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1 In Evidenza - 01 ago 2025

Dazi: Cia, bicchiere di vino mezzo vuoto


“Mai come oggi il vino è sotto attacco. Dopo l’accordo Ue-Trump sui dazi, l’impatto sarà totalmente svantaggioso per uno dei prodotti simbolo del Made in Italy: ogni bottiglia sullo scaffale in America potrà costare fino al 20% in più”. Così dichiara Cristiano Fini, presidente di Cia-Agricoltori Italiani, ricordando che gli Usa sono attualmente la prima piazza mondiale per il nostro export vitivinicolo con circa 1,9 miliardi di euro di fatturato nel 2024. ‘’L’accordo raggiunto penalizza di fatto solo l’Unione Europea: non si può, dunque, parlare di accordo positivo, essendo questo -di fatto- un accordo unilaterale’’, aggiunge Fini. Il comparto non è solo un’eccellenza produttiva, ma un vero motore economico per tutto il settore agricolo nazionale. L’introduzione di nuovi dazi su un mercato chiave come quello degli Stati Uniti avrebbe un impatto diretto soprattutto sulle piccole e medie imprese che hanno investito per anni su qualità, internazionalizzazione e sostenibilità. Ora tutti questi viticoltori rischiano di vedere compromessi i risultati raggiunti.

Per Fini serve un’azione politica forte e unitaria a livello nazionale ed europeo per indennizzare le nostre imprese dei maggiori costi che dovranno essere sostenuti per le esportazioni verso gli Usa. Queste risorse possono essere straordinarie o dovranno essere reperite nell'ordinarietà dei fondi comunitari, non interamente spesi. “Sarebbe un modo -dice Fini- per indennizzare le aziende dell'effetto dumping, che sarà superiore alle attese, considerando l'incremento dei costi lungo la filiera distributiva e la svalutazione del dollaro”.

A dipendere maggiormente dagli Stati Uniti per il proprio export sono i vini bianchi Dop del Trentino-Alto Adige e del Friuli-Venezia Giulia, con una quota del 48% e un valore esportato di 138 milioni di euro nel 2024; i vini rossi toscani Dop (40%, 290 milioni), i vini rossi piemontesi Dop (31%, 121 milioni) e il Prosecco Dop (27%, 491 milioni). Grandi numeri che i dazi possono scombinare lasciando strada libera ai competitor.

Per compensare l’effetto negativo dei dazi, Cia chiede anche di mettere in campo una nuova comunicazione sul vino, attraverso i fondi dell'Ocm promozione. “Bisogna fare meno leva su elementi classici come il terroir e puntare di più, invece, su concetti semplici e immediati, in grado di arrivare a quel target giovane che rappresenta il consumatore del futuro”.

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1 In Evidenza - 30 lug 2025

Agricoltura, Cia Abruzzo: “Manodopera difficile da trovare e ancora più difficile da trattenere”

CIA Abruzzo accende i riflettori su una problematica che sta diventando strutturale per l’agricoltura regionale: la carenza di manodopera per le attività di raccolta. Se da un lato è già complicato trovare lavoratori stagionali disponibili, dall’altro è ancora più difficile mantenerli operativi sul campo. In molti casi, i braccianti abbandonano il lavoro dopo appena un giorno, lasciando le aziende impreparate e senza alternative operative immediate.

“Ci troviamo in una situazione paradossale”, denuncia CIA Abruzzo. “Le imprese sono pronte ad assumere, ma i lavoratori, spesso selezionati attraverso canali ufficiali, si presentano e poi spariscono. Questo genera disservizi, ritardi nella raccolta e un incremento dei costi a carico delle aziende”.

Per affrontare questa crescente difficoltà, CIA Abruzzo ritiene necessario un cambio di passo che parta dal riconoscimento della complessità del lavoro agricolo oggi. Non si tratta più di un’attività puramente stagionale o improvvisata: serve personale motivato, formato, consapevole della fatica ma anche del valore professionale che questo settore comporta.

Una prima proposta riguarda proprio la formazione mirata: avviare corsi brevi ma intensivi, in grado di preparare concretamente i lavoratori alle condizioni reali del campo, aiutando al contempo le aziende a selezionare persone davvero interessate, riducendo così l’alto tasso di abbandono anche dopo il primo giorno di lavoro.

Per sostenere le imprese virtuose, diventa fondamentale attivare agevolazioni fiscali e contributive per chi assume regolarmente e garantisce condizioni contrattuali corrette. Questo consentirebbe di alleggerire il carico economico sulle aziende e rendere più competitivo il lavoro regolare rispetto a forme di impiego irregolari, purtroppo ancora presenti.

Un altro aspetto prioritario è quello dell'integrazione tra sistema produttivo e territorio. Serve una collaborazione strutturata con i centri per l’impiego, le amministrazioni comunali, gli enti del terzo settore e le cooperative che gestiscono i flussi migratori, affinché i lavoratori stranieri presenti sul territorio possano essere accompagnati verso percorsi di lavoro legale, sicuro e qualificato. In molti casi, queste realtà svolgono un ruolo cruciale nell’orientamento, nella mediazione culturale e nella formazione, ma restano escluse dai tavoli operativi.

Infine, CIA Abruzzo ribadisce l’urgenza di rafforzare i controlli sul lavoro sommerso e sul caporalato, fenomeni che alterano la concorrenza, abbassano la qualità del lavoro e minano la dignità dei lavoratori. Solo garantendo legalità e sicurezza sarà possibile rendere attrattivo, stabile e giusto il lavoro nei campi.

“La risposta”, conclude CIA Abruzzo, “non può essere solo lamentarsi della mancanza di braccia: servono strumenti, regole chiare e un sistema che valorizzi chi vuole lavorare con dignità, e chi offre lavoro in modo trasparente”.

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1 In Evidenza - 30 lug 2025

Dazi: Cia, conto salato per il Made in Italy agroalimentare. Più che un accordo sembra una resa


Più che un accordo, l’intesa sui dazi al 15% sembra una resa. Ora l’export del Made in Italy agroalimentare verso gli Usa (7,8 miliardi di euro nel 2024) rischia grosse perdite in settori chiave come vitivinicolo, olio, pasta e riso, caseario, senza ottenere niente in cambio. Oltre all’impatto diretto, si corre il pericolo anche di un grave danno all’intero indotto agroindustriale, con pesanti ripercussioni sull’occupazione. Così il presidente di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini, commenta l’accordo fra la presidente della Commissione Ue, Ursula Von der Leyen e il presidente Usa, Donald Trump. “Nonostante sia stata evitata la tariffa al 30%, resta una grande preoccupazione per l’impatto reale di questi dazi, ma prima di trarre conclusioni definitive vogliamo aspettare gli sviluppi dei prossimi giorni, con la definizione ufficiale delle liste doganali”, continua Fini.

Secondo Cia, il rischio concreto di un calo dell’export è molto alto, con danni a comparti strategici e un aumento dei costi per le imprese italiane, che tenderanno a perdere margini di profitto oppure a dover trasferire parte di questi costi sui consumatori, rischiando di ridurre la domanda nel mercato Usa. L’effetto combinato di dazi e fluttuazioni del cambio euro-dollaro non potrà che aggravare l’impatto delle misure doganali, traducendosi in costi aggiuntivi reali per le aziende nazionali e rendendo meno competitivo il Made in Italy.

Per il vino, gli Usa sono la prima piazza mondiale con circa 1,9 miliardi di euro di fatturato nel 2024. A dipendere maggiormente dagli Stati Uniti per il proprio export sono i vini bianchi Dop del Trentino-Alto Adige e del Friuli-Venezia Giulia, con una quota del 48% e un valore esportato di 138 milioni di euro nel 2024; i vini rossi toscani Dop (40%, 290 milioni), i vini rossi piemontesi Dop (31%, 121 milioni) e il Prosecco Dop (27%, 491 milioni). Grandi numeri che i dazi possono scombinare lasciando strada libera ai competitor: dal Malbec argentino allo Shiraz australiano fino al Merlot cileno.

Per quanto concerne il mondo dell’olio, il dazio al 15% rischia di ridurre la competitività dell’extravergine italiano a favore di oli più economici provenienti da Paesi terzi che godono di tariffe più basse, come la Turchia, il Sud America o la Tunisia. Come conseguenza, il consumatore medio Usa sarà indotto a utilizzare altri oli, come quelli di semi tradizionali (girasole, soia, mais). Al momento, gli Stati Uniti rappresentano il principale mercato extra-Ue per l’olio tricolore, con una quota di circa 100 mila tonnellate l’anno e un valore vicino a 1 miliardo, ovvero il 32% del nostro export. C’è paura anche perché questi nuovi dazi colpiranno trasversalmente tutti i principali Paesi produttori europei (Italia, Spagna, Grecia) con la conseguenza di un possibile eccesso di offerta sul mercato interno, che porterebbe a un deprezzamento generale dell’olio italiano.

Nel settore caseario, invece, i dazi colpiranno soprattutto i formaggi Dop come la mozzarella di Bufala, oltre al Pecorino romano utilizzato oltreoceano dall’industria alimentare per aromatizzare patatine in busta e altri snack. In pericolo anche pasta, riso e farine, tra i prodotti più amati dal mercato Usa, con un export annuo di circa 2 miliardi e quasi mezzo milione di tonnellate inviate oltreoceano. Anche in questo settore, secondo Cia, si rischiano potenziali ricadute occupazionali qualora i dazi non vengano mitigati con accordi o misure di sostegno.

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1 In Evidenza - 28 lug 2025

ColtivaItalia: Cia, adesso veloce approvazione Parlamento


Le risorse annunciate da Lollobrigida con il piano “ColtivaItalia” sono essenziali per sostenere le imprese agricole in uno dei momenti più difficili per il comparto. Auspichiamo, però, che il miliardo stanziato dal ministro trovi in Parlamento un iter veloce di approvazione che trasformi i finanziamenti in strumenti concreti ed efficaci, a supporto di molte produzioni del Centro Sud, come grano, zootecnia e olivicoltura. Così, il presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini, commenta il pacchetto “per il consolidamento e lo sviluppo del settore”, collegato agricolo alla finanziaria 2026, approvato ieri dal Cdm.

“In particolare -continua Fini- apprezziamo le risorse consistenti riservate a molte filiere produttive del Centro Sud in sofferenza. Inoltre, consideriamo molto importanti anche i fondi dedicati al ricambio generazionale e all’imprenditoria femminile, agevolando l’accesso alla terra e il recupero dei terreni abbandonati, anche in un’ottica di contrasto al dissesto idrogeologico e di freno allo spopolamento delle aree interne. Così come -conclude- restano cruciali gli investimenti per la ricerca e la digitalizzazione del comparto, in risposta alla sempre maggiore urgenza di soluzioni innovative per fronteggiare la crisi climatica”.   

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1 In Evidenza - 24 lug 2025

CIA Abruzzo: “Tagli pesanti e nessuna visione: la Regione penalizza l’agricoltura abruzzese”

“Mentre l’Abruzzo si confronta con un deficit sanitario fuori controllo, il settore agricolo viene nuovamente messo all’angolo, sacrificato come fosse un comparto marginale”. È questa la denuncia di CIA Abruzzo, commentando la recente variazione di bilancio regionale approvata dalla Giunta Marsilio.

Con la delibera del 23 maggio 2025, la Regione ha infatti decurtato oltre 6 milioni di euro ai capitoli destinati ad agricoltura e pesca, colpendo in modo trasversale interventi vitali per la sopravvivenza delle imprese agricole e zootecniche.

Nel dettaglio:

  • I contributi per i danni da fauna selvatica, destinati a risarcire gli agricoltori colpiti da predazioni e devastazioni, subiscono un taglio di oltre il 67%. Una decisione incomprensibile in un territorio già duramente provato da cinghiali, cervi e lupi.

  • Le consulenze tecniche per la zootecnia, indispensabili per la gestione sanitaria e produttiva degli allevamenti, passano da 437.000 a poco più di 167.000 euro, con una riduzione pari al 62%.

  • Il finanziamento al Consorzio di Bonifica del Fucino, infrastruttura strategica per l’approvvigionamento idrico e la difesa del suolo nella Marsica, viene ridotto del 61%.

  • Vengono ridimensionati anche i trasferimenti agli enti locali per gli investimenti in ambito agricolo e agroalimentare, colpendo le aree rurali più fragili della regione.

“Siamo davanti a una scelta politica chiara e sbagliata: quella di colpire il settore primario proprio mentre servirebbero investimenti strutturali e continui”, dichiara Nicola Sichetti, Presidente CIA Abruzzo, “È evidente che l’agricoltura, in Abruzzo, interessa solo come scenografia nelle passerelle istituzionali. Poi, nei bilanci, sparisce. Tagliare in questo modo significa indebolire l’economia reale, aggravare la crisi delle aree interne e voltare le spalle a chi ogni giorno lavora per garantire cibo, presidio del territorio e sostenibilità ambientale.”

CIA Abruzzo sottolinea come questi tagli non rappresentino solo un riequilibrio contabile, ma un atto politico che nega dignità al lavoro agricolo e alle sue funzioni sociali e ambientali. A fronte di una crisi climatica crescente, della difficoltà di accesso al credito, dell’assenza di una rete tecnica pubblica e del mancato ricambio generazionale, questa manovra è una condanna.

“Per questo chiediamo il ripristino immediato dei fondi tagliati, a partire da quelli per i danni da fauna selvatica, per la consulenza tecnica e per il sistema irriguo”, continua Sichetti, “Ma non basta: serve un piano pluriennale regionale per lo sviluppo agricolo, con obiettivi chiari, risorse certe e monitoraggio costante.
 

Non possiamo più assistere a decisioni prese sopra le nostre teste, senza confronto, senza ascolto, senza rispetto per chi rappresenta migliaia di aziende agricole abruzzesi. Non accetteremo che l’agricoltura venga trattata come un settore residuale. Senza agricoltura non c’è Abruzzo”, conclude, “E senza rispetto per chi lavora la terra non ci sarà futuro né per l’economia né per i territori.”

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1 In Evidenza - 23 lug 2025

CIA: “Sull’assegnazione del gasolio agricolo servono strumenti adeguati. Va adottata una piattaforma unica regionale"

CIA Abruzzo ribadisce con fermezza la propria posizione rispetto alle gravi criticità che continuano a colpire il sistema regionale per l’assegnazione del gasolio agricolo agevolato.

Nel corso dell’audizione alla 3ª Commissione Agricoltura del Consiglio Regionale, CIA Abruzzo ha evidenziato come i malfunzionamenti della piattaforma ABACO abbiano generato pesanti disservizi per le imprese agricole, impedendo la tempestiva assegnazione del carburante, bloccando le verifiche sui consumi e costringendo le aziende ad acquistare gasolio a prezzo pieno, con ricadute economiche insostenibili e potenziali rischi sanzionatori.

“Il gasolio agevolato è uno strumento fondamentale per la sopravvivenza e la competitività delle imprese agricole”, dichiara il Presidente CIA regionale, Nicola Sichetti, “ma oggi viene gestito con strumenti informatici inadeguati, che causano ritardi, confusione e danni economici. Non si può parlare di agricoltura moderna se il sistema digitale non è all’altezza delle esigenze del settore.”

CIA Abruzzo ribadisce quindi la necessità di una piattaforma informatica unica regionale dedicata alla gestione dell’intero processo di assegnazione del gasolio agricolo agevolato, in grado di assicurare:

  • tempestività nell’erogazione;

  • tracciabilità e trasparenza delle procedure;

  • riduzione della burocrazia per aziende e amministrazioni.

Una piattaforma unica rappresenterebbe una risposta strutturale alle inefficienze del sistema attuale, allineando l’Abruzzo alle migliori pratiche adottate in altre regioni italiane.

“È il momento di dotare l’agricoltura abruzzese di strumenti realmente funzionanti e all’avanguardia”, conclude Sichetti, “non possiamo permettere che disservizi informatici cronici penalizzino chi ogni giorno lavora per garantire cibo, economia e presidio del territorio.”

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News Cia Abruzzo

1 In Evidenza - 07 lug 2021

Vendita diretta: Cia, un’azienda agricola su 3 è multicanale. Più fiducia post Covid

Sale la fiducia delle aziende agricole nella possibilità di essere multicanale, sviluppando, quindi, più strategie di vendita diretta per rafforzare e capitalizzare il rapporto diretto con i cittadini-consumatori. Un’azienda su 3, avendo attivato, durante la pandemia, la consegna a domicilio e il punto vendita in azienda, continuerà a utilizzarle come opportunità di business anche nel post Covid. A dirlo è Cia-Agricoltori Italiani con la sua Associazione per la promozione della vendita diretta, la Spesa in Campagna, in occasione del webinar "Il punto vendita in azienda come vetrina del territorio e le opportunità dell’e-commerce”.

Da metà giugno, spiega la Spesa in Campagna-Cia, il fatturato delle aziende agricole tramite la vendita diretta è sceso drasticamente e fino al 5% sul guadagno totale, per quanto riguarda la sola consegna a domicilio, ma a incidere è perlopiù l’arrivo dell’estate e l’incremento delle vaccinazioni che stanno portando, soprattutto le famiglie, a una maggiore mobilità fuori dal perimetro abituale. I punti di forza della consegna a domicilio e dell’attività commerciale in azienda con il punto vendita, che tra aprile e maggio hanno complessivamente raggiunto anche un +140% di fatturato, non sono, dunque, in discussione, sebbene scoperti con lockdown e restrizioni, auspicabilmente non ripetibili. 

Come ricorda, infatti, la Spesa in Campagna-Cia, le oltre 1000 imprese agricole - tra le sue 6 mila aziende della vendita diretta e i 24 mila agriturismi associati a Turismo Verde-Cia che aderirono all’iniziativa Cia per la consegna a domicilio in tutta Italia, di materie prime fresche e di qualità per supportare famiglie e anziani, durante la pandemia - stanno continuando a offrire questo servizio al cittadino per consolidare il posizionamento sul territorio e fidelizzare i nuovi clienti che hanno continuato a comprare, direttamente nel punto vendita dell’azienda o tramite consegna a domicilio il sabato, i prodotti degli agricoltori, di qualità, sostenibili e che rispettano la stagionalità.

Dunque, la Spesa in Campagna-Cia prevede che da qui al 2022, un’azienda su 3 sarà più orientata alla multicanalità della vendita diretta, capitalizzando l’esperienza non solo della consegna a domicilio, ma anche del punto vendita, della bottega di quartiere e dei mercati rionali. Sempre più pronta a trovare il suo spazio, anche quando di piccola e media dimensione, anche sul mercato online, così come nell’obiettivo della piattaforma Cia dalcampoallatavola.it, primo e-commerce con protagonisti gli agricoltori italiani. Di recente attivazione, il portale Cia nato con il sostegno di J.P. Morgan, permette, infatti, a tutte le aziende -soprattutto quelle che non potrebbero gestire un e-commerce in autonomia- di vendere a un prezzo congruo, recuperando così sulla catena del valore.

“Il calo delle vendite estive non è una novità -ha dichiarato il presidente de la Spesa in Campagna-Cia, Matteo Antonelli-. Per questo ragioniamo già guardando a settembre-novembre, quando per via della sovrapposizione delle produzioni stagionali, ci sarà molto da vendere. Saranno mesi importanti per la ripresa -ha aggiunto Antonelli- e poter contare su più canali di vendita tornerà utile alle aziende che nel frattempo stanno migliorando il servizio per dare il meglio ai consumatori, ma anche per ridurre i costi della logistica, puntando molto anche sull’attività del punto vendita dove in tanti continuano a fare spesa. Questo -ha concluso Antonelli- sempre garantendo la massima sicurezza anti-Covid, come dalla prima ora, e rispettando l’identità aziendale legata al territorio e promossa dalla vendita diretta, punto d’incontro insostituibile con i cittadini-consumatori”.

“Occorre non abbassare la guardia -è intervenuta Claudia Merlino, direttore generale di Cia-Agricoltori Italiani-. La nuova normalità richiede da parte nostra la stessa, se non maggiore, attenzione riservata alle aziende durante la pandemia. La ripresa va sostenuta, offrendo agli imprenditori strumenti oltre che supporto. Ecco perché rinnoviamo l’impegno per migliorare nei servizi e nella consulenza sulla vendita diretta e crediamo molto nell’opportunità dell’e-commerce. Il suo sviluppo tra le piccole e medie imprese  va guidato nel tempo ed è quello che stiamo facendo”. 


Il webinar sul punto vendita è l’ultimo di tre incontri online promossi da la Spesa in Campagna-Cia sulle opportunità della vendita diretta. Sono intervenuti tra gli altri: Andrea Pagliai, Casina Olivart di Bagni di Ripoli (FI) e Mario Grillo, Fattoria Biò di Camigliatello Silano (CS).”

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1 In Evidenza - 06 lug 2021

Finanziamenti per riconversione e ristrutturazione vigneti, domande entro il 15 luglio 2021

La Regione Abruzzo ha aperto le domande per la richiesta dei contributi per la ristrutturazione e la riconversione dei vigneti per l'annualità 2020-2021.
Possono essere finanziate: la ristrutturazione del vigneto, la riconversione varietale e il miglioramento delle tecniche di coltivazione.
Non sono ammesse al contributo le pratiche di ordinaria manutenzione, così come le normali operazioni di reimpianto dovute alla fine del ciclo produttivo della vigna.

Possono fare domanda come beneficiari tutti i viticoltori che abbiano una azienda in Abruzzo, iscritti alla Camera di Commercio, e che siano in possesso di un vigneto o come proprietari, o affittuari o usufruttuari.

La superficie minima ammessa al contributo è di 0,5 ettari, ridotta a 0,3 ettari nel caso in cui il totale dei vigneti aziendali sia inferiore ad un ettaro.

contributi copriranno il 50% dei costi di estirpazione e di reimpianto e il 100% del mancato redditoIn ogni caso il contributo massimo non può superare i 13.500 euro ad ettaro.

Puoi recarti all'ufficio Cia più vicino per la richiesta del finanziamento. La presentazione delle domande scade il 15 luglio 2021.

Per maggiori informazioni consultare il file in allegato.

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1 In Evidenza - 01 lug 2021

Contenimento fauna selvatica, Di Zio: “Dalla Regione nessun impegno è stato rispettato”

Con una lettera aperta al Consiglio regionale, il Presidente della Cia Agricoltori Italiani Abruzzo, Mauro di Zio, ha sottolineato il mancato rispetto degli impegni presi riguardo le misure di contenimento della fauna selvatica. 


Di seguito le parole del Presidente Di Zio:


“Fatta la festa gabbato lo Santo. 

Si può sintetizzare così quanto non è avvenuto nel Consiglio Regionale del 29 giugno.

Il Santo (ma martire è forse un termine più appropriato) è quel mondo agricolo che, stretto nella morsa della siccità, è stato lasciato sotto l'assedio di quella fauna selvatica che dal tramonto alle prime luci dell'alba fa festa distruggendo campi e coltivazioni.

Il tutto dopo che l'intera Conferenza dei Capigruppo del Consiglio Regionale aveva assunto l'impegno di portare la proposta dell'assessorato all'agricoltura in terza commissione il venerdì, per poi approvarla in Consiglio il martedì successivo.

Una proposta che avrebbe contribuito a dare il supporto dei cacciatori formati alla polizia provinciale per svolgere quelle attività di controllo fondamentali per ridurre danni e disperazione.

Un provvedimento che avrebbe rimediato ad un clamoroso errore (ma si è trattato solo di errore???) dello stesso consiglio, che anziché cogliere le opportunità offerte da una sentenza della Corte Costituzionale per la modifica migliorativa della Legge regionale, l'aveva cambiata azzerando di fatto le attività di controllo, anche nei parchi regionali e nelle aree urbane da parte dei sindaci. Molto altro abbiamo proposto di cambiare, ma perdere anche solo un altro minuto nella riattivazione delle attività di controllo è insopportabile per la tenuta del sistema agricolo così duramente provato.

Ma il silenzio di martedì, aldilà di qualsiasi risibile pseudo motivazione si voglia dare, evidenzia una cosa soltanto: il collateralismo della politica regionale alla parte più retriva del mondo venatorio: quella che, rinunciando a svolgere quella funzione sociale derivante dall'esercizio della propria passione venatoria, i cinghiali li prende quando, come e, soprattutto, SE vuole.

Un collateralismo evidente soprattutto nell'espressione regionale della politica teramana, ma evidentemente condivisa (o più semplicemente subita) dagli altri rappresentanti territoriali. 

Abbiamo rinunciato a manifestare davanti al Consiglio Regionale di martedì, come gli agricoltori ci chiedevano. 

Lo abbiamo fatto perché la Conferenza dei Capigruppo aveva assunto l'impegno, guardandoci negli occhi, che il problema sarebbe stato risolto e le attività di controllo sarebbero riprese.

Siamo stati ingenui? 

NO!!! 

La verità è che noi di Cia Agricoltori Italiani riconosciamo un ruolo troppo alto alla politica per poter anche solo ipotizzare la meschinità che si sta  mettendo in atto: far passare qualche altra settimana affinché, a disastro ormai compiuto, la tensione vada scemando e i provvedimenti adottati non producano effetto.

Chiediamo atti di concreta, immediata responsabilità!!!

Ci aspettiamo che il Presidente della III Commissione faccia un attento e sereno esame di coscienza rispetto agli impegni assunti nell'espletamento di quel ruolo, valutando anche l'estremo gesto di responsabilità politica, le dimissioni al protrarsi dell'inerzia.

Al Vicepresidente Imprudente chiediamo di battere un colpo e di riprendere, subito dopo aver dato un fattivo contributo alla ripresa delle attività di controllo, l'attività di coordinamento (parchi compresi) e di raccordo tra tutti i soggetti deputati a svolgere funzioni di controllo e prevenzione, come annunciato ad inizio mandato”.


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1 In Evidenza - 01 lug 2021

Fauna Selvatica: Cia, con ok in Senato a Risoluzione si va su buona strada

Con l’approvazione, in commissione Agricoltura del Senato, della Risoluzione a firma del senatore Taricco del PD sulla fauna selvatica, il Paese è finalmente sulla buona strada per affrontare in modo organico, unitario e puntuale l’emergenza ungulati, arginare i danni su agricoltura e zootecnia, scongiurando tra l’altro il rischio costante di incidenti sulle strade e sempre più anche nelle città. Così il presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Dino Scanavino commentando positivamente l’ok al documento in cui trovano ascolto tante delle istanze del mondo agricolo e dell’organizzazione.

Secondo il presidente di Cia, infatti, si tratta di un passo in avanti cruciale perché riconosce il problema fauna selvatica, emergenza nazionale. L’approvazione del testo dimostra, dunque, la doverosa attenzione alle sollecitazioni degli agricoltori e di Cia, sostenute dalla prova dei fatti e dei numeri: 2 mln di ungulati in circolazione, oltre 200 mln di danni all’agricoltura e 469 incidenti, anche mortali, in quattro anni.

“Ora il Governo -dichiara Scanavino- deve fare la sua parte dando seguito agli impegni richiesti dalla Risoluzione, frutto di un periodo anche troppo lungo di audizioni e confronti, ma in grado, attraverso 21 punti dettagliati, di sbloccare l’impasse che si concentra in primo luogo in una legge sulla gestione della fauna selvatica, datata 1992”.  

In particolare, nelle parole del presidente di Cia, il richiamo alla proposta di riforma della Legge 157/92 presentata dall’organizzazione nel 2019 con il lancio del progetto “Il Paese che Vogliamo” e, citando il testo approvato in Comagri al Senato, l’appello a superare definitivamente il problema dello squilibrio nel nostro territorio con interventi urgenti per semplificare e uniformare in tutto il Paese, le procedure relative ai rimborsi dei danni e per ripensare la gestione della faunistica, dal censimento all’ampliamento dei soggetti coinvolgibili nel controllo, compreso il ruolo degli agricoltori.

“Abbiamo chiesto recentemente un incontro ai ministri Stefano Patuanelli (Agricoltura), Lamorgese (Interni) e Cingolani (Transizione ecologica) -ricorda Scanavino-, perché siamo pronti da tempo a contribuire, come anche dimostrato, negli ultimi anni, con i tanti tavoli attivati sul territorio con istituzioni, enti e realtà locali. Bene che nella Risoluzione approvata in Senato si chieda impegno al Governo, affinché dia subito forma con ministeri, regioni, province e associazioni tutte, a una cabina di regia per definire un programma di interventi e le necessarie modifiche normative per la sua attuazione. Infine -conclude Scanavino- si risponda anche alla necessità di efficaci piani faunistici per una stabile coesistenza fra attività agricole, protezione ambientale e incremento della biodiversità, in linea con quanto previsto dall’Unione Europea”.

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1 In Evidenza - 28 giu 2021

Prosecco: Cia, Facchin e Feletti nel Cda del Consorzio Tutela DOC

Giuseppe Facchin, presidente di Cia Treviso, è stato riconfermato per il terzo anno consecutivo nel Consiglio di Amministrazione del Consorzio di Tutela della DOC Prosecco, alla cui guida resta Stefano Zanette. Si raddoppia la presenza di Cia-Agricoltori Italiani, con la nomina anche di Salvatore Feletti, vicepresente della Cantina Colli del Soligo.

“Sono sicuro -ha dichiarato Giuseppe Facchin- che il nuovo Cda continuerà a lavorare in armonia per la crescita della Denominazione, con attenzione al consolidamento della presenza nei mercati esteri e promuovendo, al contempo, la ricerca di una sempre maggiore sostenibilità ambientale delle produzioni. Il nostro comparto -ha aggiunto Facchin- sta portando avanti un percorso significativo di tutela del territorio e degli ecosistemi agrari attraverso l’innovazione e la ricerca, in equilibrio con la sostenibilità economica. Le aziende agricole, spesso a conduzione familiare, mantengono un forte radicamento nel tessuto sociale delle nostre comunità e sono consapevoli del proprio ruolo e delle proprie responsabilità verso di esso”.

A Facchin e Feletti, gli auguri e le congratulazioni del presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Dino Scanavino: “La loro presenza nel Cda del Consorzio, riconosce e rafforza il ruolo e l’operato di Cia e delle sue aziende vitivinicole, a tutela della DOC del Prosecco. Sapranno apportare un contribuito prezioso alla transizione ecologica cui è chiamato anche il settore del vino e delle DOC per superare la crisi pandemica e trovare rinnovata competitività sui mercati internazionali, coniugando sostenibilità ambientale, economica e sociale. Una sfida possibile -ha precisato Scanavino- nel dialogo costante sul territorio e con le istituzioni nazionali ed europee; nel lavoro sul campo con esperti e ricercatori, per ridurre l’uso dei fitofarmaci, ma anche per introdurre strumenti e soluzioni contro i cambiamenti climatici; tutelando sempre il reddito degli agricoltori per agevolare il loro ruolo da protagonisti della svolta green”.

 

I vitigni che danno origine al Prosecco si trovano esclusivamente nei territori dell’Italia nord-settentrionale, tra le Dolomiti e il mar Adriatico. Sono 24.450 gli ettari vigneto, 1.211 le aziende vinificatrici, 11.102 le aziende viticole e 348 le case spumantistiche. Sono circa 500 milioni le bottiglie prodotte ogni anno, per un fatturato di 2,5 miliardi di euro. Un quarto è destinato al mercato italiano, il 75% viene venduto, invece, sul mercato estero.

Il Consorzio di Tutela della DOC Prosecco è l’istituzione preposta, dal 2009, al coordinamento e alla gestione della Denominazione di Origine Controllata. Ha l’obiettivo di associare in modo volontario le diverse categorie di produttori, i viticoltori singoli e associati, i vinificatori e le case spumantistiche per garantire lo sviluppo della Denominazione ed il rispetto delle regole previste dal Disciplinare di produzione.

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1 In Evidenza - 28 giu 2021

Pensioni: Inac e Anp-Cia, torna quattordicesima a luglio per 3 mln di anziani

Torna a luglio la quattordicesima mensilità: spetterà ai pensionati con un assegno mensile inferiore ai mille euro, che in Italia sono circa 3 milioni. Così il Patronato Inac e l’Associazione nazionale pensionati di Cia-Agricoltori Italiani, ricordando la circolare Inps del 24 giugno in cui si comunica che, unitamente alla rata di luglio 2021, verrà corrisposta agli aventi diritto la somma aggiuntiva.

            Si tratta di un beneficio che spetta ai pensionati Inps della gestione privata e della gestione spettacolo e sport e ai pensionati della gestione pubblica con un’età pari o superiore a 64 anni in presenza di determinati requisiti reddituali, e con un importo variabile a seconda della contribuzione con la quale è stata liquidata la pensione. Ai pensionati al minimo, che già la prendevano in base alla legge n.127 del 2007, verrà confermata la quattordicesima con un incremento che va dai  437 ai  655 euro.

“Nonostante la buona notizia, si tratta di risorse del tutto insufficienti per far fronte alle più elementari esigenze della vita quotidiana -spiega il presidente nazionale di Anp-Cia, Alessandro Del Carlo-. L’istituzione della quattordicesima fu motivata da ragioni emergenziali: dare sollievo alle categorie che, più di altre, avevano sofferto il peso della crisi economica. Ma l’emergenza sociale è ancora in atto, per di più acuita da un anno e mezzo di pandemia”.

“La richiesta di aumento della quattordicesima mensilità è storicamente una battaglia del Patronato Cia -aggiunge il presidente dell’Inac, Antonio Barile- che ha trovato, dopo numerosi incontri istituzionali, una prima risposta con la legge di Bilancio del 2017 attraverso l’estensione del beneficio fino al doppio del trattamento minimo, oggi 1.030 euro, e l’aumento del 30% per quelle più basse”. Oggi, continua Barile, “insistiamo affinché la quattordicesima sia estesa fino a 3 volte il trattamento minimo (1.520 euro al mese) e i minimi di pensione siano portati, almeno, a quanto previsto dalla Carta Sociale Europea (40% del reddito medio nazionale, cioè almeno 780 euro)”.

Per queste ragioni, prosegue il pressing di Inac e Anp per sollecitare nuovi e adeguati interventi, anche perché i pensionati, in quanto titolari di pensione diretta o indiretta (ad eccezione dell’assegno di invalidità), sono stati esclusi da ogni beneficio in questo ultimo anno e mezzo; e la pensione di cittadinanza non ha, purtroppo, risolto il problema degli assegni bassi.

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