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1 In Evidenza - 01 ago 2025

Dazi: Cia, bicchiere di vino mezzo vuoto


“Mai come oggi il vino è sotto attacco. Dopo l’accordo Ue-Trump sui dazi, l’impatto sarà totalmente svantaggioso per uno dei prodotti simbolo del Made in Italy: ogni bottiglia sullo scaffale in America potrà costare fino al 20% in più”. Così dichiara Cristiano Fini, presidente di Cia-Agricoltori Italiani, ricordando che gli Usa sono attualmente la prima piazza mondiale per il nostro export vitivinicolo con circa 1,9 miliardi di euro di fatturato nel 2024. ‘’L’accordo raggiunto penalizza di fatto solo l’Unione Europea: non si può, dunque, parlare di accordo positivo, essendo questo -di fatto- un accordo unilaterale’’, aggiunge Fini. Il comparto non è solo un’eccellenza produttiva, ma un vero motore economico per tutto il settore agricolo nazionale. L’introduzione di nuovi dazi su un mercato chiave come quello degli Stati Uniti avrebbe un impatto diretto soprattutto sulle piccole e medie imprese che hanno investito per anni su qualità, internazionalizzazione e sostenibilità. Ora tutti questi viticoltori rischiano di vedere compromessi i risultati raggiunti.

Per Fini serve un’azione politica forte e unitaria a livello nazionale ed europeo per indennizzare le nostre imprese dei maggiori costi che dovranno essere sostenuti per le esportazioni verso gli Usa. Queste risorse possono essere straordinarie o dovranno essere reperite nell'ordinarietà dei fondi comunitari, non interamente spesi. “Sarebbe un modo -dice Fini- per indennizzare le aziende dell'effetto dumping, che sarà superiore alle attese, considerando l'incremento dei costi lungo la filiera distributiva e la svalutazione del dollaro”.

A dipendere maggiormente dagli Stati Uniti per il proprio export sono i vini bianchi Dop del Trentino-Alto Adige e del Friuli-Venezia Giulia, con una quota del 48% e un valore esportato di 138 milioni di euro nel 2024; i vini rossi toscani Dop (40%, 290 milioni), i vini rossi piemontesi Dop (31%, 121 milioni) e il Prosecco Dop (27%, 491 milioni). Grandi numeri che i dazi possono scombinare lasciando strada libera ai competitor.

Per compensare l’effetto negativo dei dazi, Cia chiede anche di mettere in campo una nuova comunicazione sul vino, attraverso i fondi dell'Ocm promozione. “Bisogna fare meno leva su elementi classici come il terroir e puntare di più, invece, su concetti semplici e immediati, in grado di arrivare a quel target giovane che rappresenta il consumatore del futuro”.

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1 In Evidenza - 30 lug 2025

Agricoltura, Cia Abruzzo: “Manodopera difficile da trovare e ancora più difficile da trattenere”

CIA Abruzzo accende i riflettori su una problematica che sta diventando strutturale per l’agricoltura regionale: la carenza di manodopera per le attività di raccolta. Se da un lato è già complicato trovare lavoratori stagionali disponibili, dall’altro è ancora più difficile mantenerli operativi sul campo. In molti casi, i braccianti abbandonano il lavoro dopo appena un giorno, lasciando le aziende impreparate e senza alternative operative immediate.

“Ci troviamo in una situazione paradossale”, denuncia CIA Abruzzo. “Le imprese sono pronte ad assumere, ma i lavoratori, spesso selezionati attraverso canali ufficiali, si presentano e poi spariscono. Questo genera disservizi, ritardi nella raccolta e un incremento dei costi a carico delle aziende”.

Per affrontare questa crescente difficoltà, CIA Abruzzo ritiene necessario un cambio di passo che parta dal riconoscimento della complessità del lavoro agricolo oggi. Non si tratta più di un’attività puramente stagionale o improvvisata: serve personale motivato, formato, consapevole della fatica ma anche del valore professionale che questo settore comporta.

Una prima proposta riguarda proprio la formazione mirata: avviare corsi brevi ma intensivi, in grado di preparare concretamente i lavoratori alle condizioni reali del campo, aiutando al contempo le aziende a selezionare persone davvero interessate, riducendo così l’alto tasso di abbandono anche dopo il primo giorno di lavoro.

Per sostenere le imprese virtuose, diventa fondamentale attivare agevolazioni fiscali e contributive per chi assume regolarmente e garantisce condizioni contrattuali corrette. Questo consentirebbe di alleggerire il carico economico sulle aziende e rendere più competitivo il lavoro regolare rispetto a forme di impiego irregolari, purtroppo ancora presenti.

Un altro aspetto prioritario è quello dell'integrazione tra sistema produttivo e territorio. Serve una collaborazione strutturata con i centri per l’impiego, le amministrazioni comunali, gli enti del terzo settore e le cooperative che gestiscono i flussi migratori, affinché i lavoratori stranieri presenti sul territorio possano essere accompagnati verso percorsi di lavoro legale, sicuro e qualificato. In molti casi, queste realtà svolgono un ruolo cruciale nell’orientamento, nella mediazione culturale e nella formazione, ma restano escluse dai tavoli operativi.

Infine, CIA Abruzzo ribadisce l’urgenza di rafforzare i controlli sul lavoro sommerso e sul caporalato, fenomeni che alterano la concorrenza, abbassano la qualità del lavoro e minano la dignità dei lavoratori. Solo garantendo legalità e sicurezza sarà possibile rendere attrattivo, stabile e giusto il lavoro nei campi.

“La risposta”, conclude CIA Abruzzo, “non può essere solo lamentarsi della mancanza di braccia: servono strumenti, regole chiare e un sistema che valorizzi chi vuole lavorare con dignità, e chi offre lavoro in modo trasparente”.

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1 In Evidenza - 30 lug 2025

Dazi: Cia, conto salato per il Made in Italy agroalimentare. Più che un accordo sembra una resa


Più che un accordo, l’intesa sui dazi al 15% sembra una resa. Ora l’export del Made in Italy agroalimentare verso gli Usa (7,8 miliardi di euro nel 2024) rischia grosse perdite in settori chiave come vitivinicolo, olio, pasta e riso, caseario, senza ottenere niente in cambio. Oltre all’impatto diretto, si corre il pericolo anche di un grave danno all’intero indotto agroindustriale, con pesanti ripercussioni sull’occupazione. Così il presidente di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini, commenta l’accordo fra la presidente della Commissione Ue, Ursula Von der Leyen e il presidente Usa, Donald Trump. “Nonostante sia stata evitata la tariffa al 30%, resta una grande preoccupazione per l’impatto reale di questi dazi, ma prima di trarre conclusioni definitive vogliamo aspettare gli sviluppi dei prossimi giorni, con la definizione ufficiale delle liste doganali”, continua Fini.

Secondo Cia, il rischio concreto di un calo dell’export è molto alto, con danni a comparti strategici e un aumento dei costi per le imprese italiane, che tenderanno a perdere margini di profitto oppure a dover trasferire parte di questi costi sui consumatori, rischiando di ridurre la domanda nel mercato Usa. L’effetto combinato di dazi e fluttuazioni del cambio euro-dollaro non potrà che aggravare l’impatto delle misure doganali, traducendosi in costi aggiuntivi reali per le aziende nazionali e rendendo meno competitivo il Made in Italy.

Per il vino, gli Usa sono la prima piazza mondiale con circa 1,9 miliardi di euro di fatturato nel 2024. A dipendere maggiormente dagli Stati Uniti per il proprio export sono i vini bianchi Dop del Trentino-Alto Adige e del Friuli-Venezia Giulia, con una quota del 48% e un valore esportato di 138 milioni di euro nel 2024; i vini rossi toscani Dop (40%, 290 milioni), i vini rossi piemontesi Dop (31%, 121 milioni) e il Prosecco Dop (27%, 491 milioni). Grandi numeri che i dazi possono scombinare lasciando strada libera ai competitor: dal Malbec argentino allo Shiraz australiano fino al Merlot cileno.

Per quanto concerne il mondo dell’olio, il dazio al 15% rischia di ridurre la competitività dell’extravergine italiano a favore di oli più economici provenienti da Paesi terzi che godono di tariffe più basse, come la Turchia, il Sud America o la Tunisia. Come conseguenza, il consumatore medio Usa sarà indotto a utilizzare altri oli, come quelli di semi tradizionali (girasole, soia, mais). Al momento, gli Stati Uniti rappresentano il principale mercato extra-Ue per l’olio tricolore, con una quota di circa 100 mila tonnellate l’anno e un valore vicino a 1 miliardo, ovvero il 32% del nostro export. C’è paura anche perché questi nuovi dazi colpiranno trasversalmente tutti i principali Paesi produttori europei (Italia, Spagna, Grecia) con la conseguenza di un possibile eccesso di offerta sul mercato interno, che porterebbe a un deprezzamento generale dell’olio italiano.

Nel settore caseario, invece, i dazi colpiranno soprattutto i formaggi Dop come la mozzarella di Bufala, oltre al Pecorino romano utilizzato oltreoceano dall’industria alimentare per aromatizzare patatine in busta e altri snack. In pericolo anche pasta, riso e farine, tra i prodotti più amati dal mercato Usa, con un export annuo di circa 2 miliardi e quasi mezzo milione di tonnellate inviate oltreoceano. Anche in questo settore, secondo Cia, si rischiano potenziali ricadute occupazionali qualora i dazi non vengano mitigati con accordi o misure di sostegno.

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1 In Evidenza - 28 lug 2025

ColtivaItalia: Cia, adesso veloce approvazione Parlamento


Le risorse annunciate da Lollobrigida con il piano “ColtivaItalia” sono essenziali per sostenere le imprese agricole in uno dei momenti più difficili per il comparto. Auspichiamo, però, che il miliardo stanziato dal ministro trovi in Parlamento un iter veloce di approvazione che trasformi i finanziamenti in strumenti concreti ed efficaci, a supporto di molte produzioni del Centro Sud, come grano, zootecnia e olivicoltura. Così, il presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini, commenta il pacchetto “per il consolidamento e lo sviluppo del settore”, collegato agricolo alla finanziaria 2026, approvato ieri dal Cdm.

“In particolare -continua Fini- apprezziamo le risorse consistenti riservate a molte filiere produttive del Centro Sud in sofferenza. Inoltre, consideriamo molto importanti anche i fondi dedicati al ricambio generazionale e all’imprenditoria femminile, agevolando l’accesso alla terra e il recupero dei terreni abbandonati, anche in un’ottica di contrasto al dissesto idrogeologico e di freno allo spopolamento delle aree interne. Così come -conclude- restano cruciali gli investimenti per la ricerca e la digitalizzazione del comparto, in risposta alla sempre maggiore urgenza di soluzioni innovative per fronteggiare la crisi climatica”.   

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1 In Evidenza - 24 lug 2025

CIA Abruzzo: “Tagli pesanti e nessuna visione: la Regione penalizza l’agricoltura abruzzese”

“Mentre l’Abruzzo si confronta con un deficit sanitario fuori controllo, il settore agricolo viene nuovamente messo all’angolo, sacrificato come fosse un comparto marginale”. È questa la denuncia di CIA Abruzzo, commentando la recente variazione di bilancio regionale approvata dalla Giunta Marsilio.

Con la delibera del 23 maggio 2025, la Regione ha infatti decurtato oltre 6 milioni di euro ai capitoli destinati ad agricoltura e pesca, colpendo in modo trasversale interventi vitali per la sopravvivenza delle imprese agricole e zootecniche.

Nel dettaglio:

  • I contributi per i danni da fauna selvatica, destinati a risarcire gli agricoltori colpiti da predazioni e devastazioni, subiscono un taglio di oltre il 67%. Una decisione incomprensibile in un territorio già duramente provato da cinghiali, cervi e lupi.

  • Le consulenze tecniche per la zootecnia, indispensabili per la gestione sanitaria e produttiva degli allevamenti, passano da 437.000 a poco più di 167.000 euro, con una riduzione pari al 62%.

  • Il finanziamento al Consorzio di Bonifica del Fucino, infrastruttura strategica per l’approvvigionamento idrico e la difesa del suolo nella Marsica, viene ridotto del 61%.

  • Vengono ridimensionati anche i trasferimenti agli enti locali per gli investimenti in ambito agricolo e agroalimentare, colpendo le aree rurali più fragili della regione.

“Siamo davanti a una scelta politica chiara e sbagliata: quella di colpire il settore primario proprio mentre servirebbero investimenti strutturali e continui”, dichiara Nicola Sichetti, Presidente CIA Abruzzo, “È evidente che l’agricoltura, in Abruzzo, interessa solo come scenografia nelle passerelle istituzionali. Poi, nei bilanci, sparisce. Tagliare in questo modo significa indebolire l’economia reale, aggravare la crisi delle aree interne e voltare le spalle a chi ogni giorno lavora per garantire cibo, presidio del territorio e sostenibilità ambientale.”

CIA Abruzzo sottolinea come questi tagli non rappresentino solo un riequilibrio contabile, ma un atto politico che nega dignità al lavoro agricolo e alle sue funzioni sociali e ambientali. A fronte di una crisi climatica crescente, della difficoltà di accesso al credito, dell’assenza di una rete tecnica pubblica e del mancato ricambio generazionale, questa manovra è una condanna.

“Per questo chiediamo il ripristino immediato dei fondi tagliati, a partire da quelli per i danni da fauna selvatica, per la consulenza tecnica e per il sistema irriguo”, continua Sichetti, “Ma non basta: serve un piano pluriennale regionale per lo sviluppo agricolo, con obiettivi chiari, risorse certe e monitoraggio costante.
 

Non possiamo più assistere a decisioni prese sopra le nostre teste, senza confronto, senza ascolto, senza rispetto per chi rappresenta migliaia di aziende agricole abruzzesi. Non accetteremo che l’agricoltura venga trattata come un settore residuale. Senza agricoltura non c’è Abruzzo”, conclude, “E senza rispetto per chi lavora la terra non ci sarà futuro né per l’economia né per i territori.”

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1 In Evidenza - 23 lug 2025

CIA: “Sull’assegnazione del gasolio agricolo servono strumenti adeguati. Va adottata una piattaforma unica regionale"

CIA Abruzzo ribadisce con fermezza la propria posizione rispetto alle gravi criticità che continuano a colpire il sistema regionale per l’assegnazione del gasolio agricolo agevolato.

Nel corso dell’audizione alla 3ª Commissione Agricoltura del Consiglio Regionale, CIA Abruzzo ha evidenziato come i malfunzionamenti della piattaforma ABACO abbiano generato pesanti disservizi per le imprese agricole, impedendo la tempestiva assegnazione del carburante, bloccando le verifiche sui consumi e costringendo le aziende ad acquistare gasolio a prezzo pieno, con ricadute economiche insostenibili e potenziali rischi sanzionatori.

“Il gasolio agevolato è uno strumento fondamentale per la sopravvivenza e la competitività delle imprese agricole”, dichiara il Presidente CIA regionale, Nicola Sichetti, “ma oggi viene gestito con strumenti informatici inadeguati, che causano ritardi, confusione e danni economici. Non si può parlare di agricoltura moderna se il sistema digitale non è all’altezza delle esigenze del settore.”

CIA Abruzzo ribadisce quindi la necessità di una piattaforma informatica unica regionale dedicata alla gestione dell’intero processo di assegnazione del gasolio agricolo agevolato, in grado di assicurare:

  • tempestività nell’erogazione;

  • tracciabilità e trasparenza delle procedure;

  • riduzione della burocrazia per aziende e amministrazioni.

Una piattaforma unica rappresenterebbe una risposta strutturale alle inefficienze del sistema attuale, allineando l’Abruzzo alle migliori pratiche adottate in altre regioni italiane.

“È il momento di dotare l’agricoltura abruzzese di strumenti realmente funzionanti e all’avanguardia”, conclude Sichetti, “non possiamo permettere che disservizi informatici cronici penalizzino chi ogni giorno lavora per garantire cibo, economia e presidio del territorio.”

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News Cia Abruzzo

1 In Evidenza - 03 mag 2023

Salviamo il grano italiano. Partita la petizione nazionale di Cia

Partita la petizione di Cia-Agricoltori Italiani per salvare il grano nazionale. Una raccolta firme, su change.org (https://chng.it/zVC8sWyT75), a tutela e valorizzazione del cereale e della pasta Made in Italy, per dire no alle speculazioni commerciali messe in atto sulla pelle dei produttori e dei consumatori, come alle importazioni incontrollate dall’estero e al falso grano straniero spacciato per italiano. Un’azione necessaria, a contrasto delle principali cause della crisi che sta investendo le aziende del settore, tra crollo vertiginoso del valore riconosciuto al grano duro italiano e insostenibili costi di produzione.

Ѐ, dunque, per porre fine a tutto ciò che Cia lancia il suo appello alla mobilitazione nazionale. Il grano duro è, di gran lunga, la prima coltura tricolore. L’Italia è in cima alla classifica europea per produzione e un podio sotto a livello mondiale. Eppure, nonostante la sua vocazione, resta anche il secondo Paese importatore al mondo, dove i grani esteri, a differenza di quelli italiani, seguono standard qualitativi, di salubrità e costi di produzione molto più bassi, fino a determinare, cosa ancora peggiore, il prezzo del cereale simbolo del Made in Italy.

Oggi, lungo la penisola, per coltivare grano duro ci vogliono circa 1.400 euro per ettaro. Con i prezzi attuali, i produttori non riescono nemmeno a coprire le spese perché sono costretti a vendere a 1.100 euro per ettaro (-300 euro). Quanto al prezzo, è sceso del 40% nelle ultime settimane, mentre quello della pasta sullo scaffale è aumentato in media del 30%. Senza interventi immediati, gli agricoltori italiani saranno costretti ad abbandonare la produzione per scarsa redditività.

Ecco perché, attraverso la petizione, Cia chiede al governo: il riconoscimento dei costi medi di produzione ai cerealicoltori e maggiori controlli sull’etichettatural’istituzione della CUN (Commissione Unica Nazionale) del grano duro per una maggiore trasparenza dei prezzi, il potenziamento dei contratti di filiera tra agricoltori e industria, oltre all’avvio immediato del Registro Telematico dei Cereali.

Per Cia, la situazione è sempre più inaccettabile e uno schiaffo sonoro all’agricoltura italiana. Serve da parte delle istituzioni ogni azione possibile per il monitoraggio, la trasparenza e la tutela della qualità e delle quantità di grano nazionale, utilizzato per la pasta e il pane che gli italiani consumano ogni giorno. Ma occorre anche dare forza, come agricoltori e cittadini, all’azione del governo per difendere il cibo italiano e salvaguardare la sovranità alimentare, affinché una pasta 100% Made in Italy sia veramente tale, senza possibilità di inganno per i consumatori.

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2 In Evidenza - 20 apr 2023

Vendemmia 2023: Cia Chieti-Pescara: “Deroga sulle rese necessaria per tutelare il settore”

Deroga alla resa massima di uva ad ettaro uno dei temi di cui Cia Chieti-Pescara si è fatta portavoce durante la visita del Sottosegretario al Masaf, Luigi D’Eramo e del deputato Alberto Bagnai allo stand Cia in occasione della Fiera dell’Agricoltura di Lanciano appena conclusa. 

Dopo diversi solleciti la Regione, che aveva chiesto di non applicare la deroga, ha invertito la rotta  richiedendo al Ministero delle Politiche Agricole l’attuazione del decreto.


Il Decreto in Gazzetta Ufficiale amplia le aree con vigneti dove è possibile produrre in deroga fino a 400 quintali per ettaro di uva. La superficie vitata in Abruzzo comprende anche vini generici, non DOP o IGP, che hanno registrato un aumento della produzione negli ultimi anni. 


“Come Cia abbiamo affrontato più volte l’argomento con le istituzioni”, sostiene il Presidente Cia Chieti-Pescara, Domenico Bomba, “accogliendo le istanze dei produttori vinicoli, abbiamo chiesto di poter beneficiare, per la campagna vendemmiale 2023, del superamento della resa massima di uva ad ettaro fissata a 30 tonnellate. Ad oggi sono necessarie azioni concrete così da dare al più presto risposte ai nostri viticoltori che così potranno coprire le spese di produzione sempre più onerose per le nostre imprese”.


“L’atto sarebbe un passo avanti importante per il settore vitivinicolo che permetterebbe di tutelare le produzioni di qualità della nostra filiera”, afferma il Presidente Cia Abruzzo, Nicola Sichetti, “La deroga inoltre permetterebbe di difendere gli spazi di mercato e renderci competitivi con le altre regioni. Siamo fiduciosi che il Ministero accolga le nostre istanze e quelle della Regione a tutela degli operatori di tutto il settore”. 




Situazione complessa anche per il Montepulciano d’Abruzzo di cui si è già chiesta la distillazione di crisi con prezzi che dovranno essere remunerativi, in linea con il mercato sceso del valore di circa il 40%.  

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1 In Evidenza - 19 apr 2023

Autonomia differenziata: molte criticità e poche aperture di credito

Gli effetti dell’autonomia differenziata, prevista dal disegno di legge del ministro Calderoli e le possibili ripercussioni per le Regioni, con particolare riferimento al rischio di un’accentuazione delle differenze tra Nord e Sud del Paese. Se ne è parlato questa mattina all’Auditorium Petruzzi del Museo delle Genti d’Abruzzo di Pescara, nel corso della tavola rotonda moderata dal giornalista Mauro Di Pietro e promossa dalle sigle datoriali e sindacali abruzzesi Agci, Casartigiani, Cia, Claai, Cna, Confapi, Confartigianato, Confcooperative, Confesercenti, Confindustria, Legacoop, Cgil, Cisl, Uil, Ugl.

Dopo l’introduzione del coordinatore delle parti sociali, Daniele Di Marzio, il quale si è soffermato “sull’importanza dell’iniziativa collettiva, in merito ad una proposte di grande attualità, che va esaminata con la massima attenzione”, ha preso la parola la consigliera regionale Antonietta La Porta, che ha portato i saluti del presidente Marsilio. “Su questa proposta il Governo ha imboccato la strada giusta – ha detto La Porta - la Regione Abruzzo finora non ha mai richiesto ufficialmente l’autonomia differenziata, come invece hanno fatto altre realtà e abbiamo osservato che non sono solo le regioni del Nord, come Lombardia e Veneto, a spingere verso questa direzione, ma anche altre regioni del Centro e del Sud come Marche e Campania. Tutto può essere discusso e migliorato – ha aggiunto l’esponente della maggioranza regionale – e tavoli come questo sono necessari per capire quale sia la migliore strada da percorrere per la Regione Abruzzo”.

 Gianfranco Viesti, docente di Economia dell’Università di Bari, ha evidenziato quelli che considera i tre rischi principali derivanti dall’autonomia differenziata. “Il primo è quello di passare il potere decisionale delle politiche pubbliche alle regioni, in maniera differenziata, in materie quali scuola, sanità, energia, ambiente, infrastrutture e cultura, lasciando quindi pochissimo spazio allo Stato – ha affermato l’economista – poi c’è l’aspetto economico, perché alle regioni del Sud arriverebbero risorse di gran lunga minori rispetto a quelle che riceverebbero, ad esempio, Lombardia e Veneto. Infine il ruolo dei cittadini diventerebbe marginale, poiché il processo decisionale si trasformerebbe in un patto tra Governo e regioni, che relegherebbe ad un ruolo marginale il parlamento”.  

Di opinione diametralmente opposta il vicesegretario regionale della Lega in Abruzzo, Antonio Zennaro, che ha parlato invece di “opportunità per lo sviluppo dei territori” e ha rimarcato che “non ci sarà alcuna sperequazione nell’assegnazione delle risorse”. Zennaro ha poi citato il caso dei piccoli ospedali abruzzesi, “come quelli di Atri, Sant’Omero e Penne, che lo Stato voleva chiudere perché non efficienti, mentre con l’autonomia differenziata le decisioni saranno assunte nel territorio tenendo conto delle peculiarità e della morfologia di ogni singola realtà”.

Michele Fina, senatore del Partito Democratico, ha evocato invece “il rischio di una secessione fiscale, che risulta ancor più odiosa e inaccettabile in una fase in cui le disparità continuano ad aumentare, e dunque sarebbero necessari interventi di segno opposto che mirino a ridurle. Con l’autonomia differenziata invece – ha sottolineato Fina – le disuguaglianze aumenteranno ulteriormente, per il Sud del Paese e per tutti quelli che fanno fatica a farcela da soli”. Il senatore ha messo inoltre in rilievo “che siamo nel pieno di una competizione globale che ci impone di unire e non di dividere, visto che su temi come l’energia è semplicemente impensabile ragionare in termini di micro regionalismo”.

Graziano Di Costanzo, intervenuto al dibattito a nome del coordinamento delle sigle datoriali e sindacali, si è chiesto “come possano le imprese, soprattutto quelle di dimensioni più piccole, avere a che fare con 20 diverse legislazioni regionali”. Un quesito in virtù del quale si è detto “per nulla convinto da questa ipotesi di autonomia differenziata, che rischia di produrre una spaccatura irreversibile tra Nord e Sud del Paese, accentuando disparità già esistenti”. Secondo il direttore di Cna, “discutere in una dimensione locale di infrastrutture, energia, politiche internazionali e istruzione equivale ad una perdita di competitività del sistema Paese, perché su queste materie dovrebbe essere sempre lo Stato a decidere.  Mentre in Italia si vuole dare vita ad uno spezzatino tra regioni – ha osservato Di Costanzo - nel resto d’Europa si dibatte sull’allungamento delle grandi reti europee”.

Anche Michele Lombardo, in rappresentanza delle associazioni datoriali e dei sindacati, ha espresso diverse perplessità. Prima di giungere ad un’autonomia differenziata tra regioni, così come pensata dal Governo, occorre eguagliare le condizioni di partenza dei servizi, delle infrastrutture mobili e immobili, delle possibilità di accesso al mondo dell'istruzione e del lavoro tra le regioni del Nord e quelle del Sud del Paese – ha argomentato il segretario della Uil– ci chiediamo, inoltre, in che modo il progetto di riforma possa essere finanziato, visto che lo Stato non ha risorse fresche da stanziare e ci auguriamo che l’idea non sia quella di dirottare altri fondi, particolarmente preziosi soprattutto per le regioni a ritardo di sviluppo, come ad esempio il fondo di sviluppo e coesione”. Lombardo ha quindi bocciato la proposta di riforma, ricordando che “non è costituzionalmente possibile pensare che all’interno dei nostri confini ci possano essere cittadini di serie A di serie B, semplicemente in virtù del luogo in cui si nasce o si risiede”.

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1 In Evidenza - 19 apr 2023

Fiera dell’Agricoltura: Ministro e politici regionali in visita allo stand Cia. “Migliorare le infrastrutture idriche un

Si chiude positivamente la tre giorni di Fiera dell’Agricoltura per Cia Chieti-Pescara che ha registrato una notevole presenza di visitatori e di figure istituzionali. Tra queste il Ministro all’Agricoltura Francesco Lollobrigida, il Sottosegretario al Masaf Luigi D’Eramo, il Governatore della Regione Abruzzo Marco Marsilio e l’Assessore all’Agricoltura Emanuele Imprudente. Il tema della siccità è stato predominante durante la visita del Ministro all’Agricoltura, Francesco Lollobrigida a cui è stato sottoposto il problema dello stato disastroso delle condotte idriche e degli invasi ormai vetusti che necessitano non solo di manutenzione ma di un vero e proprio piano di riqualificazione infrastrutturale. Una situazione ben nota al Ministro il quale si è mostrato disponibile a trovare soluzioni risolutive, anche se l’Abruzzo sta perdendo il treno del Pnrr che sarebbe potuto essere decisivo.


“Più agricoltura, opportunità di finanziamento e nuove sfide” il titolo del convegno che si è tenuto sabato mattina. Ha aperto i lavori il Presidente Cia Chieti-Pescara, Domenico Bomba, “È un vero piacere essere qui alla 61^ edizione della Fiera dell’Agricoltura di Lanciano, rinnovata negli organismi”, ha affermato Bomba che oltre al problema della siccità ha ribadito “la crisi dei prezzi su tutti i settori produttivi è un ulteriore beffa per gli agricoltori . Vogliamo mettere a disposizione delle aziende le opportunità che ci sono dal punto di vista dei finanziamenti regionali, nazionali e comunitari e anche dalle nuove modalità organizzative che la CIA sta mettendo in campo in questo periodo”.

Giuseppe Di Silvio, responsabile CAA-Cia Chieti Pescara, ha spiegato le misure specifiche della nuova Pac, Mariano Siciliano, referente Psr-csr Cia Chieti-Pescara ha illustrato le opportunità per le aziende abruzzesi della nuova programmazione 2023-2027 per lo sviluppo rurale. Enrico Calentini, presidente nazionale Agia Cia, ha parlato delle opportunità europee per donne e giovani. Il direttore Cia Chieti-Pescara Alfonso Ottaviano la presentato poi il nuovo servizio di consulenza alle imprese Smart Business in collaborazione con Zoom. Il servizio fornisce consulenze personalizzate e flessibili, in presenza, a distanza e in modalità ibrida, su varie tematiche offrendo un sostegno alle imprese a 360 gradi. Sarà, inoltre, possibile sperimentare in loco la nuova modalità grazie a una business room installata per l’occasione. Il servizio Smart Business si è anche candidato a ottenere un contributo dalla Camera di Commercio Chieti-Pescara, che ha come come finalità principale lo studio di fabbisogni ed esigenze relativamente a digitalizzazione, internazionalizzazione, creazioni di reti di impresa, di innovazione.

Conclusioni affidate al presidente Cia regionale Nicola Sichetti.

Stand Cia Chieti-Pescara all’insegna dell’innovazione in occasione della 61^ Fiera dell’Agricoltura, in programma il 14, 15 e 16 aprile 2023 a Lanciano.

Oltre allo stand istituzionale presso il Padiglione 3, è stato allestito uno spazio dedicato al nuovo servizio di consulenza alle imprese, Smart Business in partnership con Zoom. Il servizio fornisce consulenze personalizzate e flessibili, in presenza, a distanza e in modalità ibrida, su varie tematiche offrendo un sostegno alle imprese a 360 gradi. 


Spazio “Taste & Meet” dell’Associazione La Spesa in Campagna Cia, presente con un calendario di degustazioni dedicate a tre eccellenze gastronomiche abruzzesi: venerdì 14 aprile dalle ore 16.00 alle ore 18:00 “Apriamo la ventricina”, sabato 15 aprile alle ore 17:00 “P.D.A. Il peperone dolce di Altino”, domenica 16 aprile alle ore 17:00 “Il pomodoro a pera d’Abruzzo”.

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2 In Evidenza - 13 apr 2023

Innovazione e nuovi servizi alle imprese, Cia Chieti-Pescara si rinnova per la 61^ Fiera dell’Agricoltura di Lanciano

Stand Cia Chieti-Pescara all’insegna dell’innovazione in occasione della 61^ Fiera dell’Agricoltura, in programma il 14, 15 e 16 aprile 2023 a Lanciano.

Oltre allo stand istituzionale presso il Padiglione 3, sarà allestito uno spazio dedicato al nuovo servizio di consulenza alle imprese, Smart Business in partnership con Zoom. Il servizio fornisce consulenze personalizzate e flessibili, in presenza, a distanza e in modalità ibrida, su varie tematiche offrendo un sostegno alle imprese a 360 gradi. Sarà, inoltre, possibile sperimentare in loco la nuova modalità grazie a una business room installata per l’occasione.


Spazio “Taste & Meet” dell’Associazione La Spesa in Campagna Cia, che sarà presente con un calendario di degustazioni dedicate a tre eccellenze gastronomiche abruzzesi: venerdì 14 aprile dalle ore 16.00 alle ore 18:00 “Apriamo la ventricina”, sabato 15 aprile alle ore 17:00 “P.D.A. Il peperone dolce di Altino”, domenica 16 aprile alle ore 17:00 “Il pomodoro a pera d’Abruzzo”.


Non mancherà, poi, lo spazio dedicato ai servizi alla persona in cui si inserisce la promozione del numero unico di prenotazione 085 9210848.


Il programma dettagliato prevede sabato 15 aprile alle ore 10:00, presso il Padiglione 3, il convegno “Più agricoltura, opportunità di finanziamento e nuove sfide” con focus sulla PAC, il CSR 2023-2027 e le opportunità europee per donne e giovani. Dopo i saluti istituzionali del Presidente Ente Lancianofiera, Donato Di Campli, parola alla relazione introduttiva del Presidente Cia Chieti-Pescara, Domenico Bomba che si soffermerà su aspetti legati alla siccità e all’emergenza climatica ma anche alle proposte di Cia attente allo sviluppo del settore. A seguire i lavori proseguiranno con gli interventi di Giuseppe Di Silvio, Responsabile Caa-Cia Chieti-Pescara, Mariano Siciliano, Referente Psr-Csr Cia Chieti-Pescara, Enrico Calentini, Presidente nazionale Agia Cia, Alfonso Ottaviano, Direttore Cia Chieti-Pescara. Conclusioni affidate a Nicola Antonio Sichetti, Presidente Cia Abruzzo che farà una riflessione sull’attuazione di queste opportunità a livello regionale e sulla loro efficacia in un’ottica di ricambio generazionale.


Allo stand saranno disponibili gadget, degustazioni gratuite e oggetti del merchandising.


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1 In Evidenza - 13 apr 2023

Tavola rotonda a Pescara: “Autonomia differenziata, gli effetti su territori, lavoratori e imprese”

Cos’è l’autonomia differenziata, quali sono le competenze che potrebbero passare alle Regioni, cosa sono i Livelli essenziali di prestazione, come verranno definiti ed eventualmente finanziati.  E soprattutto quali saranno le conseguenze sui territori, sui lavoratori e sulle imprese. A questi interrogativi si cercherà di fornire delle risposte nel corso della tavola rotonda promossa dalle sigle datoriali e sindacali abruzzesi Agci, Casartigiani, Cia, Claai, Cna, Confapi, Confartigianato, Confcooperative, Confesercenti, Confindustria, Legacoop, Cgil, Cisl, Uil, Ugl, che si terrà domani 14 aprile, a partire dalle ore 10, presso l’Auditorium Petruzzi del Museo delle Genti d’Abruzzo di Pescara.

Dopo i saluti iniziali del coordinatore delle parti sociali, Daniele Di Marzio, seguirà l’intervento di Gianfranco Viesti, docente di Economia dell’Università di Bari e quello della consigliera regionale dell’Abruzzo, Antonietta La Porta.

Parteciperanno al dibattito, moderato dal giornalista Mauro Di Pietro, il senatore del PD, Michele Fina, il vicesegretario regionale della Lega, Antonio Zennaro, e in rappresentanza delle sigle datoriali e sindacali abruzzesi, Graziano Di Costanzo e Michele Lombardo.

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