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1 In Evidenza - 15 set 2025

Dazi: Cia, persi già 600 mln nell’export agroalimentare verso gli Usa


Persi 600 milioni di euro nell’export
 di beni agroalimentare verso gli Usaconfrontando il periodo gennaio-luglio del ’25 con i primi 7 mesi dell’anno precedente. Questa l’analisi dell'ufficio studi di Cia-Agricoltori Italiani sul dato Istat appena uscito. Le spedizioni agroalimentari Made in Italy sono in calo per il secondo mese consecutivo: nel mese di luglio si rileva una riduzione del 10% rispetto allo stesso mese del 2024.  I dati confermano, dunque, il rallentamento che ha caratterizzato l'andamento delle vendite delle produzioni agricole e alimentari italiane negli Stati Uniti, dopo l’annuncio dei dazi dell’amministrazione Trump.

Questa, secondo Cia, è una spiacevole novità rispetto alla costante e lunga tendenza di crescita che aveva contraddistinto, negli anni, le vendite del nostro cibo negli Usa. Il rallentamento della crescita mensile è partito proprio nel mese di aprile (solo il +1%) ed è proseguito con lo 0,4% a maggio. Da giugno il primo segno negativo (-3%), che ora arriva al -10% di luglio. Questo trend negativo ha inciso sulla crescita cumulata di tutto il periodo gennaio-luglio 2025. Cia rileva, infatti, che nei primi sette mesi dell’anno l’aumento delle esportazioni è stato del 3%, mentre nello stesso periodo del 2024, l'incremento annuo era valso ben 19 punti percentuali. In termini assoluti, la crescita annua sul mercato americano delle produzioni italiane ha ceduto dunque -nel periodo gennaio-luglio ’25- circa 600 milioni di euro, se confrontata con quella fatta registrare dall’Istat nel 2024. Riguardo alla bilancia commerciale, se si confronta l'avanzo di luglio 2025 con quello di luglio 2024, l’Istat conferma la timida ripresa che si era registrata nel mese di giugno. Il saldo commerciale di luglio cresce di soli 3 punti percentuali su base annua. Tale ripresa è dovuta, esclusivamente, ad una contrazione delle importazioni più marcata rispetto a quella che ha caratterizzato le vendite estere.

Tuttavia, la crescita annua del surplus commerciale (+3%) risulta di gran lunga inferiore rispetto a quella che aveva caratterizzato la bilancia commerciale nel mese di luglio 2024 (+28%).

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2 In Evidenza - 15 set 2025

Dal campo alla tavola: il CIA Village protagonista a Val di Sangro Expo

Cia sarà presente a Val di Sangro Expo, in programma dal 18 al 21 settembre, con un’edizione completamente rinnovata del suo spazio espositivo: il CIA Village, luogo d’incontro e di scoperta dedicato alle eccellenze agricole e alimentari del territorio.

Il CIA Village sarà il cuore pulsante delle attività proposte da CIA: uno spazio dinamico dove la filiera corta diventa protagonista, con percorsi che porteranno i visitatori “dal campo alla tavola” e “dal campo al bicchiere”, valorizzando i prodotti locali e le esperienze culinarie.

Durante le quattro giornate, il pubblico potrà assistere a cooking show realizzati in collaborazione con il GAL Maiella Verde e Slow Food Lanciano, dove i protagonisti non saranno solo i piatti, ma le storie e i valori di chi coltiva e trasforma le materie prime. 

Non mancheranno le esposizioni dei prodotti del mercato contadino “La Spesa in Campagna” di Pescara, insieme ad altre aziende agricole del territorio. E a confermare la vivacità del panorama enogastronomico locale, ci sarà anche la degustazione di birre artigianali del Birrificio Maiella e degustazioni di vino guidate curate dall’AIS – Associazione Italiana Sommelier, pensate per accompagnare gli cooking show e far scoprire abbinamenti di qualità con la cucina locale. 

Spazio anche alla cultura agroalimentare con un focus dedicato all’avvio dell’iter per l’IGP del Peperone dolce di Altino, un riconoscimento che valorizzerà ancora di più uno dei prodotti simbolo dell’identità rurale della Val di Sangro.

Un’attenzione particolare sarà rivolta ai più giovani: le scuole del territorio saranno coinvolte nella presentazione del progetto “Nutrire il Futuro 2.0”, finanziato dalla Camera di Commercio Chieti-Pescara, che promuove corretti stili alimentari e una maggiore consapevolezza sulle scelte quotidiane a tavola.

Inoltre, il CIA Village proporrà aperitivi, momenti conviviali, promozioni e gadget, rendendo lo spazio ancora più accogliente e interattivo.

“Con il CIA Village a Val di Sangro Expo vogliamo raccontare il valore della nostra agricoltura, fatta di filiera corta, sostenibilità e identità territoriale”, sostiene il Presidente Cia Chieti-Pescara, Domenico Bomba, “Sarà uno spazio aperto a tutti, dove cittadini, famiglie e giovani potranno scoprire da vicino i prodotti e le storie di chi lavora la terra. È anche un’occasione per guardare al futuro, con progetti che avvicinano le nuove generazioni a un’alimentazione più consapevole e legata al territorio”.

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1 In Evidenza - 05 set 2025

SRD01 – Investimenti produttivi agricoli per la competitività delle aziende agricole

La Regione Abruzzo ha pubblicato il bando SRD01 “Investimenti produttivi agricoli per la competitività delle aziende agricole”, con una dotazione complessiva di 15 milioni di euro.
L’obiettivo è sostenere le imprese agricole che intendono innovare, migliorare la produttività e adottare soluzioni sostenibili, rafforzando così la competitività del settore.

Dotazione finanziaria e soglie di investimento

Il bando dispone di 15 milioni di euro, così ripartiti:

  • € 7,5 milioni per progetti fino a € 200.000

  • € 7,5 milioni per progetti oltre € 200.000

Sono ammissibili investimenti con:

  • importo minimo: € 20.000

  • importo massimo: € 3.000.000 (le eccedenze non vengono finanziate)

Intensità del sostegno

Il contributo base è pari al 50% delle spese ammissibili, con importanti maggiorazioni nei casi previsti:

  • 80% per giovani agricoltori (≤ 40 anni, insediati da non più di 5 anni)

  • 60% per aziende ubicate in zone montane, ZVN o aree Natura 2000

  • 80% per investimenti ambientali e in energia rinnovabile (es. riduzione inquinanti, efficientamento energetico, sistemi di irrigazione con risparmio idrico)

  • 60% per aziende biologiche (in fase di conversione o mantenimento)

È inoltre possibile combinare il contributo con il prestito Fi.R.A. a tasso zero, così da ridurre ulteriormente il fabbisogno finanziario.

Beneficiari

Possono presentare domanda:

Imprenditori agricoli (art. 2135 c.c.), singoli o associati.

Requisiti principali:

  • Iscrizione alla CCIAA con Partita IVA agricola

  • Fascicolo Aziendale aggiornato e validato

  • Dimensione economica ≥ € 15.000 PS (≥ € 10.000 per aziende in montagna o aree svantaggiate)

  • Disponibilità giuridica dei terreni (proprietà, usufrutto o affitto ≥ 9 anni)

  • Realizzazione degli investimenti nel territorio abruzzese

Tipologie di investimenti ammissibili

Sono considerate ammissibili le seguenti spese:

  • Opere edilizie e infrastrutturali: fabbricati produttivi, serre, invasi idrici, stoccaggi, impianti per autoconsumo, bonifica amianto

  • Macchinari e attrezzature: destinati a produzione, trasformazione, commercializzazione, agricoltura di precisione

  • Software e brevetti legati al ciclo produttivo

  • Spese tecniche: fino al 4% del costo totale (8% in caso di opere edili)

  • Investimenti irrigui: ammessi solo se garantiscono un effettivo risparmio idrico, con sistemi di misurazione e nel rispetto della Direttiva 2000/60/CE

Scadenza

Le domande devono essere presentate entro il 19 dicembre 2025.


Per maggiori informazioni rivolgiti all'ufficio CIA a te più vicino.

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1 In Evidenza - 02 set 2025

Danni da fauna selvatica: CIA Abruzzo contesta la nuova procedura regionale e chiede un confronto immediato

CIA Abruzzo esprime profonda preoccupazione per la Delibera Regionale n. 516 del 5 agosto 2025, con cui la Regione ha approvato le nuove modalità operative per la concessione dei contributi per i danni da fauna selvatica.

In rappresentanza di centinaia di aziende agricole e zootecniche, la CIA Abruzzo denuncia l’impraticabilità delle procedure previste e chiede la sospensione immediata del provvedimento, accompagnata dalla convocazione urgente di un tavolo tecnico con le Organizzazioni Professionali Agricole.

“Pur riconoscendo il principio di garantire trasparenza e regole chiare”, dichiara Nicola Sichetti, Presidente CIA Abruzzo, “le nuove modalità operative rischiano di trasformarsi in un ostacolo insormontabile per le aziende, già duramente provate dai danni crescenti causati dalla fauna selvatica”.

Tra le criticità segnalate:

  • Oneri procedurali insostenibili e tempi irrealistici, che paralizzano l’attività agricola e rendono difficile presentare domanda;

  • Meccanismi di accertamento iniqui, che espongono le aziende al rischio di sotto-indennizzo, soprattutto per i danni di entità ridotta;

  • Aleatorietà del risarcimento, subordinato alla disponibilità di fondi e privo di un fondo regionale dedicato e adeguatamente finanziato.

Per questo la CIA Abruzzo chiede:

  1. La sospensione della delibera dal 1° settembre 2025;

  2. La riscrittura condivisa delle procedure con le rappresentanze agricole;

  3. L’istituzione di un fondo regionale certo e adeguato;

  4. Il riconoscimento di un risarcimento integrale (100%) dei danni accertati, a tutela del ruolo economico e sociale degli agricoltori.

“Gli agricoltori e gli allevatori non possono essere lasciati soli davanti a un problema che mina la sostenibilità delle imprese e l’equilibrio del territorio”, conclude Sichetti, “Serve una risposta immediata, concreta e condivisa”.

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1 In Evidenza - 02 set 2025

Gaza: Cia, fermare la guerra e la carestia in atto

È inaccettabile usare la fame come arma di guerra. Anche l’Onu certifica che a Gaza è in corso una carestia, ora bisogna fermare questo scempio e garantire finalmente alla popolazione un accesso sicuro e senza ostacoli ad aiuti alimentari su vasta scala. Lo dice Cia-Agricoltori Italiani, sostenendo con forza tutte le iniziative umanitarie messe in campo, come quella della Global Sumud Flotilla.   


“L’accesso al cibo è sancito dal diritto internazionale e deve essere rispettato in ogni circostanza, anche nei conflitti -dice il presidente nazionale Cristiano Fini-. Come cittadini e come organizzazione di agricoltori, non possiamo restare in silenzio di fronte alla condizione di fame e malnutrizione massiccia che oggi colpisce la Striscia. Migliaia di persone, in primis donne, bambini e anziani, stanno lottando per la sopravvivenza, tra il blocco quasi totale degli approvvigionamenti e la distruzione sistematica di campi, mercati, infrastrutture idriche e stradali”. Adesso, continua Fini, “auspichiamo che la pressione internazionale sblocchi gli aiuti a Gaza. Serve un cessate il fuoco immediato e prolungato per consentire una vasta azione umanitaria salvavita e fermare la carestia, perché non è tollerabile trasformare un diritto fondamentale come il cibo in uno strumento di punizione collettiva”. 

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1 In Evidenza - 01 set 2025

CIA Abruzzo: “Agricoltura al primo posto per imprenditori over 70. Urgente investire su giovani"

L’agricoltura è il settore più colpito dall’invecchiamento imprenditoriale in Italia. Quasi un titolare su tre (28,3%) ha oltre 70 anni e più di due su tre superano i 55 anni. In Abruzzo, la situazione è ancora più marcata: secondo i dati Unioncamere e InfoCamere, il 14% delle aziende agricole è guidato da over 70, mentre i giovani sotto i 25 anni sono appena 330 su oltre 44.000 imprese.

Un fenomeno che si inserisce in un quadro di forte riduzione strutturale: dal 2010 al 2025 hanno chiuso i battenti 182.424 imprese agricole in Italia, pari a una contrazione del 21%, con oltre 200mila imprese individuali scomparse. In Abruzzo, la provincia di Chieti figura tra le più colpite a livello nazionale, con il 17,6% di over 70 tra i titolari e un incremento di quasi 5 punti percentuali in dieci anni.

“Il settore agricolo resiste, ma senza ricambio generazionale rischia di non avere futuro”, dichiara Nicola Sichetti, Presidente CIA Abruzzo, “Non possiamo permettere che il peso delle aziende resti sulle spalle di una classe imprenditoriale che invecchia, senza garantire ai giovani opportunità reali di ingresso”.

Il problema è strutturale: solo il 9% delle aziende italiane è oggi condotto da under 40. Le difficoltà di accesso al credito, i costi di avviamento elevati e la burocrazia scoraggiano i giovani. “Occorre un piano straordinario che metta al centro i giovani agricoltori, sostenendoli con incentivi fiscali, formazione, digitalizzazione, innovazione tecnologica e transizione ecologica”, prosegue Sichetti, “Bisogna offrire strumenti moderni che rendano l’agricoltura non solo tradizione, ma un settore competitivo, sostenibile e redditizio”.

L’innovazione è la chiave per rendere l’agricoltura attrattiva: agricoltura di precisione, uso di droni e sensori, energie rinnovabili, gestione digitale delle aziende e pratiche sostenibili possono rappresentare il vero motore del ricambio generazionale. “La formazione dei giovani e il loro coinvolgimento nei programmi di ricerca e sviluppo devono diventare una priorità. È l’unico modo per trasformare l’invecchiamento in un’opportunità di rinnovamento”, conclude il Presidente della Confederazione.

A ribadire l’urgenza di interventi concreti arriva anche la voce dei giovani: Diego Pasqualone, Presidente Agia Abruzzo, sottolinea come “gli istituti di credito abbiano una responsabilità fondamentale in questa fase. Senza un reale sostegno finanziario i giovani restano fuori dall’agricoltura, nonostante entusiasmo e idee innovative. Servono strumenti di accesso al credito semplici, veloci e sostenibili, perché solo così possiamo trasformare la voglia di impresa delle nuove generazioni in aziende solide e capaci di competere”.

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News Cia Abruzzo

1 In Evidenza - 25 feb 2022

Ucraina: Cia, rischio embargo Putin su vino (150mln) e su fertilizzanti indispensabili per grano

Rischio di blocco dei fertilizzanti indispensabili alle coltivazioni e di un embargo sul vino che costerebbe 150 milioni al Made in Italy, in aggiunta alle speculazioni finanziare già in essere sui cereali (grano e mais). Il conflitto in Ucraina presenterà un costo salato per l’agricoltura italiana, in faticosa ripresa dopo la pandemia, anche per l’effetto del trend pericolosamente rialzista dei prodotti agricoli nelle quotazioni della Borsa di ChicagoE’ questo l’allarme di Cia-Agricoltori Italiani, preoccupata per gli effetti a catena di una pesante inflazione alimentare su tutta la filiera, già in affanno per i prezzi alle stelle delle forniture di gas. Pesante anche la stima di ripercussioni sullo scaffale per il consumatore (+20% solo per la pasta).

Con il solo blocco del nitrato d’ammonio la Russia potrebbe, infatti, dichiarare una vera guerra economica al settore primario, essendo questo l’elemento base dei principali fertilizzanti utilizzati dalle aziende agricole. Questi fitofarmaci, che non si possono produrre in Italia perché contengono sostanze minerali esclusivamente di importazione (azoto, fosforo e potassio), sono già aumentati del 150% nelle ultime settimane e solamente per il grano rappresentano il 25% del costo di produzione. L’urea, concime fondamentale nella fase post-semina del grano Made in Italy perché lo rende altamente proteico e ne aumenta la qualità, è quasi triplicata: 1000 euro a tonnellata dai 350 dello scorso anno. Anche i fosfati, che garantiscono il nutrimento completo necessario allo sviluppo della piante, sono passati da 350 a 700 euro a tonnellata. Cia stima, dunque, ricadute per il consumatore sui prezzi di pasta (+20%), pane e farine, prodotti che risentono anche dei prezzi dell'energia su produzione, imballaggio e soprattutto del trasporto, in un Paese in cui l’80% dei trasporti commerciali avviene su gomma.

Altra minaccia di Putin per il nostro agroalimentare riguarda il vino, che potrebbe essere oggetto di embargo da parte della Russia, in risposta alle possibili future sanzioni Ue. Le ricadute economiche sarebbero rilevanti per l’Italia, partner commerciale privilegiato di Mosca, che attualmente importa circa 150milioni di vino italiano (+35% negli ultimi 10 anni), mentre altri 49 milioni di euro di vino sono stati destinati all’Ucraina. Cia ricorda che le esportazioni agroalimentari Made in Italy (ortofrutta, formaggi, carni e salumi) hanno già perso 1,4 miliardi negli ultimi 8 anni a causa dell’embargo deciso da Putin nel 2014, in risposta alle sanzioni Ue per la vicenda Ucraina

Cia ricorda, infine, che per le imprese agricole sta diventando impossibile andare avanti con i prezzi dell’energia divenuti insostenibili. Basti pensare ai rialzi fino al 120% delle bollette energetiche a inizio 2022, rispetto allo stesso periodo di un anno faIl presidente nazionale Cia, Dino Scanavino, si appella al Governo: “Per gli agricoltori è ancora irrisolto il caro energia, perché le nostre aziende non sono state classificate energivore. Cia non ritiene giusto considerare i costi energetici solo in relazione ai volumi consumati, ma crede sia più equo valutarne l’incidenza percentuale sui fatturati aziendali, che per gli agricoltori ha un impatto medio molto alto, sia a livello di energia termica che elettrica”.

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1 In Evidenza - 25 feb 2022

Latte: Cia, servono interventi immediati, 43.000 stalle a rischio chiusura

Gli allevatori italiani non possono aspettare ancora. Le oltre 43.000 aziende di bovini da latte sono allo stremo per il rialzo incontrollabile delle materie prime e dell’energia, a cui si aggiungono ora gli effetti della crisi in Ucraina. Servono interventi immediati per riconoscere ai produttori una più equa quotazione del latte alla stalla, oltre a interventi strutturali per evitare la chiusura delle imprese. Così il presidente di Cia-Agricoltori Italiani, Dino Scanavino, intervenendo oggi al tavolo di filiera del settore lattiero-caseario con il ministro delle Politiche agricole Stefano Patuanelli.

            “L’accordo firmato nei mesi scorsi è stato totalmente disatteso -ha ricordato Scanavino- dimostrando una totale mancanza di rispetto per le difficoltà del sistema produttivo. Oggi un litro di latte fresco viene pagato in media 39 centesimi al litro all’allevatore, con costi di produzione più alti e ormai vicini ai 45 centesimi al litro, mentre il prezzo del latte ‘spot’ è a 49 centesimi, per arrivare sullo scaffale del supermercato a quota 1,50-1,70 euro. Insomma, una situazione insostenibile e ingiustificabile”.

Ecco perché “chiediamo di adeguare il prezzo del latte bovino alle dinamiche di mercato di alcuni prodotti guida, oltre che ai costi di produzione -ha ribadito il presidente di Cia-. L’andamento delle vicende internazionali rende evidente l’utilità di avere a disposizione un meccanismo per l’adeguamento del prezzo del latte nel corso dell’anno, sulla base dello sviluppo del mercato”.

Allo stesso tempo, per Cia è necessario mettere in campo ulteriori interventi per mitigare gli effetti dei rincari sulle aziende, acuiti dal conflitto russo-ucraino. Basti pensare che, solo nei primi 14 giorni di febbraio, i prezzi dell’elettricità sono cresciuti del 238% sullo stesso periodo del 2021; il gas naturale il 327% in più, il petrolio il 50% in più. I costi dei trasporti sono aumentati del 115% rispetto a febbraio di un anno fa. Una corsa insostenibile per la catena di approvvigionamento, che colpisce tutti gli anelli della filiera.

Le stalle, in aggiunta, devono fronteggiare anche i rialzi legati alla mangimistica. Il prezzo del mais a uso zootecnico costava a gennaio il 32% in più rispetto a gennaio 2021 (e il 67% in più rispetto a dicembre 2019); la soia è passata dai 328 euro/ton di maggio 2019 a 621,5 euro/ton di media nell’ultimo mese (+89%, con una crescita del 23,3% rispetto a febbraio 2021) e l’erba medica disidratata in balloni è proiettata a raggiungere il prezzo record degli ultimi 22 anni (solo nel 2014 raggiunse un valore più elevato, 268 euro alla tonnellata).

Per tutti questi motivi, “bisogna inserire anche le aziende agricole nel Decreto energia annunciato dal governo -ha aggiunto Scanavino- e lavorare da subito a misure fiscali, come l’azzeramento dell’Iva e delle accise sui mangimi, oltre che su interventi di lungo periodo che garantiscano una più giusta ripartizione del valore lungo la filiera”.

“Ringraziamo il ministro per aver riacceso il focus sul settore -ha concluso il presidente di Cia- e per l’impegno a riconvocare un tavolo tecnico nei prossimi giorni per elaborare proposte e soluzioni alla crisi degli allevamenti”.

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1 In Evidenza - 24 feb 2022

Gli Agrichef di Cia da Eataly per la Festa dell’Orgoglio locale

Ѐ tornata da Eataly a Roma la cena con gli Agrichef di Cia-Agricoltori Italiani. In occasione della Festa dell’Orgoglio locale, per celebrare l’identità, il territorio, i mestieri e i prodotti tipici, è andata in scena la serata speciale con i cuochi contadini per gustare i piatti tipici della tradizione.  

Utilizzando prodotti stagionali rigorosamente del territorio e di loro produzione, otto Agrichef Cia da Lazio, Toscana, Umbria, Abruzzo e Campania, hanno realizzato ricette regionali, originali e rivisitate, per accompagnare gli ospiti in un lungo viaggio del gusto attraverso il Centro-Sud Italia, alla scoperta di specialità e sapori unici. 

Nel menù dedicato a Eataly, con l’accompagnamento musicale di “Paranzella Popolare. Suoni, canti e danze dell’Appennino”, piatti come “pizza e fojie con pallotta di cacio e ova” di Carla, (Agriturismo La Brocca - Abruzzo), il “Baccalà all’orvietana rivisitazione” con ai fornelli Riccardo (Locanda Palazzone - Umbria), “Risotto Toscano con caprino affumicato, ribes e foglie di cipresso” preparato da Edoardo (Podere Belvedere - Toscana) e la “Zuppa di fagiolina del Trasimeno” portato a tavola da Patrizia (Agricola Bittarelli Agriturismo - Umbria). E ancora: il “Peposo di manzo di Lia” (Villa Caprareccia - Toscana), lo “Spezzatino d’agnello alla teramana” con Annamaria (Agriturismo Capodacqua - Abruzzo) e per i dolci, la “Pastiera di farro realizzata da Pasqualina (Agriturismo Collina di Roseto - Campania) e il “Semifreddo al croccante di nocciole viterbesi” fatto da Simone (Agriturismo Vazianello - Lazio).

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1 In Evidenza - 23 feb 2022

Cia dice “basta!”. Governo salvi agricoltura da shock rincari, peste suina e invasione cinghiali

Da una parte l’annunciato decreto sul caro energia ancora lontano da dare respiro alle aziende agricole schiacciate dall’aumento delle materie prime, dall’altra l’emergenza peste suina in regioni strategiche per il Made in Italy agroalimentare, pronta a esplodere per effetto di una gestione irresponsabile della fauna selvatica, regolata da una legge vecchia trent’anni. Nel mezzo, l’agricoltura italiana con migliaia di aziende a rischio collasso a causa di costi di produzione ormai insostenibili (+40% rispetto agli anni scorsi) e con una ripresa minacciata dall’inflazione galoppante (+4,8% a gennaio, un livello che non si vedeva dal 1996) e ora anche dalle ripercussioni della crisi ucraina sugli scambi internazionali. Cia-Agricoltori Italiani adesso dice “basta!” e fa partire il countdown per il Governo. Le istituzioni devono prendere atto che si sta uccidendo un settore chiave per il Paese, che invece avrebbe bisogno di misure coraggiose e strutturali per detonare lo shock dei rincari, in primis quelli energetici, a danno delle imprese. E un’azione drastica serve anche su tutto il territorio nazionale, dove circolano liberamente più di 2 milioni di cinghiali, pericolo pubblico in campagna e nelle città e principale vettore di peste suina tra gli allevamenti.

Il monito di Cia è arrivato, oggi, dalla conferenza stampa a Roma, presso l’Hotel Nazionale in piazza Montecitorio, dove è stata annunciata la grande manifestazione contro la fauna selvatica, in primis, e i costi alle stelle, che si terrà lunedì 28 febbraio a Rossiglione, in provincia di Genova, nel cuore della “zona rossa” della peste suina che coinvolge Liguria e Piemonte.

 

COSTI ALLE STELLE - Per Cia, il problema dei rincari sta innescando un cortocircuito dannoso, in grado di mettere a repentaglio lintera filiera agroalimentare di qualità, dal campo alla tavola, patrimonio nazionale da 550 miliardi di euro. A rischio l’attività produttiva, semine e raccolti, con le eccellenze del Made in Italy. C’è tutta la catena del valore pronta a saltare, con i consumatori che cominciano a sentire nel carrello alimentare il peso dell’aumento dei prezzi.

Oggi, per le imprese agricole di tutta Italia, andare avanti sta diventando impossibile. Basti pensare ai rialzi fino al 120% delle bollette energetiche a inizio 2022 rispetto allo stesso periodo di un anno fa. A cui si aggiungono quelli dei fertilizzanti, cresciuti del 150% in soli sei mesi, e l’inaccettabile incremento del 40% del gasolio. Tutto ciò in un Paese in cui l’80% dei trasporti commerciali avviene su gomma, percentuale che però supera il 90% nel caso degli alimentari freschi.

Per fare alcuni esempi, l’impatto dell’aumento incontrollabile delle materie prime e dell’energia sta investendo l’intera zootecnia: il costo di produzione del latte fresco è circa 45 cent/litro, mentre il prezzo di vendita è di circa 39 cent/litro, per arrivare sullo scaffale del supermercato a quota 1,50-1,70 euro. Un prezzo decisamente sottocosto, quindi, per produttori e allevatori del territorio, con il rischio di chiusura per molte aziende, se non verrà riconosciuta una più giusta ed equa quotazione dall’industria e se non si prenderanno provvedimenti dedicati dopo il fallimento del Tavolo latte. Ma la lista è lunga: per colpa dei rincari, i costi medi di produzione a carico degli agricoltori sono già aumentati tra il 10% e il 20% sul grano, sull’olio extravergine d’oliva e sul vino. Anche per il pomodoro da industria si spenderanno 9.200 euro a ettaro nel 2022 (+15%).

Ora si aggiungono anche le ripercussioni delle tensioni geopolitiche in Ucraina. Le stalle Made in Italy, infatti, sono fortemente dipendenti dal mais di cui Kiev è secondo Paese fornitore (700mila tonnellate). Il granturco è il principale ingrediente delle diete per gli animali (47%) e ora la crisi in atto va a pesare su un prodotto che ha già subito nell’ultimo biennio un forte rialzo dei prezzi, che attualmente si attestano sui 186 euro/ton, in aumento del 24% rispetto al 2021. 

“Solo il conto dell’energia per le imprese è stimato in 37 miliardi di euro nel 2022 -ha ricordato il presidente nazionale di Cia, Dino Scanavino-. Ѐ chiaro quindi che gli oltre 5,5 miliardi annunciati dal Governo per gli interventi sul costo dell’energia per aziende e famiglie non sono sufficienti ad arginare la crisi. Non basta agire sugli oneri di sistema o agevolare le sole imprese energivore. Ora il Governo deve mettere sul tavolo interventi organici per ridurre, da un lato, la dipendenza energetica dall’estero e, dall’altro, per snellire realmente il carico economico sulle aziende agricole che sono la dispensa del Paese e sugli agriturismi che devono recuperare le chiusure di due anni di pandemia”

“Ciò ancor più necessario, vista la fine dell’emergenza sanitaria al 31 marzo prossimo -ha aggiunto Scanavino- che però troverà il Paese in grande difficoltà con agricoltori e cittadini a pagare le conseguenze più pesanti dei rincari.  Per questo servirebbe un patto di sistema contro le speculazioni che potrebbe partire proprio dall’alleanza tra gli anelli ai due estremi della filiera, ovvero produttori agricoli e i consumatori”.

 

PESTE SUINA ED EMERGENZA CINGHIALI - Il 28 febbraio Cia manifesterà a Rossiglione, in provincia di Genova, contro una gestione inadeguata dell’emergenza PSA e fauna selvatica. Il recente decreto sulle misure urgenti per arrestare, nelle “zone rosse” Liguria e Piemonte, la diffusione della peste suina, ha lasciato Cia perplessa per l’eccesso di burocrazia, l’assenza di risorse adeguate e il ruolo del commissario straordinario, che ha solo potere di coordinamento e deve ancora essere nominato. 

Per gli Agricoltori Italiani, non si può scaricare su Regioni e Comuni il peso di un problema nazionale. Ecco perché Cia chiede maggiore tempestività e più fondi da stanziare nella fase di conversione in legge del Sostegni Ter, tenuto conto dell’esiguità dei 50 milioni di euro già annunciati dal Governo.

Del resto, il punto dell’Organizzazione sulla questione è chiaro da tempo e parte dal progetto “Il Paese che Vogliamo” con la proposta di riforma radicale della Legge 157 del 1992 sulla fauna selvatica. Una normativa troppo datata per riuscire ad affrontare un problema ormai fuori controllo con +111% di cinghiali in circolazione, oltre 200 milioni di danni all’agricoltura e 469 incidenti, anche mortali negli ultimi quattro anni. Un’emergenza che ha bisogno di risposte puntuali, con la sostituzione del concetto di “protezione” con quello di “gestione”, con il coinvolgimento di personale specializzato e con il rafforzamento dell’autotutela degli agricoltori.   

Anche per arginare il diffondersi della peste suina in Liguria e Piemonte, dove sono ormai 41 le carcasse di cinghiali infetti rinvenute, resta necessaria, secondo Cia, una campagna di controllo e riduzione del numero dei capi con figure qualificate e strumenti innovativi, oltre al rimborso rapido, senza vincoli e burocrazia, del 100% dei danni subiti dagli agricoltori per la PSA.

             “Sul taglio dei costi di produzione per le aziende agricole e sull’annosa questione fauna selvatica -ha concluso il presidente Cia, Scanavino- non si giocano due singole e isolate battaglie di settore, ma il futuro del Paese e la sua economia, forte di un agroalimentare di qualità riconosciuto in tutto il mondo e fortemente legato al potere d’acquisto dei cittadini italiani. Non si sottovaluti il problema -ha aggiunto e concluso il presidente-. Di fronte all’Europa e al Paese, il Governo si è assunto l’onere della sostenibilità che ricordiamo deve essere al contempo ambientale, economica e sociale”.

 

GLI INTERVENTI DELLE ISTITUZIONI - In conferenza stampa sono intervenuti numerosi esponenti di Camera e Senato, dal presidente della Commissione agricoltura a Montecitorio Filippo Gallinella ai parlamentari Antonella Incerti, Maria Spena, Susanna Cenni, Monica Ciaburro, Paola Frassinetti, Fulvia Michela Caligiuri, Gisella Naturale e Patrizio Giacomo La Pietra.

Unanime la condivisione dei punti sollevati da Cia, così come l’impegno a trovare soluzioni rapide. “I problemi che riguardano l’agricoltura -hanno detto a più voci- non devono avere bandiera. Siamo tutti pronti a lavorare per difendere un settore strategico che produce cibo, spinge l’economia e sostiene i territori. Il quadro attuale è allarmante e la determinante è il tempo. Ecco perché stiamo già lavorando per intervenire con un’azione specifica per il comparto agricolo contro il caro energia, portando avanti emendamenti al nuovo decreto e, contestualmente, siamo pronti a migliorare il provvedimento sull’emergenza peste suina con ulteriori risorse e strumenti di gestione della fauna selvatica”.

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1 In Evidenza - 22 feb 2022

Ucraina: Cia, mais alle stelle. Rischio ko per allevatori italiani già allo stremo

Allarme di Cia-Agricoltori Italiani per le ripercussioni sugli allevatori italiani delle tensioni geopolitiche in Ucraina. Le nostre stalle sono fortemente dipendente dal mais di cui Kiev è secondo Paese fornitore (700mila ton). Il granturco è, infatti, il principale ingrediente delle diete per gli animali (47%) ed è strategico nelle principali filiere nazionali dei prodotti zootecnici e bio-industriali.

La crisi in atto andrebbe a pesare su un prodotto che ha già subito nell’ultimo biennio un forte rialzo dei prezzi, che attualmente si attestano sui 186 euro/ton, in aumento del 24, 35% rispetto al 2021.  I prezzi del mais sono cominciati ad aumentare da agosto 2020 nei principali paesi esportatori (USA, Canada, Argentina, Ucraina, Brasile), raggiungendo il picco ad agosto 2021, a causa delle forti siccità e dalle alte temperature nei Paesi produttori, che hanno ridotto gli stock mondiali.

Cia è, dunque, preoccupata che la situazione in Ucraina si aggiungerebbe ai rincari vertiginosi che stanno già impattando, pesantemente, sui costi di produzione di tutte le imprese agricole nazionali. I rialzi su mais rendono decisamente poco remunerativa la produzione di carne di qualità controllata -soprattutto dove ci sono contratti di filiera con le principali catene della Grande distribuzione- e mettono ko gli allevatori di vacche da latte che già sono in lotta per l’aumento di almeno 5 cent al litro sul prezzo del latte.

Sul mais l’Italia si trova, dunque, particolarmente esposta alle crisi internazionali e sconta la forte dipendenza dalle importazioni estere di questo cereale, passate in soli 10 anni dal 15 al 50%Per frenare il trend, Cia auspica un maggior impegno da parte del Governo ad incentivare i contratti di filiera per un mais di filiera italiana certificata, in modo da migliorare l’integrazione fra produttori e imprese di trasformazione

L’acuirsi delle tensioni, secondo Cia, preoccupa anche sul versante russo, dove già le sanzioni hanno azzerato negli ultimi anni le esportazioni del vino Made in Italy.

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1 In Evidenza - 21 feb 2022

Caro energia: Cia, ok bando da 1,5 mld per fotovoltaico sui tetti agricoli

Gli agricoltori e gli allevatori italiani vogliono continuare a dare il loro contributo alla transizione verde ed energetica, concorrendo da un lato a ridurre la dipendenza dall’estero - con oltre tre quarti del fabbisogno energetico acquistati fuori dai confini nazionali - e, dall’altro, a raggiungere l’obiettivo della neutralità climatica nell’Ue prima del 2050. Per questo, è molto importante la pubblicazione entro il 31 marzo del bando da 1,5 miliardi di euro per finanziare l’installazione di pannelli fotovoltaici sui tetti agricoli, evitando totalmente il consumo di suolo. Così Cia-Agricoltori Italiani, in merito all’annuncio del ministro delle Politiche agricole Stefano Patuanelli pubblicato sul sito del Mipaaf.

L’intervento, che rientra nel PNRR con le risorse per la misura “Parco Agrisolare”, prevede infatti di installare pannelli fotovoltaici sulle coperture degli edifici a uso produttivo nei settori agricolo, zootecnico e agroindustriale, per una superficie complessiva pari a 4,3 milioni di mq per 0,43 GW.

Secondo Cia, si tratta di un’occasione unica sia per accrescere la sostenibilità e l’efficienza energetica del settore primario, sia per contenere i costi in una fase in cui le bollette energetiche mettono a rischio la tenuta delle imprese, tra l’altro non intaccando minimamente i terreni agricoli necessari alle coltivazioni.

Altrettanto fondamentale, però, per Cia è anche incentivare la produzione di biogas e biomasse legnose, dagli scarti di agricoltura e di allevamento; creare impianti a terra su aree abbandonate, marginali e non idonee alla produzione; valorizzare lo stoccaggio al suolo del carbonio assicurato da agricoltura e foreste.

Il settore, infatti, ha un ruolo primario nell’assorbimento di C02, e quindi nella lotta al cambiamento climatico, sequestrando 0,5 tonnellate di carbonio per ettaro l’anno. Una funzione che fa il paio con quella insostituibile di boschi e foreste, che assorbono fino al 40% delle emissioni di gas serra a livello globale e, solo in Italia, trattengono circa 90 milioni di tonnellate di anidride carbonica.

Ecco perché ora le autorità, europee e nazionali, devono valorizzare questo ruolo, recuperando e spingendo sulla corretta gestione e manutenzione delle foreste, fonti straordinarie di ossigeno e di materie prime rinnovabili e prima risorsa per lo sviluppo delle aree rurali e montane. Un compito cucito addosso agli agricoltori -osserva Cia- sia perché il 40% delle aziende del settore è interessato da boschi, sia perché sono già custodi e guardiani del territorio, anche in chiave climatica.

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