News in evidenza

1 In Evidenza - 05 set 2025

SRD01 – Investimenti produttivi agricoli per la competitività delle aziende agricole

La Regione Abruzzo ha pubblicato il bando SRD01 “Investimenti produttivi agricoli per la competitività delle aziende agricole”, con una dotazione complessiva di 15 milioni di euro.
L’obiettivo è sostenere le imprese agricole che intendono innovare, migliorare la produttività e adottare soluzioni sostenibili, rafforzando così la competitività del settore.

Dotazione finanziaria e soglie di investimento

Il bando dispone di 15 milioni di euro, così ripartiti:

  • € 7,5 milioni per progetti fino a € 200.000

  • € 7,5 milioni per progetti oltre € 200.000

Sono ammissibili investimenti con:

  • importo minimo: € 20.000

  • importo massimo: € 3.000.000 (le eccedenze non vengono finanziate)

Intensità del sostegno

Il contributo base è pari al 50% delle spese ammissibili, con importanti maggiorazioni nei casi previsti:

  • 80% per giovani agricoltori (≤ 40 anni, insediati da non più di 5 anni)

  • 60% per aziende ubicate in zone montane, ZVN o aree Natura 2000

  • 80% per investimenti ambientali e in energia rinnovabile (es. riduzione inquinanti, efficientamento energetico, sistemi di irrigazione con risparmio idrico)

  • 60% per aziende biologiche (in fase di conversione o mantenimento)

È inoltre possibile combinare il contributo con il prestito Fi.R.A. a tasso zero, così da ridurre ulteriormente il fabbisogno finanziario.

Beneficiari

Possono presentare domanda:

Imprenditori agricoli (art. 2135 c.c.), singoli o associati.

Requisiti principali:

  • Iscrizione alla CCIAA con Partita IVA agricola

  • Fascicolo Aziendale aggiornato e validato

  • Dimensione economica ≥ € 15.000 PS (≥ € 10.000 per aziende in montagna o aree svantaggiate)

  • Disponibilità giuridica dei terreni (proprietà, usufrutto o affitto ≥ 9 anni)

  • Realizzazione degli investimenti nel territorio abruzzese

Tipologie di investimenti ammissibili

Sono considerate ammissibili le seguenti spese:

  • Opere edilizie e infrastrutturali: fabbricati produttivi, serre, invasi idrici, stoccaggi, impianti per autoconsumo, bonifica amianto

  • Macchinari e attrezzature: destinati a produzione, trasformazione, commercializzazione, agricoltura di precisione

  • Software e brevetti legati al ciclo produttivo

  • Spese tecniche: fino al 4% del costo totale (8% in caso di opere edili)

  • Investimenti irrigui: ammessi solo se garantiscono un effettivo risparmio idrico, con sistemi di misurazione e nel rispetto della Direttiva 2000/60/CE

Scadenza

Le domande devono essere presentate entro il 19 dicembre 2025.


Per maggiori informazioni rivolgiti all'ufficio CIA a te più vicino.

Visualizza Allegato

1 In Evidenza - 02 set 2025

Danni da fauna selvatica: CIA Abruzzo contesta la nuova procedura regionale e chiede un confronto immediato

CIA Abruzzo esprime profonda preoccupazione per la Delibera Regionale n. 516 del 5 agosto 2025, con cui la Regione ha approvato le nuove modalità operative per la concessione dei contributi per i danni da fauna selvatica.

In rappresentanza di centinaia di aziende agricole e zootecniche, la CIA Abruzzo denuncia l’impraticabilità delle procedure previste e chiede la sospensione immediata del provvedimento, accompagnata dalla convocazione urgente di un tavolo tecnico con le Organizzazioni Professionali Agricole.

“Pur riconoscendo il principio di garantire trasparenza e regole chiare”, dichiara Nicola Sichetti, Presidente CIA Abruzzo, “le nuove modalità operative rischiano di trasformarsi in un ostacolo insormontabile per le aziende, già duramente provate dai danni crescenti causati dalla fauna selvatica”.

Tra le criticità segnalate:

  • Oneri procedurali insostenibili e tempi irrealistici, che paralizzano l’attività agricola e rendono difficile presentare domanda;

  • Meccanismi di accertamento iniqui, che espongono le aziende al rischio di sotto-indennizzo, soprattutto per i danni di entità ridotta;

  • Aleatorietà del risarcimento, subordinato alla disponibilità di fondi e privo di un fondo regionale dedicato e adeguatamente finanziato.

Per questo la CIA Abruzzo chiede:

  1. La sospensione della delibera dal 1° settembre 2025;

  2. La riscrittura condivisa delle procedure con le rappresentanze agricole;

  3. L’istituzione di un fondo regionale certo e adeguato;

  4. Il riconoscimento di un risarcimento integrale (100%) dei danni accertati, a tutela del ruolo economico e sociale degli agricoltori.

“Gli agricoltori e gli allevatori non possono essere lasciati soli davanti a un problema che mina la sostenibilità delle imprese e l’equilibrio del territorio”, conclude Sichetti, “Serve una risposta immediata, concreta e condivisa”.

Visualizza Allegato

1 In Evidenza - 02 set 2025

Gaza: Cia, fermare la guerra e la carestia in atto

È inaccettabile usare la fame come arma di guerra. Anche l’Onu certifica che a Gaza è in corso una carestia, ora bisogna fermare questo scempio e garantire finalmente alla popolazione un accesso sicuro e senza ostacoli ad aiuti alimentari su vasta scala. Lo dice Cia-Agricoltori Italiani, sostenendo con forza tutte le iniziative umanitarie messe in campo, come quella della Global Sumud Flotilla.   


“L’accesso al cibo è sancito dal diritto internazionale e deve essere rispettato in ogni circostanza, anche nei conflitti -dice il presidente nazionale Cristiano Fini-. Come cittadini e come organizzazione di agricoltori, non possiamo restare in silenzio di fronte alla condizione di fame e malnutrizione massiccia che oggi colpisce la Striscia. Migliaia di persone, in primis donne, bambini e anziani, stanno lottando per la sopravvivenza, tra il blocco quasi totale degli approvvigionamenti e la distruzione sistematica di campi, mercati, infrastrutture idriche e stradali”. Adesso, continua Fini, “auspichiamo che la pressione internazionale sblocchi gli aiuti a Gaza. Serve un cessate il fuoco immediato e prolungato per consentire una vasta azione umanitaria salvavita e fermare la carestia, perché non è tollerabile trasformare un diritto fondamentale come il cibo in uno strumento di punizione collettiva”. 

Visualizza Allegato

1 In Evidenza - 01 set 2025

CIA Abruzzo: “Agricoltura al primo posto per imprenditori over 70. Urgente investire su giovani"

L’agricoltura è il settore più colpito dall’invecchiamento imprenditoriale in Italia. Quasi un titolare su tre (28,3%) ha oltre 70 anni e più di due su tre superano i 55 anni. In Abruzzo, la situazione è ancora più marcata: secondo i dati Unioncamere e InfoCamere, il 14% delle aziende agricole è guidato da over 70, mentre i giovani sotto i 25 anni sono appena 330 su oltre 44.000 imprese.

Un fenomeno che si inserisce in un quadro di forte riduzione strutturale: dal 2010 al 2025 hanno chiuso i battenti 182.424 imprese agricole in Italia, pari a una contrazione del 21%, con oltre 200mila imprese individuali scomparse. In Abruzzo, la provincia di Chieti figura tra le più colpite a livello nazionale, con il 17,6% di over 70 tra i titolari e un incremento di quasi 5 punti percentuali in dieci anni.

“Il settore agricolo resiste, ma senza ricambio generazionale rischia di non avere futuro”, dichiara Nicola Sichetti, Presidente CIA Abruzzo, “Non possiamo permettere che il peso delle aziende resti sulle spalle di una classe imprenditoriale che invecchia, senza garantire ai giovani opportunità reali di ingresso”.

Il problema è strutturale: solo il 9% delle aziende italiane è oggi condotto da under 40. Le difficoltà di accesso al credito, i costi di avviamento elevati e la burocrazia scoraggiano i giovani. “Occorre un piano straordinario che metta al centro i giovani agricoltori, sostenendoli con incentivi fiscali, formazione, digitalizzazione, innovazione tecnologica e transizione ecologica”, prosegue Sichetti, “Bisogna offrire strumenti moderni che rendano l’agricoltura non solo tradizione, ma un settore competitivo, sostenibile e redditizio”.

L’innovazione è la chiave per rendere l’agricoltura attrattiva: agricoltura di precisione, uso di droni e sensori, energie rinnovabili, gestione digitale delle aziende e pratiche sostenibili possono rappresentare il vero motore del ricambio generazionale. “La formazione dei giovani e il loro coinvolgimento nei programmi di ricerca e sviluppo devono diventare una priorità. È l’unico modo per trasformare l’invecchiamento in un’opportunità di rinnovamento”, conclude il Presidente della Confederazione.

A ribadire l’urgenza di interventi concreti arriva anche la voce dei giovani: Diego Pasqualone, Presidente Agia Abruzzo, sottolinea come “gli istituti di credito abbiano una responsabilità fondamentale in questa fase. Senza un reale sostegno finanziario i giovani restano fuori dall’agricoltura, nonostante entusiasmo e idee innovative. Servono strumenti di accesso al credito semplici, veloci e sostenibili, perché solo così possiamo trasformare la voglia di impresa delle nuove generazioni in aziende solide e capaci di competere”.

Visualizza Allegato

1 In Evidenza - 25 ago 2025

Olio d’Abruzzo: qualità e valore crescono, mentre i produttori guardano con fiducia alla nuova annata

L’olivicoltura abruzzese conferma il suo ruolo strategico nello scenario nazionale, pur registrando per la campagna 2024/2025 un calo produttivo significativo. Secondo le elaborazioni ISMEA, l’Abruzzo ha prodotto 6.288 tonnellate di olio, in flessione del -24% rispetto al 2023 e del -21% rispetto alla media delle ultime quattro campagne, un dato più pesante rispetto alla media nazionale (-15%). La causa principale è la fisiologica annata di scarica, aggravata dalle difficoltà climatiche che hanno penalizzato le regioni del Sud.

La provincia di Chieti rimane il cuore della produzione regionale con 3,1 milioni di kg di olio, circa il 50% del totale, seguita da Pescara (25%), Teramo (23%) e L’Aquila (2%).

Nonostante i volumi in calo, la qualità degli oli abruzzesi è rimasta elevata. Le due DOP regionali, Aprutino Pescarese e Colline Teatine, hanno raggiunto nel 2025 quotazioni record di 12 €/kg, tra le più alte d’Italia, confermando il valore e l’identità dei prodotti locali.

Un passo decisivo per la valorizzazione del comparto è l’istituzione della nuova Indicazione Geografica Protetta “Olio d’Abruzzo”, fortemente voluta da CIA Agricoltori Italiani Abruzzo e approvata con parere favorevole dalla Regione (Determinazione n. 19/140 del 12 giugno 2024, pubblicata sul BURA n. 26 del 3 luglio 2024). L’IGP, ora in attesa del riconoscimento ministeriale, definisce standard di qualità elevati e promette ricadute positive sul reddito dei produttori locali.

“Il calo produttivo era in parte atteso, ma non deve oscurare la forza del nostro olio”, commenta Nicola Sichetti, Presidente di CIA Abruzzo. “I valori record raggiunti sul mercato testimoniano la qualità, l’identità territoriale e l’impegno dei nostri produttori. Guardando al prossimo raccolto, tra circa un mese, le previsioni sono molto positive: la sanità del prodotto è ottima e ci attendiamo una raccolta in linea con le annate di carica. Questa prospettiva ci dà fiducia e conferma il grande potenziale dell’olivicoltura abruzzese. Allo stesso tempo, l’avanzamento dell’IGP Olio d’Abruzzo rappresenta un’opportunità concreta per valorizzare le produzioni locali, aumentare il reddito dei nostri olivicoltori e generare benefici anche sul paesaggio e sul turismo.”

Nonostante la riduzione dei volumi, l’olivicoltura resta un pilastro dell’agroalimentare abruzzese. Per CIA Abruzzo, la crescita dei prezzi, il riconoscimento delle DOP e l’IGP indicano chiaramente la strada da seguire: puntare su qualità, distintività e sostenibilità per consolidare la presenza dell’Abruzzo sui mercati nazionali e internazionali.

Visualizza Allegato

1 In Evidenza - 18 ago 2025

Al via la vendemmia 2025 in Abruzzo: qualità alta, ma pesano giacenze e mercati in calo

È partita in Abruzzo la vendemmia 2025, anticipata in molte zone per le varietà bianche e precoci a causa del caldo di inizio stagione. I vignaioli sono già al lavoro tra la Costa dei Trabocchi, le colline teatine, la Valle Peligna e il Teramano. Le prospettive in campagna sono incoraggianti: le rese risultano regolari, lo stato sanitario delle uve è ottimo e, dopo due annate complesse, la produzione appare in ripresa, con aspettative qualitative molto alte.

L’improvviso downburst del 3 agosto caratterizzato da forte vento e grandine ha però colpito a macchia di leopardo diverse aree vitate, dalla costa al Chietino interno fino al Pescarese. A Fossacesia, in particolare, alcuni vigneti hanno subito danni nei filari più esposti.

Il Trebbiano e il Pecorino hanno già raggiunto un equilibrio ideale tra zuccheri e acidità, offrendo le basi per vini freschi e aromatici. Il Montepulciano, più tardivo, sta beneficiando delle escursioni termiche tra giorno e notte, condizione che favorisce maturazione fenolica e complessità aromatica. Nel complesso, il vigneto Abruzzo si presenta in buona salute e pronto a confermare l’identità territoriale che da sempre contraddistingue i suoi vini.

Accanto alle buone notizie in campagna, rimane però l’incertezza legata al mercato. Le cantine devono fare i conti con giacenze elevate, consumi interni stagnanti e un rallentamento delle esportazioni. A ciò si aggiungono le preoccupazioni per i dazi statunitensi, che rischiano di pesare ulteriormente sull’export abruzzese. Per affrontare la situazione, la Regione ha scelto di introdurre un blocco temporaneo della produzione, una misura straordinaria volta a riequilibrare il rapporto tra domanda e offerta e a contenere le eccedenze.

“L’annata 2025 ci consegna un quadro incoraggiante sul piano qualitativo”, commenta Nicola Sichetti, presidente di Cia Abruzzo, “Dopo anni difficili, i nostri vigneti hanno reagito bene e la vendemmia promette vini di grande identità. Tuttavia, non possiamo ignorare i segnali che arrivano dal mercato: consumi fermi, esportazioni rallentate e dazi ci obbligano a ragionare su un modello produttivo più equilibrato, che metta al centro la qualità e il valore del nostro vino. Il blocco temporaneo della produzione deciso dalla Regione va proprio in questa direzione: tutelare i produttori e il giusto rapporto tra domanda e offerta”.

La vendemmia proseguirà a più riprese fino a ottobre, con l’auspicio che il mese in corso non riservi altri eventi climatici estremi. 


Visualizza Allegato
News Cia Abruzzo

1 In Evidenza - 10 dic 2021

Donne in Campo-Cia da Ismea: pieno accordo su difesa e rilancio misure dedicate

“La destinazione delle risorse a favore delle donne imprenditrici in agricoltura, deve essere tutelata e rafforzata soprattutto per la visione di futuro che veicolano nel loro prezioso lavoro quotidiano: un approccio cruciale per affrontare le prossime sfide, a partire dalla transizione verde. Ecco perché le misure a sostegno restano assolutamente strategiche”. Ad affermarlo è Pina Terenzi, presidente nazionale di Donne in Campo, l’Associazione al femminile di Cia-Agricoltori Italiani nel corso dell’incontro con Ismea, l’Istituto di servizi per il mercato agricolo e alimentare. Appuntamento con il suo presidente Angelo Frascarelli e il responsabile servizi per le imprese Giorgio Venceslai, che ha visto anche la partecipazione della Dg di Cia, Claudia Merlino.

Nel confronto con Ismea -fa sapere l’Associazione di Cia- c’è stato pieno accordo sulla necessità di difendere e rilanciare le misure dedicate alle imprenditrici agricole. Inoltre, perfettamente consapevole dell'importanza del ruolo femminile in agricoltura, il presidente Frascarelli ha assicurato l'indirizzo dei fondi alle donne nella misura Ismea “Più impresa”, dedicata ai giovani ed estesa alle agricoltrici, anche in previsione della confluenza in questo, del fondo “Donne in Campo, azione tesa alla semplificazione delle misure di sostegno alle aziende giovanili e femminili”.

Infine, è stato concordato l’impegno a garantire che le imprenditrici possano adeguatamente essere sostenute dalle risorse del PNRR a loro dedicate. Ciò, rimarcando come le donne dell’agricoltura abbiano costruito negli anni, attraverso la multifunzionalità, un forte dialogo con la società, riportando l’agricoltura al centro per la qualità della vita dei cittadini.

“Ora, nel riordino delle misure dedicate al sostegno delle aziende agricole -ha affermato in conclusione la Dg di Cia-Agricoltori Italiani Claudia Merlino- sarà importante un'analisi di impatto delle misure per garantire la loro efficacia”.

Visualizza Allegato





1 In Evidenza - 09 dic 2021

Appello Cia al Consiglio di Stato: fare il pane torni tra le attività agricole

Fare il pane rientra assolutamente tra le attività agricole e deve avere lo stesso regime fiscale dedicato. Per questi motivi, Cia-Agricoltori Italiani è ricorsa in appello al Consiglio di Stato contro la sentenza del Tar del Lazio n. 4916/2021 che ha escluso dalle attività agricole connesse proprio la “produzione di prodotti di panetteria freschi” e la “produzione di pane”.

I giudici amministrativi -ricorda Cia- hanno accolto un ricorso di Fippa, la Federazione italiana panificatori e affini, annullando i decreti del Ministero dell’Economia e delle Finanze nella parte in cui questi, nel 2010 e nel 2011, avevano inserito la produzione di pane tra le attività connesse a quella agricola. Un’inclusione che determinava, tra le altre cose, l’applicazione del regime fiscale riservato agli agricoltori anche alla produzione di pane. In assenza, invece, il regime di tassazione è quello più gravoso stabilito, in generale, per le attività commerciali. 

Chiarito che la sentenza non riguarda anche il successivo decreto del MEF del 2015, che è tuttora valido ed efficace, con l’assistenza dei professori Antonello Madeo e Giampaolo Austa, Cia ha evidenziato la strumentalità dell’azione promossa dall’associazione di categoria dei panificatori anche in ragione della mancata impugnazione del successivo decreto del 2015 che -si ribadisce- ha incluso nuovamente la produzione di pane tra le attività connesse a quella agricola. 

Cia ha quindi ribadito come l’applicazione del regime fiscale riservato alle imprese agricole anche per la parte relativa all’attività della produzione di pane è una condizione necessaria ad assicurare la sopravvivenza di un settore importante del nostro Paese per tradizione e cultura. Diversamente, l’attività di produzione di pane da parte degli agricoltori potrebbe diventare insostenibile dal punto di vista economico, con conseguente scomparsa di tante piccole imprese della filiera.

Ora confidiamo che il Consiglio di Stato possa condividere i nostri motivi di appello -ribadisce Cia- impedendo l’equiparazione, dal punto di vista fiscale, dei panificatori imprenditori agricoli e di quelli commerciali che sono, invece, due categorie distinte e non paragonabili da nessun punto di vista. 

Visualizza Allegato





1 In Evidenza - 03 dic 2021

Suolo: Cia, puntare sui traguardi del 2021. Da salvare già 70% terreni Ue

L’accordo raggiunto Glasgow per mettere fine alla deforestazione con investimenti per quasi 20 miliardi di dollari e la piantumazione di mille miliardi di alberi a livello mondiale, stabilita dal G20 di Roma, richiedono da qui al 2030 uno sforzo di grande responsabilità e concretezza riaffermando, come mai in passato, anche la centralità del terreno nella conservazione e nello sviluppo sostenibile della vita sul pianeta. In giorni di bilanci sull’anno che sta per concludersi, ci si prepari a fare la quadra anche su progetti e risorse in campo contro il degrado del suolo e senza dimenticare la specifica Strategia Ue per traguardare gli obiettivi del Green Deal. Così Cia-Agricoltori Italiani in vista della Giornata mondiale del suolo che ricorre domenica 5 dicembre con focus su "Fermare la salinizzazione del suolo, aumentarne la produttività”.

Si tratta, secondo Cia, di un percorso complesso, ma strategico. Può offrire all’Europa intera una rinnovata consapevolezza dei rischi e delle opportunità. Basti pensare che invertire la perdita di biodiversità e il consumo di suolo, può fruttare 1400 miliardi di dollari all’anno, ma soprattutto frenarne il degrado vuol dire farsi carico delle pessime condizioni di salute in cui versa già il 70% dei terreni in Europa. E ancora, combattere erosione (persi 1 milione di tonnellate) e cementificazione (già su 40 mila ettari). 

Dunque, la Strategia europea sul suolo al 2030, sottolinea Cia, sia un faro per un approccio positivo all’emergenza in atto, guidando ciascun Paese nella gestione sostenibile del suolo che contribuisce a mitigare i cambiamenti climatici. Occorre mettere in salvo gli ecosistemi e mantenerli sani, affrontando, come ricorda Fao, il problema globale della salinizzazione e sodificazione del suolo, grave minaccia per la la produzione agricola, la sicurezza alimentare e lo sviluppo sostenibile nelle regioni aride e semi-aride. 

Il protagonismo degli agricoltori per il Green Deal -chiarisce Cia, sul campo con il portale ciaperilsuolo.it nell’ambito del progetto Soil4Life- si esprime, ovviamente, con un impegno concreto sul fronte ambientale. Negli ultimi anni, infatti, il settore primario ha ridotto le sue emissioni (-25%), limitato il consumo di acqua e il ricorso alla chimica (-27%) e accresciuto le superfici biologiche (+56%). L’agricoltura è cruciale nell’assorbimento di C02, sequestrando 0,5 tonnellate di carbonio per ettaro l’anno. Inoltre, boschi e foreste, assorbono fino al 40% delle emissioni di gas serra a livello globale e, solo in Italia, trattengono circa 90 mln di tonnellate di anidride carbonica. 

Arriva, infine, dall’ultima Assemblea nazionale, l’ultimatum di Cia alle istituzioni affinché si adoperino per una valorizzazione della funzione ambientale dei settori agricolo e forestale con il trattenimento al suolo del carbonio. Bisogna recuperare e spingere sulla corretta gestione e manutenzione delle foreste, fonti straordinarie di ossigeno e di materie prime rinnovabili e prima risorsa per lo sviluppo delle aree rurali e montane. Un compito cucito addosso agli agricoltori, sia perché il 40% delle aziende del settore è interessato da boschi, sia perché sono già custodi e guardiani del territorio, anche in chiave climatica. 

Concorrono alla causa, aggiunge Cia, il recupero e la ristrutturazione di fabbricati rurali, nei piccoli centri e borghi per fermare lo spopolamento dei territori e il loro impoverimento agricolo, ambientale e paesaggistico, adeguando e sviluppando la rete infrastrutturale fisica e digitale, per agevolare la mobilità e riorganizzare il sistema di gestione territoriale. PNRR e PAC, ancora una volta, devono tornare estremamente utili all’obiettivo. 

Visualizza Allegato





1 In Evidenza - 03 dic 2021

Manovra: Anp-Cia, pensioni minime a bocca asciutta. Si aumenti assegno a 780 euro

Insoddisfazione per pensioni minime e redditi bassi dimenticati, solo parzialmente compensata dai buoni risultati su sanità e sociale. La proposta di legge di bilancio per il 2022 sembra una medaglia a due facce, così Anp, l’Associazione nazionale pensionati di Cia-Agricoltori Italianiche ha già presentato delle proposte emendative con l’obiettivo di favorire una stagione di riforme e investimenti, superando le criticità della fase pandemica. Innanzitutto, la necessità di aumentare gli assegni al minimo dagli attuali 515 a 780 euro mensili, oltre alla revisione dei criteri di accesso per la pensioni di cittadinanza, che hanno impedito alla stragrande maggioranza dei pensionati di beneficiarne. A questo si aggiunge la proposta di revisione delle detrazioni e deduzioni per il recupero –almeno- delle spese mediche, come avviene per tutti gli altri cittadini.

Aver dimenticato le pensioni minime ancora una volta appare molto grave, soprattutto in un momento in cui l’inflazione riparte al galoppo e incide sui beni di prima necessità, insieme ai consistenti aumenti (dal 30 al 50%) delle bollette di gas e luce. Viene, invece, considerato da Anp solo un mero palliativo l’indicizzazione che porterà a un aumento di poco più di 9 euro mensili. Unico risultato positivo, il riconoscimento del lavoro agricolo usurante agli agricoltori, tale da permettere l’anticipo pensionistico senza penalizzazioni.

Riguardo alle riduzioni fiscali, se -da una parte- Anp apprezza la volontà di attenuare il carico sulle pensioni (le più tassate d’Europa) -dall’altra- auspicava maggiore equilibrio e progressività nelle determinazione delle aliquote. Per i redditi fino a 15mila euro siamo, infatti, ancora fermi al 23%, senza alcun miglioramento per le pensioni basse, mentre sembrerebbero premiati solo i redditi alti, rischiando di ampliare la forbice delle disuguaglianze sociali nel Paese.

Positiva, invece, per Anp la parte relativa a sanità e sociale. Sembra, così, aprirsi una nuova stagione di investimenti per strutture e servizi, nella direzione da sempre auspicata dall’associazione. E’ questa la sfida più importante per i prossimi anni, assieme alla conferma delle azioni di contrasto al Covid, vaccini in primis. E’ necessario recuperare tutti i ritardi negli interventi ordinari, che riguardano in particolar modo gli anziani. Dovrà essere, quindi, straordinario l’impegno di Stato e Regioni per spendere bene le risorse, soprattutto quelle del Pnrr. Senza dimenticare l’applicazione capillare sul territorio dei Lea (Livelli essenziali di assistenza) e dei Leps (livelli essenziali delle prestazioni sociali), insieme a tutte le maggiori priorità: medicina territoriale e domiciliare, prevenzione oncologica e telemedicina, servizi per la non autosufficienza e le cronicità, oltre alle Case di Comunità. Se per Anp è apprezzabile la previsione sul potenziamento del personale sanitario medico e infermieristico, resta ancora da definire il ruolo dei medici di medicina generale, verso i quali c’è l’auspicio di un rafforzamento del loro ruolo centrale nell’ambito sia dei servizi di diagnostica che di cura.

Visualizza Allegato





1 In Evidenza - 01 dic 2021

Lavoro: Cia, bene apertura tavolo rinnovo CCNL per 1 mln operai agricoli

Si sono aperte oggi le trattative per il rinnovo del CCNL degli operai agricoli e florovivaisti, in scadenza il prossimo 31 dicembre 2021. Per Cia-Agricoltori Italiani il nuovo strumento normativo -riguarda oltre 1 milione di lavoratori e 190 mila imprese- sarà strategico per la riorganizzazione del lavoro nel settore rurale.

Nel contesto sociale del post pandemia, il rinnovo del CCNL potrà, infatti, rappresentare l'opportunità per la creazione di nuovi modelli di organizzazione del lavoro in agricoltura, settore che ha dimostrato di essere strategico per il Paese e fondamentale per il rilancio della nostra economia. Le aziende, attualmente, lamentano l'assenza di strumenti flessibili idonei alla tipologia prettamente stagionale dell’occupazione nel mondo agricolo. Cia ritiene questa l’occasione per venire incontro sia alle criticità delle imprese che alle esigenze dei lavoratori, contribuendo ad allargare sempre di più le maglie della legalità nei rapporti di lavoro. L’auspicio, dunque, perché si trovino le giuste soluzioni ai problemi di carattere economico-sociale nel più breve tempo possibile. 

Visualizza Allegato





1 In Evidenza - 01 dic 2021

Caporalato: Cia, avanti su strategie di sistema per filiere agroalimentari etiche

Servono azioni di sistema per sconfiggere il caporalato in agricoltura, con un’alleanza necessaria tra istituzioni, parti sociali e terzo settore, per costruire insieme filiere etiche in cui sono rispettati i diritti fondamentali dei lavoratori e vengono premiate e sostenute le aziende sane e legali che, oggi, pagano il prezzo di una concorrenza sleale bastata sullo sfruttamento del lavoro. Questo il messaggio condiviso uscito dal seminario a Roma di “Rural Social ACT”, il progetto con Cia-Agricoltori Italiani capofila di 30 partner tra cooperative, consorzi, Ong e associazioni che punta sull’agricoltura sociale per promuovere processi virtuosi di inclusione e re-inserimento socio-lavorativo dei migranti e contrastare il fenomeno del caporalato.

            Il seminario, il terzo dei 12 previsti su tutto il territorio nazionale, si è tenuto nell’Auditorium Giuseppe Avolio di Cia ed è stato l’occasione per un confronto più ampio sul tema, dalle politiche migratorie agli strumenti messi in campo, come la Rete del Lavoro Agricolo di Qualità.

            “Rural Social ACT è un progetto ambizioso, che si inserisce nel Piano triennale di contrasto al caporalato, in attuazione della legge 199/2016, finanziato dal Fondo FAMI e dal Ministero del Lavoro -ha ricordato Corrado Franci, coordinatore nazionale del progetto e dirigente Cia-. Il nostro obiettivo è quello di contrastare efficacemente il caporalato con la leva dell’agricoltura sociale, aiutando i migranti a integrarsi, ad avere un lavoro dignitoso e a contribuire allo sviluppo socio-economico del Paese”. Cia-Agricoltori Italiani “è l’unica associazione datoriale che si è esposta -ha continuato Franci- perché le vittime di questo odioso fenomeno non sono soltanto i lavoratori, ma anche le aziende sane, che sono la maggioranza e subiscono una concorrenza sleale nel settore agroalimentare a causa di queste nuove forme di schiavitù. Noi, attraverso questo progetto, vogliamo fare di più, passare all’azione, consapevoli che c’è ancora tanta strada da fare. Da una parte bisogna valorizzare e potenziare lo strumento della Rete del Lavoro Agricolo di Qualità, prevedendo incentivi per le imprese che si iscrivono e alleggerendo la burocrazia, e dall’altro bisogna lavorare sulla formazione e sulla sensibilizzazione, perché la repressione da sola non basta, coinvolgendo istituzioni e consumatori. Solo tutti insieme, si può togliere ossigeno al caporalato”.

            Sulla stessa linea la vicepresidente della Commissione Agricoltura della Camera Susanna Cenni. “Non basta fare leggi, è necessario fare il punto sullo stato di attuazione -ha detto-. Dal documento conclusivo dell’indagine conoscitiva sul fenomeno del caporalato, è venuto fuori che l’impianto della legge è buono, ma ci sono ancora margini di attuazione su cui lavorare. In primis sulla Rete del Lavoro Agricolo di Qualità, dove serve più impegno per far iscrivere le aziende, ad esempio inserendo premialità come ha fatto la Regione Emilia-Romagna”. Molto positivo, invece, per evitare distorsioni sui mercati agroalimentari, “il decreto contro le pratiche commerciali sleali che ha messo fine alle aste a doppio ribasso -ha proseguito Cenni- così come l’introduzione della clausola sociale nella nuova Pac”. Oggi “grazie al PNRR, abbiamo risorse, strumenti e norme per fare di più e meglio contro il caporalato. La qualità del lavoro deve diventare un valore aggiunto in agricoltura, come avere l’Igp e la Dop -ha chiarito l’onorevole-. Contemporaneamente, è necessario fare un tagliando alle politiche dell’immigrazione, che vanno attualizzate”.

            Proprio da questo punto è partito l’intervento di Tatiana Esposito, direttore generale DG Immigrazione e Politiche di integrazione. “La normativa sull’immigrazione è molto datata -ha evidenziato-. Serve renderla più rispondente ai bisogni attuali, produttivi e sindacali. Il decreto flussi funziona male, speriamo che con la pandemia emerga sempre più forte la consapevolezza della necessità di dotarci di una nuova legislazione, più snella, efficace e moderna”. Quanto al progetto “Rural Social ACT”, ha sottolineato Esposito, “è la vittoria di una scommessa, visto che l’avviso prevedeva come prerequisito la presenza delle parti sociali nel partenariato. Il progetto è un pezzo importante del Piano triennale di contrasto al caporalato che nasce con un budget in evoluzione e un lavoro corale di tre Ministeri”. Esposito ha quindi ricordato l’adozione delle Linee Guida sull’identificazione e protezione delle vittime di sfruttamento, dove “bisogna armonizzare i percorsi di tutela che oggi sono fragili. Stiamo lavorando sul Testo Unico Immigrazione per solidificare i percorsi di uscita dallo sfruttamento, per offrire ai lavoratori stranieri un’alternativa di vita e di lavoro regolare. Abbiamo scritto delle proposte che speriamo possano trovare spazio nella legge di Bilancio”. Un’altra novità importante, ha ribadito la dg, “è l’aumento sostanziale del numero di ispettori, con un cambio di approccio non solo quantitativo ma qualitativo, già sperimentato nell’ultimo anno con la task-force insieme ai mediatori culturali”. Quanto alla Rete del Lavoro Agricolo di Qualità, ha concluso Esposito, “finora il numero di aziende iscritte è insignificante. Bisogna aggiungere al vantaggio reputazionale uno economico, inserendo incentivi e/o premialità e rivedendo i requisiti d’accesso”.

            Al seminario su “Rural Social ACT” è arrivato anche il messaggio del ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Andrea Orlando, letto all’inizio dei lavori. “Purtroppo la concomitanza di altri impegni istituzionali non derogabili mi impediscono di poter prendere parte all’iniziativa -ha scritto-. Vi avrei partecipato molto volentieri anche perché il progetto Rural Social ACT è uno dei progetti qualificanti del programma triennale predisposto dal Ministero nell’azione di contrasto del caporalato. Come sapete, sono state messe in campo una serie di iniziative sinergiche tra istituzioni e parti sociali che puntano a combattere questo odioso fenomeno. Infatti oltre al richiamato progetto è stata avviata da Anpal una mappatura delle collaborazioni pubblico-private nell’ambito di servizi di intermediazione nel settore agricolo. Questo proprio al fine di costituire una rete di sportelli dedicati. E sono stati anche organizzati cicli di attività formative rivolte specificamente agli operatori. E’ iniziato anche un lavoro di analisi comparativa dei sistemi regionali di monitoraggio delle attività di intermediazione, propedeutico alla realizzazione di linee guida per la definizione degli standard di qualità dei servizi per il lavoro in agricoltura a trazione mista pubblico/privato”. Ma, ha continuato Orlando nel suo messaggio, “non è soltanto sui servizi per il lavoro che occorre investire, se consideriamo che le persone che cadono vittime di caporali sono con frequenza ricattate per alloggio e trasporto. Su questo, grazie a un investimento del Ministero del Lavoro, insieme ad Anci, abbiamo avviato una mappatura relativa alla presenza di lavoratori stranieri impiegati nell’ambito agroalimentare che vivono in realtà formali e informali all’interno dei territori dei Comuni italiani. La raccolta dati è in corso. Sono sicuro che da quest’iniziativa emergeranno elementi di sicuro interesse per l’azione che stiamo portando avanti -ha chiosato- e non mancheranno ulteriori e ravvicinate occasioni di confronto”.

Visualizza Allegato