionale ed europeo per indennizzare le nostre imprese dei maggiori costi che dovranno essere sostenuti per le esportazioni verso gli Usa. Queste risorse possono essere straordinarie o dovranno essere reperite nell'ordinarietà dei fondi comunitari, non interamente spesi. “Sarebbe un modo -dice Fini- per indennizzare le aziende dell'effetto dumping, che sarà superiore alle attese, considerando l'incremento dei costi lungo la filiera distributiva e la svalutazione del dollaro”.

A dipendere maggiormente dagli Stati Uniti per il proprio export sono i vini bianchi Dop del Trentino-Alto Adige e del Friuli-Venezia Giulia, con una quota del 48% e un valore esportato di 138 milioni di euro nel 2024; i vini rossi toscani Dop (40%, 290 milioni), i vini rossi piemontesi Dop (31%, 121 milioni) e il Prosecco Dop (27%, 491 milioni). Grandi numeri che i dazi possono scombinare lasciando strada libera ai competitor.

Per compensare l’effetto negativo dei dazi, Cia chiede anche di mettere in campo una nuova comunicazione sul vino, attraverso i fondi dell'Ocm promozione. “Bisogna fare meno leva su elementi classici come il terroir e puntare di più, invece, su concetti semplici e immediati, in grado di arrivare a quel target giovane che rappresenta il consumatore del futuro”.

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1 In Evidenza - 30 lug 2025

Agricoltura, Cia Abruzzo: “Manodopera difficile da trovare e ancora più difficile da trattenere”

CIA Abruzzo accende i riflettori su una problematica che sta diventando strutturale per l’agricoltura regionale: la carenza di manodopera per le attività di raccolta. Se da un lato è già complicato trovare lavoratori stagionali disponibili, dall’altro è ancora più difficile mantenerli operativi sul campo. In molti casi, i braccianti abbandonano il lavoro dopo appena un giorno, lasciando le aziende impreparate e senza alternative operative immediate.

“Ci troviamo in una situazione paradossale”, denuncia CIA Abruzzo. “Le imprese sono pronte ad assumere, ma i lavoratori, spesso selezionati attraverso canali ufficiali, si presentano e poi spariscono. Questo genera disservizi, ritardi nella raccolta e un incremento dei costi a carico delle aziende”.

Per affrontare questa crescente difficoltà, CIA Abruzzo ritiene necessario un cambio di passo che parta dal riconoscimento della complessità del lavoro agricolo oggi. Non si tratta più di un’attività puramente stagionale o improvvisata: serve personale motivato, formato, consapevole della fatica ma anche del valore professionale che questo settore comporta.

Una prima proposta riguarda proprio la formazione mirata: avviare corsi brevi ma intensivi, in grado di preparare concretamente i lavoratori alle condizioni reali del campo, aiutando al contempo le aziende a selezionare persone davvero interessate, riducendo così l’alto tasso di abbandono anche dopo il primo giorno di lavoro.

Per sostenere le imprese virtuose, diventa fondamentale attivare agevolazioni fiscali e contributive per chi assume regolarmente e garantisce condizioni contrattuali corrette. Questo consentirebbe di alleggerire il carico economico sulle aziende e rendere più competitivo il lavoro regolare rispetto a forme di impiego irregolari, purtroppo ancora presenti.

Un altro aspetto prioritario è quello dell'integrazione tra sistema produttivo e territorio. Serve una collaborazione strutturata con i centri per l’impiego, le amministrazioni comunali, gli enti del terzo settore e le cooperative che gestiscono i flussi migratori, affinché i lavoratori stranieri presenti sul territorio possano essere accompagnati verso percorsi di lavoro legale, sicuro e qualificato. In molti casi, queste realtà svolgono un ruolo cruciale nell’orientamento, nella mediazione culturale e nella formazione, ma restano escluse dai tavoli operativi.

Infine, CIA Abruzzo ribadisce l’urgenza di rafforzare i controlli sul lavoro sommerso e sul caporalato, fenomeni che alterano la concorrenza, abbassano la qualità del lavoro e minano la dignità dei lavoratori. Solo garantendo legalità e sicurezza sarà possibile rendere attrattivo, stabile e giusto il lavoro nei campi.

“La risposta”, conclude CIA Abruzzo, “non può essere solo lamentarsi della mancanza di braccia: servono strumenti, regole chiare e un sistema che valorizzi chi vuole lavorare con dignità, e chi offre lavoro in modo trasparente”.

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1 In Evidenza - 30 lug 2025

Dazi: Cia, conto salato per il Made in Italy agroalimentare. Più che un accordo sembra una resa


Più che un accordo, l’intesa sui dazi al 15% sembra una resa. Ora l’export del Made in Italy agroalimentare verso gli Usa (7,8 miliardi di euro nel 2024) rischia grosse perdite in settori chiave come vitivinicolo, olio, pasta e riso, caseario, senza ottenere niente in cambio. Oltre all’impatto diretto, si corre il pericolo anche di un grave danno all’intero indotto agroindustriale, con pesanti ripercussioni sull’occupazione. Così il presidente di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini, commenta l’accordo fra la presidente della Commissione Ue, Ursula Von der Leyen e il presidente Usa, Donald Trump. “Nonostante sia stata evitata la tariffa al 30%, resta una grande preoccupazione per l’impatto reale di questi dazi, ma prima di trarre conclusioni definitive vogliamo aspettare gli sviluppi dei prossimi giorni, con la definizione ufficiale delle liste doganali”, continua Fini.

Secondo Cia, il rischio concreto di un calo dell’export è molto alto, con danni a comparti strategici e un aumento dei costi per le imprese italiane, che tenderanno a perdere margini di profitto oppure a dover trasferire parte di questi costi sui consumatori, rischiando di ridurre la domanda nel mercato Usa. L’effetto combinato di dazi e fluttuazioni del cambio euro-dollaro non potrà che aggravare l’impatto delle misure doganali, traducendosi in costi aggiuntivi reali per le aziende nazionali e rendendo meno competitivo il Made in Italy.

Per il vino, gli Usa sono la prima piazza mondiale con circa 1,9 miliardi di euro di fatturato nel 2024. A dipendere maggiormente dagli Stati Uniti per il proprio export sono i vini bianchi Dop del Trentino-Alto Adige e del Friuli-Venezia Giulia, con una quota del 48% e un valore esportato di 138 milioni di euro nel 2024; i vini rossi toscani Dop (40%, 290 milioni), i vini rossi piemontesi Dop (31%, 121 milioni) e il Prosecco Dop (27%, 491 milioni). Grandi numeri che i dazi possono scombinare lasciando strada libera ai competitor: dal Malbec argentino allo Shiraz australiano fino al Merlot cileno.

Per quanto concerne il mondo dell’olio, il dazio al 15% rischia di ridurre la competitività dell’extravergine italiano a favore di oli più economici provenienti da Paesi terzi che godono di tariffe più basse, come la Turchia, il Sud America o la Tunisia. Come conseguenza, il consumatore medio Usa sarà indotto a utilizzare altri oli, come quelli di semi tradizionali (girasole, soia, mais). Al momento, gli Stati Uniti rappresentano il principale mercato extra-Ue per l’olio tricolore, con una quota di circa 100 mila tonnellate l’anno e un valore vicino a 1 miliardo, ovvero il 32% del nostro export. C’è paura anche perché questi nuovi dazi colpiranno trasversalmente tutti i principali Paesi produttori europei (Italia, Spagna, Grecia) con la conseguenza di un possibile eccesso di offerta sul mercato interno, che porterebbe a un deprezzamento generale dell’olio italiano.

Nel settore caseario, invece, i dazi colpiranno soprattutto i formaggi Dop come la mozzarella di Bufala, oltre al Pecorino romano utilizzato oltreoceano dall’industria alimentare per aromatizzare patatine in busta e altri snack. In pericolo anche pasta, riso e farine, tra i prodotti più amati dal mercato Usa, con un export annuo di circa 2 miliardi e quasi mezzo milione di tonnellate inviate oltreoceano. Anche in questo settore, secondo Cia, si rischiano potenziali ricadute occupazionali qualora i dazi non vengano mitigati con accordi o misure di sostegno.

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1 In Evidenza - 28 lug 2025

ColtivaItalia: Cia, adesso veloce approvazione Parlamento


Le risorse annunciate da Lollobrigida con il piano “ColtivaItalia” sono essenziali per sostenere le imprese agricole in uno dei momenti più difficili per il comparto. Auspichiamo, però, che il miliardo stanziato dal ministro trovi in Parlamento un iter veloce di approvazione che trasformi i finanziamenti in strumenti concreti ed efficaci, a supporto di molte produzioni del Centro Sud, come grano, zootecnia e olivicoltura. Così, il presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini, commenta il pacchetto “per il consolidamento e lo sviluppo del settore”, collegato agricolo alla finanziaria 2026, approvato ieri dal Cdm.

“In particolare -continua Fini- apprezziamo le risorse consistenti riservate a molte filiere produttive del Centro Sud in sofferenza. Inoltre, consideriamo molto importanti anche i fondi dedicati al ricambio generazionale e all’imprenditoria femminile, agevolando l’accesso alla terra e il recupero dei terreni abbandonati, anche in un’ottica di contrasto al dissesto idrogeologico e di freno allo spopolamento delle aree interne. Così come -conclude- restano cruciali gli investimenti per la ricerca e la digitalizzazione del comparto, in risposta alla sempre maggiore urgenza di soluzioni innovative per fronteggiare la crisi climatica”.   

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1 In Evidenza - 24 lug 2025

CIA Abruzzo: “Tagli pesanti e nessuna visione: la Regione penalizza l’agricoltura abruzzese”

“Mentre l’Abruzzo si confronta con un deficit sanitario fuori controllo, il settore agricolo viene nuovamente messo all’angolo, sacrificato come fosse un comparto marginale”. È questa la denuncia di CIA Abruzzo, commentando la recente variazione di bilancio regionale approvata dalla Giunta Marsilio.

Con la delibera del 23 maggio 2025, la Regione ha infatti decurtato oltre 6 milioni di euro ai capitoli destinati ad agricoltura e pesca, colpendo in modo trasversale interventi vitali per la sopravvivenza delle imprese agricole e zootecniche.

Nel dettaglio:

  • I contributi per i danni da fauna selvatica, destinati a risarcire gli agricoltori colpiti da predazioni e devastazioni, subiscono un taglio di oltre il 67%. Una decisione incomprensibile in un territorio già duramente provato da cinghiali, cervi e lupi.

  • Le consulenze tecniche per la zootecnia, indispensabili per la gestione sanitaria e produttiva degli allevamenti, passano da 437.000 a poco più di 167.000 euro, con una riduzione pari al 62%.

  • Il finanziamento al Consorzio di Bonifica del Fucino, infrastruttura strategica per l’approvvigionamento idrico e la difesa del suolo nella Marsica, viene ridotto del 61%.

  • Vengono ridimensionati anche i trasferimenti agli enti locali per gli investimenti in ambito agricolo e agroalimentare, colpendo le aree rurali più fragili della regione.

“Siamo davanti a una scelta politica chiara e sbagliata: quella di colpire il settore primario proprio mentre servirebbero investimenti strutturali e continui”, dichiara Nicola Sichetti, Presidente CIA Abruzzo, “È evidente che l’agricoltura, in Abruzzo, interessa solo come scenografia nelle passerelle istituzionali. Poi, nei bilanci, sparisce. Tagliare in questo modo significa indebolire l’economia reale, aggravare la crisi delle aree interne e voltare le spalle a chi ogni giorno lavora per garantire cibo, presidio del territorio e sostenibilità ambientale.”

CIA Abruzzo sottolinea come questi tagli non rappresentino solo un riequilibrio contabile, ma un atto politico che nega dignità al lavoro agricolo e alle sue funzioni sociali e ambientali. A fronte di una crisi climatica crescente, della difficoltà di accesso al credito, dell’assenza di una rete tecnica pubblica e del mancato ricambio generazionale, questa manovra è una condanna.

“Per questo chiediamo il ripristino immediato dei fondi tagliati, a partire da quelli per i danni da fauna selvatica, per la consulenza tecnica e per il sistema irriguo”, continua Sichetti, “Ma non basta: serve un piano pluriennale regionale per lo sviluppo agricolo, con obiettivi chiari, risorse certe e monitoraggio costante.
 

Non possiamo più assistere a decisioni prese sopra le nostre teste, senza confronto, senza ascolto, senza rispetto per chi rappresenta migliaia di aziende agricole abruzzesi. Non accetteremo che l’agricoltura venga trattata come un settore residuale. Senza agricoltura non c’è Abruzzo”, conclude, “E senza rispetto per chi lavora la terra non ci sarà futuro né per l’economia né per i territori.”

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1 In Evidenza - 23 lug 2025

CIA: “Sull’assegnazione del gasolio agricolo servono strumenti adeguati. Va adottata una piattaforma unica regionale"

CIA Abruzzo ribadisce con fermezza la propria posizione rispetto alle gravi criticità che continuano a colpire il sistema regionale per l’assegnazione del gasolio agricolo agevolato.

Nel corso dell’audizione alla 3ª Commissione Agricoltura del Consiglio Regionale, CIA Abruzzo ha evidenziato come i malfunzionamenti della piattaforma ABACO abbiano generato pesanti disservizi per le imprese agricole, impedendo la tempestiva assegnazione del carburante, bloccando le verifiche sui consumi e costringendo le aziende ad acquistare gasolio a prezzo pieno, con ricadute economiche insostenibili e potenziali rischi sanzionatori.

“Il gasolio agevolato è uno strumento fondamentale per la sopravvivenza e la competitività delle imprese agricole”, dichiara il Presidente CIA regionale, Nicola Sichetti, “ma oggi viene gestito con strumenti informatici inadeguati, che causano ritardi, confusione e danni economici. Non si può parlare di agricoltura moderna se il sistema digitale non è all’altezza delle esigenze del settore.”

CIA Abruzzo ribadisce quindi la necessità di una piattaforma informatica unica regionale dedicata alla gestione dell’intero processo di assegnazione del gasolio agricolo agevolato, in grado di assicurare:

  • tempestività nell’erogazione;

  • tracciabilità e trasparenza delle procedure;

  • riduzione della burocrazia per aziende e amministrazioni.

Una piattaforma unica rappresenterebbe una risposta strutturale alle inefficienze del sistema attuale, allineando l’Abruzzo alle migliori pratiche adottate in altre regioni italiane.

“È il momento di dotare l’agricoltura abruzzese di strumenti realmente funzionanti e all’avanguardia”, conclude Sichetti, “non possiamo permettere che disservizi informatici cronici penalizzino chi ogni giorno lavora per garantire cibo, economia e presidio del territorio.”

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News Cia Abruzzo

1 In Evidenza - 30 set 2021

Clima: Cia a Pre Cop26, salvare l’agricoltura che mitiga effetto serra

Il riscaldamento globale (1,5-2°C fino al 2050) sta compromettendo la salute del pianeta, l’equilibrio degli ecosistemi e la salvaguardia delle produzioni agricole, principale fonte di sostentamento alimentare per oltre 7 miliardi di persone nel mondo. In Italia, nel solo 2021, tra nubifragi e siccità, sono saliti del 60% gli eventi estremi e si è raggiunto il record di incendi, alimentati dal forte caldo, con più di 103 mila ettari bruciati in soli 8 mesi. Fiamme, maltempo e danni da parassiti, insieme alla crisi pandemica, hanno tolto quest’anno dalle tavole degli italiani oltre il 10% del cibo e procurato alle aziende agricole perdite economiche di svariati milioni di euro. Eppure, l’agricoltura è la più importante alleata contro inquinamento ed effetto serra. Da Cia-Agricoltori Italiani ai grandi della terra, riuniti a Milano per la Pre Cop26, l’ultima chiamata affinché i lavori preparatori per la Conferenza di novembre prossimo a Glasgow portino ad accordi fattivi e chiari, ad azioni concrete in grado anche di riconoscere il ruolo centrale dell’agricoltura mondiale.

Cia torna, dunque, a porre l’accento sulla rilevanza strategica della buona agricoltura che, pur subendo le conseguenze dirette dei cambiamenti climatici, mitiga l’effetto serra e riduce le sue emissioni (-25%), produce energie rinnovabili e biomasse (+690%), limita il consumo di acqua e di pesticidi (-27%), aumenta le superfici biologiche (+56%) e ha un ruolo fondamentale nell’assorbimento di anidride carbonica, giungendo a “sequestrare” circa 0,5 tonnellate di carbonio per ettaro l’anno.

Ancor più dopo la terribile esperienza dell’emergenza sanitaria, è il momento, secondo Cia, di riconoscere nei fatti il contributo straordinario che può dare l’agricoltura alla transizione ecologica, in grado non solo di sostenerne lo sviluppo, ma soprattutto di guidarne l’applicazione. Le imprese agricole italiane stanno infatti dimostrando, sottolinea Cia, grande senso di responsabilità e propensione al cambiamento, facendo spazio in azienda a ricerca e innovazione, soluzioni antispreco ed ecosostenibili.

“Ammodernamento delle infrastrutture fisiche e digitali, presidio del territorio e del paesaggio nelle aree rurali, cura del verde in città, introduzione di tecniche per la prevenzione e la difesa attiva delle colture e nuovi strumenti per la gestione del rischio, ristrutturazione delle stalle orientate al benessere animale e alla sostenibilità -commenta il presidente nazionale di Cia, Dino Scanavino- sono già le priorità delle nostre aziende che però, oggi, sollecitano incentivi anche in ottica di lotta al cambiamento climatico e Green Deal Ue. L’appello -conclude Scanavino- è alla concretezza. Questo ci attendiamo dalle istituzioni riunite a Milano”.

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1 In Evidenza - 25 set 2021

Food System Summit: Cia, insieme per sistemi alimentari più sostenibili

Lavorare tutti insieme per migliorare il modo in cui produciamo, consumiamo e pensiamo al cibo. Perché trasformare i sistemi alimentari globali in un’ottica più sostenibile, sana ed equa, resiliente e senza sprechi, rappresenta uno degli strumenti più potenti per compiere progressi decisivi verso l’attuazione dei 17 Obiettivi dell’Agenda 2030 dell’Onu. A partire dall’obiettivo “Fame Zero”, in una società dove ancora 800 milioni di persone sono sottoalimentate e dove, invece, la promozione dell’agricoltura sostenibile può fare davvero la differenza, per uscire dalla povertà e creare nuova occupazione, visto che fornisce mezzi di sussistenza al 40% della popolazione mondiale. Così Cia-Agricoltori Italiani, in occasione del Food System Summit, che si apre oggi a New York, nell’ambito della 76^ Assemblea generale delle Nazioni Unite, con l’intervento del premier Mario Draghi e degli altri capi di Stato e di governo.

E’ chiaro, tuttavia, che lo sforzo mondiale verso sistemi agroalimentari più green, resilienti ed equi, va sostenuto con politiche dedicate e risorse adeguate. In questo senso, per Cia bisogna: aumentare l’accesso al credito, soprattutto ai piccoli agricoltori; garantire l’accesso alla terra e fermare il consumo di suolo; investire in ricerca e nuove tecnologie, dalle tecniche di miglioramento genetico all’agricoltura di precisione; lavorare sulla formazione, la cooperazione e sul trasferimento delle conoscenze; ridurre gli sprechi nelle filiere favorendo la prevenzione e incrementando il recupero delle eccedenze di cibo; assicurare mercati aperti con regole commerciali chiare; valorizzare le produzioni di qualità e i territori; promuovere le diete tradizionali, come quella mediterranea, contro modalità fuorvianti di etichettatura che vogliono condizionare invece di informare”.

            Secondo Cia, tutto parte ovviamente dalla centralità degli agricoltori e delle aree rurali. Per questo motivo, è necessario rafforzare e sostenere il capitale umano dei giovani, il nostro patrimonio più grande per un futuro sostenibile, e continuare a lavorare per la crescita delle aree rurali e interne, puntando su infrastrutture e servizi.  

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1 In Evidenza - 25 set 2021

EU Organic Day: Cia, sia di monito per approvazione legge nazionale sul bio

La prima “Giornata europea del biologico” (EU Organic Day) proclamata oggi dalla Commissione Ue nell’ambito del Piano d’azione per lo sviluppo del bio, e con data fissata per ogni 23 settembre, sia di monito per l’approvazione alla Camera della norma sulle “Disposizioni per la tutela, lo sviluppo e la competitività della produzione agricola, agroalimentare e dell’acquacoltura con metodo biologico”. A dirlo è Cia-Agricoltori Italiani che, richiamando l’impegno atteso dal Green Deal Ue, torna a sollecitare, sul testo, l’intervento risolutivo della Camera, visto anche l’ok già ottenuto al Senato.

“Non riusciamo a comprendere -è il commento del presidente nazionale di Cia, Dino Scanavino- perché il Parlamento non calendarizzi questa legge e la approvi in tempi celeri. Se ci dovessero essere necessità di adeguamento si potrebbero poi attivare i canali per le modifiche. Ѐ finito, dunque, il tempo dei dibattiti sterili nel mondo della rappresentanza -torna a ripetere Scanavino-. Sulla norma c’è già consenso vastissimo da parte di tutto l’arco costituzionale, con un unico voto contrario in Senato. Il comparto non può rischiare un arretramento, né disattendere gli impegni presi con l’Europa.

Di fatto -continua Scanavino- questa Giornata europea arriva a ricordare anche alla politica italiana che la rivoluzione bio è già in atto, e se non vogliamo perdere la partita con competitor europei, sempre più agguerriti, tocca rendere pienamente applicabili i principi dell’agroecologia e consentire al biologico nazionale di continuare a produrre valore per il Paese, recependo le esigenze dei cittadini e in coerenza con le diverse strategie Ue”.

Piena adesione, dunque, di Cia e Anabio, la sua Associazione per la promozione del biologico, alla Giornata proclamata dall’Ue ma, sottolineano entrambe, occorre che l’Italia dia un segnale forte e concreto ai suoi cittadini come all’Europa che con il “Piano d’azione per lo sviluppo della produzione biologica”, vuole stimolare agricoltori e consumatori, far sì che, entro il 2030, il 25% dei terreni agricoli sia destinato al bio, rispettare le Strategie “Farm to Fork” e “Biodiversity” e agevolare, nel contesto del Green Deal, la transizione verso sistemi alimentari sostenibili.

Secondo Cia e Anabio è chiaro che, senza una legge nazionale sul biologico, l’Italia non potrà fare la sua parte rispetto alle azioni previste da Bruxelles, né contribuire, con onestà e coerenza, alla campagna di sensibilizzazione, tra i 447 milioni di cittadini europei, sui benefici dell’agricoltura bio, come la salvaguardia della biodiversità e lo sviluppo del benessere animale, la resilienza imprenditoriale e un reddito più elevato per i produttori. Si tratta di valori che non interessano soltanto gli agricoltori, ma l’intera catena alimentare ed è opportuno aiutare i consumatori a operare scelte con piena consapevolezza.

Quindi, per Cia e Anabio, occorre ora accelerare e dotare l’Italia di una legge nazionale sul bio, pilastro fondamentale per la costruzione del futuro agricolo del Paese, attualmente, leader del settore in Europa con 80 mila operatori e 2 milioni di ettari coltivati. Il passaggio è cruciale, ancor più perché stretti tra criticità pandemiche e obiettivi green, incentivati dalla nuova Pac e dal Recovery Fund.

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1 In Evidenza - 22 set 2021

Ceta: vola export formaggi verso Canada. Ratifica sia priorità per Governo

Una rapida ratifica dell’accordo Ceta rappresenterebbe un messaggio chiaro e immediato per le imprese dell’agroalimentare e soprattutto per le nostre aziende zootecniche a rischio default per il rincaro delle materie prime”. A quattro anni dall’accordo Ceta Ue-Canada, il presidente di Cia-Agricoltori Italiani, Dino Scanavino, torna a sottolineare l’importanza degli accordi internazionali per gli scambi commerciali e gli investimenti all’estero. Le statistiche del settore lattiero-caseario lasciano, infatti, poco spazio ai dubbi. Nel 2020 l'export di formaggi italiani ha raggiunto 7mila tonnellate (sul podio Grana Padano e Parmigiano Reggiano, che da soli fanno il 70% del totale) con un aumento del 35,1% sul 2017, anno di battesimo dell’accordo (fonte Clal). Cia chiede un segnale da parte delle istituzioni, anche in vista del tavolo nazionale sul prezzo del latte convocato al Mipaaf per lo stato di grande precarietà dei nostri allevatori, che continuano a perdere potere contrattuale.

            Esattamente il 21 settembre 2017 entrava in vigore Ceta, il Comprehensive Economic and Trade Agreement tra l’Unione Europea e il Canada. È stato il primo accordo commerciale stipulato dall’Ue con un altro Paese del G7. L’accordo riduce le tariffe doganali e le altre barriere commerciali tra l'Ue e il Canada, sostenendo le rigorose norme europee in materia di sicurezza igienico-sanitaria dei prodotti alimentari e garantendo la protezione delle indicazioni geografiche europee. Sono 171 prodotti alimentari, tra le quali figurano 41 Dop e Igp italiane -da sole il 98% dell’export Made in Italy in Canada- che erano state oggetto di violazione e contraffazione in quel Paese. La diffusione del cibo Made in Italy è favorita dalla presenza di una grande comunità italiana; le regioni in cui il nostro food viene più esportato sono l’Ontario e il Québec, quest’ultima con grandi margini di crescita per maggiori affinità culturali con il prodotto agroalimentare italiano.

            “I vantaggi oggettivi per le nostre imprese sono indiscutibili –dichiara il presidente Cia-Agricoltori Italiani, Dino Scanavino- ora la politica deve accelerare sulla ratifica del Ceta per dare competitività al Sistema Italia. Con il riconoscimento e la tutela delle principali denominazioni Dop e Igp europee, l’accordo ha contribuito a facilitare un commercio equo e sostenibile, nel quadro delle regole internazionali”.

            Un Paese esportatore di manifattura non può non confrontarsi con un contesto di mercati aperti, priorità imprescindibile per il settore agroalimentare. “È impensabile difendere la nostra agricoltura arroccandoci nei nostri confini nazionali o europei, con posizioni di chiusura o di protezionismo –conclude Scanavino-. L’Italia è chiamata a dimostrare con fatti concreti l’apertura verso un sistema di scambi internazionali”.

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1 In Evidenza - 22 set 2021

Grano duro: Cia, parte la nuova Commissione Sperimentale Nazionale

Si è tenuta oggi la prima riunione della Commissione Sperimentale Nazionale sul Grano duro, convocata dal Mipaaf. Da parte di Cia-Agricoltori Italiani gli auguri di buon lavoro a tutti i componenti della neonata struttura, che avrà il compito di formulare le tendenze di mercato e i prezzi indicativi del settore.

Si tratta di uno strumento fortemente voluto e sostenuto da Cia, che plaude all’inizio del percorso operativo per la funzionalità della Commissione Unica Nazionale sul grano duro, seppure in una fase sperimentale.

Il grano duro è alla base della pasta, simbolo del Made in Italy nel mondo e della dieta mediterranea, e proprio l’Italia è il primo produttore europeo e il secondo produttore mondiale di grano duro. Per questo, favorire un percorso di maggiore trasparenza delle quotazioni resta uno strumento importante per la filiera grano duro-pasta.

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1 In Evidenza - 22 set 2021

Caro bollette: Anp-Cia, macigno per milioni di pensionati. Governo intervenga

L’aumento in bolletta di luce e gas da ottobre, rischia di rivelarsi una bomba sociale e soprattutto per milioni di pensionati che percepiscono assegni al minimo e che, negli ultimi anni, si sono addirittura visti erodere il potere d’acquisto delle pensioni di oltre il 30%. Il Governo intervenga subito per mettere al sicuro la sussistenza di tanti italiani. Così Anp, l’Associazione nazionale pensionati di Cia-Agricoltori Italiani alla notizia del caro bollette di circa il 40% (per l’elettricità) e del 31% (per il gas) dal prossimo mese e in vista della riunione sul provvedimento che dovrebbe provare a ridurre di un terzo l’impatto da 9 miliardi degli aumenti in arrivo.

Dunque, Anp-Cia sollecita le istituzioni a stringere sulla questione scongiurando il peggio per molti cittadini e per quei pensionati, tanti, che sono già in difficoltà e lottano quotidianamente contro condizioni di vita per nulla dignitose, non avendo la garanzia di beni fondamentali come cibo e spese sanitarie. Problema, sottolinea Anp-Cia, che paralizzerà ancora di più le aree interne e rurali del Paese, come dimostrato anche dalla pandemia, le più carenti di servizi essenziali e socio assistenziali.

Inoltre, Anp-Cia ricorda che nel 2020 sono state oltre 10 milioni, il 59,6% del totale, le pensioni erogate dall’Inps con un importo inferiore a 750 euro, con la percentuale che sale al 72,6% per gli assegni delle donne ed è ben più elevata se si prendono le sole gestioni degli ex lavoratori autonomi. In questo caso, la quota di assegni è al di sotto dei 750 euro mensili.

Dunque, per Anp-Cia, è arrivato il momento di rivedere il sistema della formazione dei costi sulla bolletta, tenuto anche conto del fatto che, attualmente, i cosiddetti “oneri di sistema” incidono fino al 50% del totale rispetto ai consumi reali. Infine, vanno anche mantenute tutte le agevolazioni e i bonus sulle bollette a beneficio dei soggetti con disagio sociale, comprese quelle introdotte per l’emergenza Covid. La difesa dei più deboli resti una priorità come previsto dalla Costituzione. 


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