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1 In Evidenza - 05 set 2025

SRD01 – Investimenti produttivi agricoli per la competitività delle aziende agricole

La Regione Abruzzo ha pubblicato il bando SRD01 “Investimenti produttivi agricoli per la competitività delle aziende agricole”, con una dotazione complessiva di 15 milioni di euro.
L’obiettivo è sostenere le imprese agricole che intendono innovare, migliorare la produttività e adottare soluzioni sostenibili, rafforzando così la competitività del settore.

Dotazione finanziaria e soglie di investimento

Il bando dispone di 15 milioni di euro, così ripartiti:

  • € 7,5 milioni per progetti fino a € 200.000

  • € 7,5 milioni per progetti oltre € 200.000

Sono ammissibili investimenti con:

  • importo minimo: € 20.000

  • importo massimo: € 3.000.000 (le eccedenze non vengono finanziate)

Intensità del sostegno

Il contributo base è pari al 50% delle spese ammissibili, con importanti maggiorazioni nei casi previsti:

  • 80% per giovani agricoltori (≤ 40 anni, insediati da non più di 5 anni)

  • 60% per aziende ubicate in zone montane, ZVN o aree Natura 2000

  • 80% per investimenti ambientali e in energia rinnovabile (es. riduzione inquinanti, efficientamento energetico, sistemi di irrigazione con risparmio idrico)

  • 60% per aziende biologiche (in fase di conversione o mantenimento)

È inoltre possibile combinare il contributo con il prestito Fi.R.A. a tasso zero, così da ridurre ulteriormente il fabbisogno finanziario.

Beneficiari

Possono presentare domanda:

Imprenditori agricoli (art. 2135 c.c.), singoli o associati.

Requisiti principali:

  • Iscrizione alla CCIAA con Partita IVA agricola

  • Fascicolo Aziendale aggiornato e validato

  • Dimensione economica ≥ € 15.000 PS (≥ € 10.000 per aziende in montagna o aree svantaggiate)

  • Disponibilità giuridica dei terreni (proprietà, usufrutto o affitto ≥ 9 anni)

  • Realizzazione degli investimenti nel territorio abruzzese

Tipologie di investimenti ammissibili

Sono considerate ammissibili le seguenti spese:

  • Opere edilizie e infrastrutturali: fabbricati produttivi, serre, invasi idrici, stoccaggi, impianti per autoconsumo, bonifica amianto

  • Macchinari e attrezzature: destinati a produzione, trasformazione, commercializzazione, agricoltura di precisione

  • Software e brevetti legati al ciclo produttivo

  • Spese tecniche: fino al 4% del costo totale (8% in caso di opere edili)

  • Investimenti irrigui: ammessi solo se garantiscono un effettivo risparmio idrico, con sistemi di misurazione e nel rispetto della Direttiva 2000/60/CE

Scadenza

Le domande devono essere presentate entro il 19 dicembre 2025.


Per maggiori informazioni rivolgiti all'ufficio CIA a te più vicino.

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1 In Evidenza - 02 set 2025

Danni da fauna selvatica: CIA Abruzzo contesta la nuova procedura regionale e chiede un confronto immediato

CIA Abruzzo esprime profonda preoccupazione per la Delibera Regionale n. 516 del 5 agosto 2025, con cui la Regione ha approvato le nuove modalità operative per la concessione dei contributi per i danni da fauna selvatica.

In rappresentanza di centinaia di aziende agricole e zootecniche, la CIA Abruzzo denuncia l’impraticabilità delle procedure previste e chiede la sospensione immediata del provvedimento, accompagnata dalla convocazione urgente di un tavolo tecnico con le Organizzazioni Professionali Agricole.

“Pur riconoscendo il principio di garantire trasparenza e regole chiare”, dichiara Nicola Sichetti, Presidente CIA Abruzzo, “le nuove modalità operative rischiano di trasformarsi in un ostacolo insormontabile per le aziende, già duramente provate dai danni crescenti causati dalla fauna selvatica”.

Tra le criticità segnalate:

  • Oneri procedurali insostenibili e tempi irrealistici, che paralizzano l’attività agricola e rendono difficile presentare domanda;

  • Meccanismi di accertamento iniqui, che espongono le aziende al rischio di sotto-indennizzo, soprattutto per i danni di entità ridotta;

  • Aleatorietà del risarcimento, subordinato alla disponibilità di fondi e privo di un fondo regionale dedicato e adeguatamente finanziato.

Per questo la CIA Abruzzo chiede:

  1. La sospensione della delibera dal 1° settembre 2025;

  2. La riscrittura condivisa delle procedure con le rappresentanze agricole;

  3. L’istituzione di un fondo regionale certo e adeguato;

  4. Il riconoscimento di un risarcimento integrale (100%) dei danni accertati, a tutela del ruolo economico e sociale degli agricoltori.

“Gli agricoltori e gli allevatori non possono essere lasciati soli davanti a un problema che mina la sostenibilità delle imprese e l’equilibrio del territorio”, conclude Sichetti, “Serve una risposta immediata, concreta e condivisa”.

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1 In Evidenza - 02 set 2025

Gaza: Cia, fermare la guerra e la carestia in atto

È inaccettabile usare la fame come arma di guerra. Anche l’Onu certifica che a Gaza è in corso una carestia, ora bisogna fermare questo scempio e garantire finalmente alla popolazione un accesso sicuro e senza ostacoli ad aiuti alimentari su vasta scala. Lo dice Cia-Agricoltori Italiani, sostenendo con forza tutte le iniziative umanitarie messe in campo, come quella della Global Sumud Flotilla.   


“L’accesso al cibo è sancito dal diritto internazionale e deve essere rispettato in ogni circostanza, anche nei conflitti -dice il presidente nazionale Cristiano Fini-. Come cittadini e come organizzazione di agricoltori, non possiamo restare in silenzio di fronte alla condizione di fame e malnutrizione massiccia che oggi colpisce la Striscia. Migliaia di persone, in primis donne, bambini e anziani, stanno lottando per la sopravvivenza, tra il blocco quasi totale degli approvvigionamenti e la distruzione sistematica di campi, mercati, infrastrutture idriche e stradali”. Adesso, continua Fini, “auspichiamo che la pressione internazionale sblocchi gli aiuti a Gaza. Serve un cessate il fuoco immediato e prolungato per consentire una vasta azione umanitaria salvavita e fermare la carestia, perché non è tollerabile trasformare un diritto fondamentale come il cibo in uno strumento di punizione collettiva”. 

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1 In Evidenza - 01 set 2025

CIA Abruzzo: “Agricoltura al primo posto per imprenditori over 70. Urgente investire su giovani"

L’agricoltura è il settore più colpito dall’invecchiamento imprenditoriale in Italia. Quasi un titolare su tre (28,3%) ha oltre 70 anni e più di due su tre superano i 55 anni. In Abruzzo, la situazione è ancora più marcata: secondo i dati Unioncamere e InfoCamere, il 14% delle aziende agricole è guidato da over 70, mentre i giovani sotto i 25 anni sono appena 330 su oltre 44.000 imprese.

Un fenomeno che si inserisce in un quadro di forte riduzione strutturale: dal 2010 al 2025 hanno chiuso i battenti 182.424 imprese agricole in Italia, pari a una contrazione del 21%, con oltre 200mila imprese individuali scomparse. In Abruzzo, la provincia di Chieti figura tra le più colpite a livello nazionale, con il 17,6% di over 70 tra i titolari e un incremento di quasi 5 punti percentuali in dieci anni.

“Il settore agricolo resiste, ma senza ricambio generazionale rischia di non avere futuro”, dichiara Nicola Sichetti, Presidente CIA Abruzzo, “Non possiamo permettere che il peso delle aziende resti sulle spalle di una classe imprenditoriale che invecchia, senza garantire ai giovani opportunità reali di ingresso”.

Il problema è strutturale: solo il 9% delle aziende italiane è oggi condotto da under 40. Le difficoltà di accesso al credito, i costi di avviamento elevati e la burocrazia scoraggiano i giovani. “Occorre un piano straordinario che metta al centro i giovani agricoltori, sostenendoli con incentivi fiscali, formazione, digitalizzazione, innovazione tecnologica e transizione ecologica”, prosegue Sichetti, “Bisogna offrire strumenti moderni che rendano l’agricoltura non solo tradizione, ma un settore competitivo, sostenibile e redditizio”.

L’innovazione è la chiave per rendere l’agricoltura attrattiva: agricoltura di precisione, uso di droni e sensori, energie rinnovabili, gestione digitale delle aziende e pratiche sostenibili possono rappresentare il vero motore del ricambio generazionale. “La formazione dei giovani e il loro coinvolgimento nei programmi di ricerca e sviluppo devono diventare una priorità. È l’unico modo per trasformare l’invecchiamento in un’opportunità di rinnovamento”, conclude il Presidente della Confederazione.

A ribadire l’urgenza di interventi concreti arriva anche la voce dei giovani: Diego Pasqualone, Presidente Agia Abruzzo, sottolinea come “gli istituti di credito abbiano una responsabilità fondamentale in questa fase. Senza un reale sostegno finanziario i giovani restano fuori dall’agricoltura, nonostante entusiasmo e idee innovative. Servono strumenti di accesso al credito semplici, veloci e sostenibili, perché solo così possiamo trasformare la voglia di impresa delle nuove generazioni in aziende solide e capaci di competere”.

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1 In Evidenza - 25 ago 2025

Olio d’Abruzzo: qualità e valore crescono, mentre i produttori guardano con fiducia alla nuova annata

L’olivicoltura abruzzese conferma il suo ruolo strategico nello scenario nazionale, pur registrando per la campagna 2024/2025 un calo produttivo significativo. Secondo le elaborazioni ISMEA, l’Abruzzo ha prodotto 6.288 tonnellate di olio, in flessione del -24% rispetto al 2023 e del -21% rispetto alla media delle ultime quattro campagne, un dato più pesante rispetto alla media nazionale (-15%). La causa principale è la fisiologica annata di scarica, aggravata dalle difficoltà climatiche che hanno penalizzato le regioni del Sud.

La provincia di Chieti rimane il cuore della produzione regionale con 3,1 milioni di kg di olio, circa il 50% del totale, seguita da Pescara (25%), Teramo (23%) e L’Aquila (2%).

Nonostante i volumi in calo, la qualità degli oli abruzzesi è rimasta elevata. Le due DOP regionali, Aprutino Pescarese e Colline Teatine, hanno raggiunto nel 2025 quotazioni record di 12 €/kg, tra le più alte d’Italia, confermando il valore e l’identità dei prodotti locali.

Un passo decisivo per la valorizzazione del comparto è l’istituzione della nuova Indicazione Geografica Protetta “Olio d’Abruzzo”, fortemente voluta da CIA Agricoltori Italiani Abruzzo e approvata con parere favorevole dalla Regione (Determinazione n. 19/140 del 12 giugno 2024, pubblicata sul BURA n. 26 del 3 luglio 2024). L’IGP, ora in attesa del riconoscimento ministeriale, definisce standard di qualità elevati e promette ricadute positive sul reddito dei produttori locali.

“Il calo produttivo era in parte atteso, ma non deve oscurare la forza del nostro olio”, commenta Nicola Sichetti, Presidente di CIA Abruzzo. “I valori record raggiunti sul mercato testimoniano la qualità, l’identità territoriale e l’impegno dei nostri produttori. Guardando al prossimo raccolto, tra circa un mese, le previsioni sono molto positive: la sanità del prodotto è ottima e ci attendiamo una raccolta in linea con le annate di carica. Questa prospettiva ci dà fiducia e conferma il grande potenziale dell’olivicoltura abruzzese. Allo stesso tempo, l’avanzamento dell’IGP Olio d’Abruzzo rappresenta un’opportunità concreta per valorizzare le produzioni locali, aumentare il reddito dei nostri olivicoltori e generare benefici anche sul paesaggio e sul turismo.”

Nonostante la riduzione dei volumi, l’olivicoltura resta un pilastro dell’agroalimentare abruzzese. Per CIA Abruzzo, la crescita dei prezzi, il riconoscimento delle DOP e l’IGP indicano chiaramente la strada da seguire: puntare su qualità, distintività e sostenibilità per consolidare la presenza dell’Abruzzo sui mercati nazionali e internazionali.

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1 In Evidenza - 18 ago 2025

Al via la vendemmia 2025 in Abruzzo: qualità alta, ma pesano giacenze e mercati in calo

È partita in Abruzzo la vendemmia 2025, anticipata in molte zone per le varietà bianche e precoci a causa del caldo di inizio stagione. I vignaioli sono già al lavoro tra la Costa dei Trabocchi, le colline teatine, la Valle Peligna e il Teramano. Le prospettive in campagna sono incoraggianti: le rese risultano regolari, lo stato sanitario delle uve è ottimo e, dopo due annate complesse, la produzione appare in ripresa, con aspettative qualitative molto alte.

L’improvviso downburst del 3 agosto caratterizzato da forte vento e grandine ha però colpito a macchia di leopardo diverse aree vitate, dalla costa al Chietino interno fino al Pescarese. A Fossacesia, in particolare, alcuni vigneti hanno subito danni nei filari più esposti.

Il Trebbiano e il Pecorino hanno già raggiunto un equilibrio ideale tra zuccheri e acidità, offrendo le basi per vini freschi e aromatici. Il Montepulciano, più tardivo, sta beneficiando delle escursioni termiche tra giorno e notte, condizione che favorisce maturazione fenolica e complessità aromatica. Nel complesso, il vigneto Abruzzo si presenta in buona salute e pronto a confermare l’identità territoriale che da sempre contraddistingue i suoi vini.

Accanto alle buone notizie in campagna, rimane però l’incertezza legata al mercato. Le cantine devono fare i conti con giacenze elevate, consumi interni stagnanti e un rallentamento delle esportazioni. A ciò si aggiungono le preoccupazioni per i dazi statunitensi, che rischiano di pesare ulteriormente sull’export abruzzese. Per affrontare la situazione, la Regione ha scelto di introdurre un blocco temporaneo della produzione, una misura straordinaria volta a riequilibrare il rapporto tra domanda e offerta e a contenere le eccedenze.

“L’annata 2025 ci consegna un quadro incoraggiante sul piano qualitativo”, commenta Nicola Sichetti, presidente di Cia Abruzzo, “Dopo anni difficili, i nostri vigneti hanno reagito bene e la vendemmia promette vini di grande identità. Tuttavia, non possiamo ignorare i segnali che arrivano dal mercato: consumi fermi, esportazioni rallentate e dazi ci obbligano a ragionare su un modello produttivo più equilibrato, che metta al centro la qualità e il valore del nostro vino. Il blocco temporaneo della produzione deciso dalla Regione va proprio in questa direzione: tutelare i produttori e il giusto rapporto tra domanda e offerta”.

La vendemmia proseguirà a più riprese fino a ottobre, con l’auspicio che il mese in corso non riservi altri eventi climatici estremi. 


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News Cia Abruzzo

1 In Evidenza - 11 nov 2021

Premio Bandiera Verde Cia: vince l’agricoltura innovativa e di qualità che riparte dal territorio

Due giovani cugini che hanno puntato tutto sugli uliveti autoctoni e bio tra i boschi dell’Umbria, per un olio dall’impronta etica e sostenibile, prodotto con le migliori tecnologie per salvaguardarne ogni proprietà organolettica. Tre sorelle e la sfida, vinta, di creare un marchio riconosciuto per il riso di Sibari, un unicum, rispetto alle altre zone a vocazione risicola d’Italia, per il patrimonio geografico, pedologico, ambientale e potenziato da un approccio innovativo e di filiera per portare le varietà calabresi sul podio del riso italiano nel mondo. E ancora, un’azienda multifunzionale a 500 metri sulla Valle dello Jato e il lago Poma: un panorama tra Palermo, Trapani e Agrigento per una realtà che mette insieme la produzione di qualità di olio, uva da vino e ortaggi con l’impegno per il turismo e il sociale attraverso la fattoria didattica, i corsi di cucina, le degustazioni guidate e i percorsi benessere. Queste alcune delle realtà vincitrici di Bandiera Verde Agricoltura 2021, il Premio di Cia-Agricoltori Italiani ai nuovi campioni dell’agricoltura. Giunto alla XIX edizione, è stato consegnato oggi a Roma nella Protomoteca del Campidoglio a 10 aziende agricole, scelte in base a specifiche categorie. Assegnati anche 3 riconoscimenti a comuni rurali virtuosi, 6 extra-aziendali e 3 premi speciali.

Tutti esempi di innovazione e di vera rigenerazione sostenibile grazie, ad esempio, alla tracciabilità nei processi produttivi o al circuito chiuso negli allevamenti. Contribuendo, insieme, al ritratto di quell’Italia agricola già pronta alla transizione ecologica e digitale che chiede l’Europa, oltre a essere il motore produttivo delle aree rurali del Paese che fanno la qualità certificata e l’unicità territoriale del Made in Italy.

Serve, infatti, ricordare che sul territorio nazionale, le aree interne comprendono il 53% dei Comuni (4.261), pari a circa il 60% della superficie nazionale, con una popolazione di oltre 11 milioni di persone che, nonostante mille difficoltà infrastrutturali e nei servizi, non intendono abbandonare colline e boschi dove, non a caso, si sviluppa circa il 40% delle aziende agricole. Temi come tutela delle foreste contro il cambiamento climatico, salvaguardia del suolo contro il dissesto idrogeologico, risparmio idrico e basso impatto ambientale grazie alle nuove tecnologie, ma anche equità e dignità sociale, rilanciati dai recenti G20 e Cop26, trovano, dunque, lungo la dorsale appenninica e tra le sue imprese agricole, molti casi esemplari che meritano premi, ma anche sostegno concreto.

A vincere Bandiera Verde Gold, il premio assegnato al “campione dei campioni” fra tutti i premiati di quest’edizione, l’Azienda Agricola “Magisa” che dal 2004 esalta le qualità organolettiche del riso coltivato nella Piana di Sibari, in provincia di Cosenza, lavorato con sistema del tutto artigianale e gestendo l’intero ciclo della filiera per un alimento unico e meritevole di brevetti esclusivi per la Calabria.

Tra gli altri premi, riconoscimento speciale ai produttori del Sangiovese di Montelparo, nelle Marche, per aver saputo valorizzare i vigneti locali, ben ventilati e soggetti a una buona escursione termica, tra mare e montagna, tale da favorire la giusta maturazione ed esplosione di profumi e sapori in un vino bianco da bacca rossa. Inoltre, sono promotori di un progetto strategico per un’etichetta che mette insieme più produttori del territorio. Premiati anche i quattro giovani fondatori della realtà agricola più “hi-tech” del Centro Italia che hanno creato un grande impianto acquaponico nel Comune di Roma e stanno diventando leader nel settore dei cibi organici e del vertical farming. E poi, targa speciale all’imprenditore cinese che da 26 anni in Lombardia gestisce una straordinaria azienda che coltiva specialità multietniche, integrando lavoratori provenienti da aree del mondo in difficoltà.

Quanto alla nota sezione Agri-cinema, il premio Bandiera Verde a “I Villani” film documentario di Donpasta, Daniele De Michele. L’incontro del regista con otto produttori, in diverse località del Paese, di alimenti sani, nonostante più di un ostacolo. Racconto, innovativo e originale che dà valore all’enogastronomia Made in Italy richiamando anche gli aspetti più culturali.

Come ogni anno, poi, finestra sul mondo con la Bandiera Verde sezione Agri-Med che quest’anno va a un’azienda tutta al femminile del villaggio di Zarat, sede di una delle ultime Oasi costiere del Mar Mediterraneo e premiata perché dimostra quanto i sistemi locali agricoli e alimentari riescano a salvaguardare paesaggi e popolazioni. L’Agri-press, invece, va quest’anno al Gambero Rosso per l’istituzione della sezione “International” divenuta, anche attraverso il portale web, punto di riferimento nei percorsi di valorizzazione, nel mondo, del cibo italiano e del suo legame con i territori che lo rappresentano. Infine, in occasione di Bandiera Verde 2021, Cia è tornata a premiare anche Amatrice e il suo Centro di Formazione Professionale Alberghiero, nella sezione Agri-School, per l’impegno e la determinazione ad arginare l’abbandono di un territorio martoriato dal terremoto.

“Puntiamo sempre sulle aree rurali del Paese -ha dichiarato il presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Dino Scanavino- perché è dove, nonostante le difficoltà come la pandemia, e forse anche per queste, si sviluppa da tempo una tenacia produttiva degna di nota. E non c’è da meravigliarsi se l’approccio strategico per realizzare la transizione verde emerge in buone pratiche di aziende agricole, ma anche Comuni o Parchi e progetti, attivi lungo la dorsale appenninica. C’è grande attenzione per soluzioni ecologiche e tecnologiche. Consapevolezza del valore delle produzioni territoriali di qualità, biologiche e certificate. Ed è ciò che, oggi, con Bandiera Verde Agricoltura è stato giusto premiare, perché su di loro occorre investire”.

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1 In Evidenza - 10 nov 2021

Latte: Cia, accordo importante per garantire prezzo più equo ai produttori

L’accordo sul prezzo del latte è un primo importante risultato a sostegno della filiera lattiero-casearia e un buon punto di partenza per garantire un adeguato prezzo ai produttori, messi ko dall’aumento insostenibile dei costi delle materie prime sul fronte energetico e per l’alimentazione degli animali, con rialzi tra il 30% e il 50% negli ultimi mesi ed effetti diretti sui redditi degli allevatori già provati dalla pandemia. Questo il commento del presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Dino Scanavino, alla firma del protocollo d’intesa tra le organizzazioni agricole, le cooperative, l’industria e la grande distribuzione per la tutela degli allevamenti italiani.

            Con l’accordo di filiera, valido fino al 31 marzo 2022, gli allevatori potranno raggiungere il prezzo di 41 centesimi al litro, Iva esclusa. Il “premio emergenza stalle”, introdotto dall’intesa, è di 3 centesimi al litro. Un altro eventuale centesimo sarà integrato dall’industria di trasformazione o dalle cooperative nel caso in cui non si raggiunga la soglia massima di 41 centesimi.

            Dopo lunghe trattative, si è finalmente giunti all’intesa -sottolinea il presidente di Cia- che è il risultato del grande impegno del ministro Patuanelli e del contributo di tutte le parti della filiera a supporto dei produttori in un momento difficilissimo. Si tratta di un passo avanti per una distribuzione del valore più equa lungo la filiera e di una solida base di partenza per lavorare nel futuro. Positivo soprattutto l’impegno del Mipaaf a istituzionalizzare e rendere permanente il tavolo di filiera lattiero- caseario, nell’ottica di trovare soluzioni strutturali a sostegno del settore, che vale oltre 16 miliardi di euro, e oggi ha bisogno di investimenti e risorse per ripartire e crescere sui mercati.   

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1 In Evidenza - 09 nov 2021

Biologico: Cia, settore strategico per transizione. Più risorse nel PNRR

Il biologico è uno dei driver principali per la transizione del sistema agroalimentare verso la sostenibilità. Per questo, il settore deve diventare protagonista del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, accompagnato da risorse e progetti specifici e sostenuto da innovazione e ricerca. Prima di tutto, però, occorre approvare finalmente la legge sul biologico, dopo anni di attese e sollecitazioni, che ha avuto l’ok dal Senato ma ora è di nuovo ferma alla Camera per il via libera definitivo. Così il presidente di Cia-Agricoltori Italiani, Dino Scanavino, in occasione dell’evento d’apertura di B/Open, la prima fiera B2B dedicata al comparto, su “PNRR, filiera agroalimentare sostenibile e biologico: politiche e strategie di sviluppo”. La manifestazione, in corso oggi e domani a Verona, vede la presenza di Cia anche con uno spazio collettivo al Padiglione 12 Stand F4-F5.

            La legge nazionale sul biologico, insieme ai fondi del Piano, sono i pilastri necessari per la costruzione del futuro agricolo del Paese, come chiede l’Europa con il Green Deal -ha spiegato Scanavino-. Già oggi l’Italia è leader del settore in Ue con 80.000 operatori e oltre 2 milioni di ettari coltivati. Il carrello della spesa bio degli italiani ha superato nel 2021 i 4,5 miliardi e oggi il biologico vale il 6% delle esportazioni agroalimentari tricolori, regalando al Paese il secondo posto nella classifica mondiale dell’export di prodotti bio, subito dopo gli Stati Uniti.

            E’ evidente, quindi, l’importanza di eventi come questo, destinati agli incontri business con buyer e operatori commerciali, in particolare per una maggiore valorizzazione e promozione del bio Made in Italy sui mercati esteri, soprattutto nel post pandemia -ha continuato il presidente di Cia-. Più in generale, è chiaro che l’Italia deve mirare all’ulteriore sviluppo del comparto, sia per rispondere alle scelte d’acquisto dei consumatori, sempre più orientati al green, sia per guadagnare in sostenibilità, ambientale ed economica, puntando sui distretti biologici e su tutti gli strumenti di aggregazione, in primis OP e OI, oltre che sull’istituzione di un marchio bio italiano.

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1 INAC - 09 nov 2021

Esonero contributivo imprese agricole, al via le domande per il trimestre novembre-gennaio 2021

Aperta la procedura per la domanda di esonero dei contributi agricoli riferita ai mesi di novembre e dicembre 2020 e per gennaio 2021.

L’INPS, con il messaggio numero 3774 del 4 novembre, comunica di aver reso disponibile il modulo per la richiesta e fornisce un quadro riepilogativo sulla misura.

Si tratta dell’esonero dal versamento dei contributi previdenziali e assistenziali, con esclusione dei premi e contributi dovuti all’INAIL.

La domanda dovrà essere presentata entro 30 giorni dalla pubblicazione del messaggio in oggetto, ossia entro la scadenza del 4 dicembre 2021 che, cadendo di sabato, potrebbe essere differita a lunedì 6 dicembre.

A usufruire dell’agevolazione sono i lavoratori autonomi e le imprese appartenenti alle filiere agricole, della pesca e dell’acquacoltura, comprese le aziende produttrici di vino e birra, per i mesi di novembre 2020dicembre 2020 e gennaio 2021.

In particolare, i datori di lavoro lo possono rintracciare nel “Portale delle Agevolazioni”, mentre i lavoratori autonomi nel “Cassetto previdenziale Autonomi in agricoltura” alla sezione “Comunicazione bidirezionale”, valorizzando la dicitura “Invio comunicazione”.

All’interno del modulo, precisa l’INPS, i richiedenti devono specificare la quota di esonero che richiedono ai sensi della sezione 3.1. e/ 3.12 del “Quadro temporaneo per le misure di aiuto di Stato a sostegno dell’economia nell’attuale emergenza del Covid-19”.

Nel caso in cui siano valorizzate entrambe le sezioni, la somma delle quote di esonero deve corrispondere all’importo dell’esonero richiesto.

Una volta trascorsi i 30 giorni per la presentazione delle domande di esonero, in caso di esito positivo, a ciascun contribuente sarà comunicato l’importo autorizzato: tramite pec alle imprese, tramite news ai lavoratori autonomi.

Gli esiti saranno comunque visualizzabili, rispettivamente, nel “Portale delle Agevolazioni” e nei canali di “Comunicazione bidirezionale”.

Per le aziende agricole, tramite specifica news individuale, saranno comunicati gli importi esonerati, distinti per categoria (OTI e OTD), trimestre di competenza ed emissione di riferimento.

Le aziende che hanno già effettuato i versamenti in misura superiore a quella risultante a seguito dell’applicazione dell’esonero potranno richiederne la compensazione con la contribuzione da versare alle scadenze future, secondo le consuete modalità.

Entro 30 giorni dalla comunicazione dell’importo autorizzato in via definitiva, i beneficiari dell’esonero dovranno comunque provvedere al versamento della contribuzione dovuta eccedente.

Per ogni ulteriore dettaglio si rimanda al testo integrale del messaggio INPS numero 3774 di seguito allegato .

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1 In Evidenza - 05 nov 2021

Pratiche sleali: Cia, bene via libera Cdm. Più equità nella filiera agroalimentare

Grande soddisfazione per il via libera definitivo da parte del Cdm al Decreto legislativo sulle pratiche commerciali sleali, che consentirà finalmente maggiore tutela ed equità nei rapporti contrattuali tra gli attori della filiera agroalimentare, offrendo agli agricoltori gli strumenti necessari per migliorare la loro posizione negoziale rispetto agli altri operatori. Così Cia-Agricoltori Italiani, in merito all’approvazione in Consiglio dei ministri del Dlgs che recepisce la Direttiva Ue 2019/633 del Parlamento europeo.

Si tratta di un passo avanti significativo, atteso da molti anni e sostenuto fortemente da Cia, perché permette anche in Italia di mettere un freno alle speculazioni nel settore, riequilibrando in un’ottica più giusta i rapporti commerciali tra tutti i soggetti della filiera agroalimentare. Ad oggi infatti per l’ortofrutta fresca, ad esempio, su 100 euro spesi dal consumatore al supermercato, al produttore rimangono in tasca solo tra i 6 e gli 8 euro netti. Ancora meno nel caso dei prodotti trasformati, dove il margine in campo all’agricoltore è intorno ai 2 euro.

Tra l’altro -osserva Cia- l’approvazione del decreto arriva in un momento davvero complicato per le aziende agricole, messe ko dall’aumento insostenibile dei costi di produzione, a causa dei rincari di materie prime, energia, trasporti, mangimi, concimi e fertilizzanti, con rialzi tra il 30% e il 50% negli ultimi mesi ed effetti diretti sui redditi. In questo senso, il nuovo provvedimento servirà a garantire una più equa distribuzione del valore lungo la filiera, con un adeguamento dei prezzi ai maggiori costi produttivi.

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1 In Evidenza - 04 nov 2021

Nasce Aidaldo-Cia, Associazione invalidi e datori lavoro domestico

 Nasce con Cia-Agricoltori Italiani, Aidaldo, l’Associazione invalidi e datori di lavoro domestico, per rafforzare l’impegno che, da sempre, pone l’organizzazione a tutela delle categorie più svantaggiate. Eletti, nel corso dell’Assemblea costituente, Francesco Mazzei (Cosenza) presidente e Stefano Poleschi (Livorno) vicepresidente.

L’associazione Aidaldo-Cia va così a implementare le attività e gli sforzi delle associazioni interne all’organizzazione, come quella nazionale pensionati, Anp-Cia, che svolgono costantemente un ruolo importante e mirato a difesa delle persone e, soprattutto, delle più deboli.  

D’ora in avanti, infatti, con Aidaldo-Cia, si potrà intervenire oltre che sui diritti individuali, anche sulla tutela e la rappresentanza collettiva degli invalidi e dei datori di lavoro domestico.

“Ѐ importante dare voce, anche politicamente, ai tanti cittadini appartenenti a queste due categorie. Bene, dunque -è intervenuto, in apertura dei lavori, il presidente nazionale di Cia, Dino Scanavino- la costituzione di Aidaldo. Emergenze sociali, vecchie e nuove, richiedono un cambio di approccio e una maggiore attenzione alle esigenze degli invalidi e dei datori di lavoro domestico cui ormai, da tanti anni, già con il patronato Inac-Cia e il Caf-Cia, vengono garantiti individualmente i servizi per il riconoscimento dei diritti, l’accesso alle prestazioni economiche e gli adempimenti burocratici connessi”.

“Non c’è tempo da perdere -ha spiegato il neopresidente di Aidaldo-Cia, Francesco Mazzei, ringraziando anche per la fiducia accordata-. Attendono supporto e tutela già 8 mila datori di lavoro domestico che usufruiscono dei servizi e oltre 20 mila invalidi riconosciuti, ogni anno, tramite patronato Inac-Cia. Il nostro obiettivo è dare risposte concrete subito”.

Nella stessa sede assembleare, sono stati nominati anche i componenti del Consiglio generale e del Comitato direttivo.

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