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1 In Evidenza - 01 ago 2025

Dazi: Cia, bicchiere di vino mezzo vuoto


“Mai come oggi il vino è sotto attacco. Dopo l’accordo Ue-Trump sui dazi, l’impatto sarà totalmente svantaggioso per uno dei prodotti simbolo del Made in Italy: ogni bottiglia sullo scaffale in America potrà costare fino al 20% in più”. Così dichiara Cristiano Fini, presidente di Cia-Agricoltori Italiani, ricordando che gli Usa sono attualmente la prima piazza mondiale per il nostro export vitivinicolo con circa 1,9 miliardi di euro di fatturato nel 2024. ‘’L’accordo raggiunto penalizza di fatto solo l’Unione Europea: non si può, dunque, parlare di accordo positivo, essendo questo -di fatto- un accordo unilaterale’’, aggiunge Fini. Il comparto non è solo un’eccellenza produttiva, ma un vero motore economico per tutto il settore agricolo nazionale. L’introduzione di nuovi dazi su un mercato chiave come quello degli Stati Uniti avrebbe un impatto diretto soprattutto sulle piccole e medie imprese che hanno investito per anni su qualità, internazionalizzazione e sostenibilità. Ora tutti questi viticoltori rischiano di vedere compromessi i risultati raggiunti.

Per Fini serve un’azione politica forte e unitaria a livello nazionale ed europeo per indennizzare le nostre imprese dei maggiori costi che dovranno essere sostenuti per le esportazioni verso gli Usa. Queste risorse possono essere straordinarie o dovranno essere reperite nell'ordinarietà dei fondi comunitari, non interamente spesi. “Sarebbe un modo -dice Fini- per indennizzare le aziende dell'effetto dumping, che sarà superiore alle attese, considerando l'incremento dei costi lungo la filiera distributiva e la svalutazione del dollaro”.

A dipendere maggiormente dagli Stati Uniti per il proprio export sono i vini bianchi Dop del Trentino-Alto Adige e del Friuli-Venezia Giulia, con una quota del 48% e un valore esportato di 138 milioni di euro nel 2024; i vini rossi toscani Dop (40%, 290 milioni), i vini rossi piemontesi Dop (31%, 121 milioni) e il Prosecco Dop (27%, 491 milioni). Grandi numeri che i dazi possono scombinare lasciando strada libera ai competitor.

Per compensare l’effetto negativo dei dazi, Cia chiede anche di mettere in campo una nuova comunicazione sul vino, attraverso i fondi dell'Ocm promozione. “Bisogna fare meno leva su elementi classici come il terroir e puntare di più, invece, su concetti semplici e immediati, in grado di arrivare a quel target giovane che rappresenta il consumatore del futuro”.

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1 In Evidenza - 30 lug 2025

Agricoltura, Cia Abruzzo: “Manodopera difficile da trovare e ancora più difficile da trattenere”

CIA Abruzzo accende i riflettori su una problematica che sta diventando strutturale per l’agricoltura regionale: la carenza di manodopera per le attività di raccolta. Se da un lato è già complicato trovare lavoratori stagionali disponibili, dall’altro è ancora più difficile mantenerli operativi sul campo. In molti casi, i braccianti abbandonano il lavoro dopo appena un giorno, lasciando le aziende impreparate e senza alternative operative immediate.

“Ci troviamo in una situazione paradossale”, denuncia CIA Abruzzo. “Le imprese sono pronte ad assumere, ma i lavoratori, spesso selezionati attraverso canali ufficiali, si presentano e poi spariscono. Questo genera disservizi, ritardi nella raccolta e un incremento dei costi a carico delle aziende”.

Per affrontare questa crescente difficoltà, CIA Abruzzo ritiene necessario un cambio di passo che parta dal riconoscimento della complessità del lavoro agricolo oggi. Non si tratta più di un’attività puramente stagionale o improvvisata: serve personale motivato, formato, consapevole della fatica ma anche del valore professionale che questo settore comporta.

Una prima proposta riguarda proprio la formazione mirata: avviare corsi brevi ma intensivi, in grado di preparare concretamente i lavoratori alle condizioni reali del campo, aiutando al contempo le aziende a selezionare persone davvero interessate, riducendo così l’alto tasso di abbandono anche dopo il primo giorno di lavoro.

Per sostenere le imprese virtuose, diventa fondamentale attivare agevolazioni fiscali e contributive per chi assume regolarmente e garantisce condizioni contrattuali corrette. Questo consentirebbe di alleggerire il carico economico sulle aziende e rendere più competitivo il lavoro regolare rispetto a forme di impiego irregolari, purtroppo ancora presenti.

Un altro aspetto prioritario è quello dell'integrazione tra sistema produttivo e territorio. Serve una collaborazione strutturata con i centri per l’impiego, le amministrazioni comunali, gli enti del terzo settore e le cooperative che gestiscono i flussi migratori, affinché i lavoratori stranieri presenti sul territorio possano essere accompagnati verso percorsi di lavoro legale, sicuro e qualificato. In molti casi, queste realtà svolgono un ruolo cruciale nell’orientamento, nella mediazione culturale e nella formazione, ma restano escluse dai tavoli operativi.

Infine, CIA Abruzzo ribadisce l’urgenza di rafforzare i controlli sul lavoro sommerso e sul caporalato, fenomeni che alterano la concorrenza, abbassano la qualità del lavoro e minano la dignità dei lavoratori. Solo garantendo legalità e sicurezza sarà possibile rendere attrattivo, stabile e giusto il lavoro nei campi.

“La risposta”, conclude CIA Abruzzo, “non può essere solo lamentarsi della mancanza di braccia: servono strumenti, regole chiare e un sistema che valorizzi chi vuole lavorare con dignità, e chi offre lavoro in modo trasparente”.

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1 In Evidenza - 30 lug 2025

Dazi: Cia, conto salato per il Made in Italy agroalimentare. Più che un accordo sembra una resa


Più che un accordo, l’intesa sui dazi al 15% sembra una resa. Ora l’export del Made in Italy agroalimentare verso gli Usa (7,8 miliardi di euro nel 2024) rischia grosse perdite in settori chiave come vitivinicolo, olio, pasta e riso, caseario, senza ottenere niente in cambio. Oltre all’impatto diretto, si corre il pericolo anche di un grave danno all’intero indotto agroindustriale, con pesanti ripercussioni sull’occupazione. Così il presidente di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini, commenta l’accordo fra la presidente della Commissione Ue, Ursula Von der Leyen e il presidente Usa, Donald Trump. “Nonostante sia stata evitata la tariffa al 30%, resta una grande preoccupazione per l’impatto reale di questi dazi, ma prima di trarre conclusioni definitive vogliamo aspettare gli sviluppi dei prossimi giorni, con la definizione ufficiale delle liste doganali”, continua Fini.

Secondo Cia, il rischio concreto di un calo dell’export è molto alto, con danni a comparti strategici e un aumento dei costi per le imprese italiane, che tenderanno a perdere margini di profitto oppure a dover trasferire parte di questi costi sui consumatori, rischiando di ridurre la domanda nel mercato Usa. L’effetto combinato di dazi e fluttuazioni del cambio euro-dollaro non potrà che aggravare l’impatto delle misure doganali, traducendosi in costi aggiuntivi reali per le aziende nazionali e rendendo meno competitivo il Made in Italy.

Per il vino, gli Usa sono la prima piazza mondiale con circa 1,9 miliardi di euro di fatturato nel 2024. A dipendere maggiormente dagli Stati Uniti per il proprio export sono i vini bianchi Dop del Trentino-Alto Adige e del Friuli-Venezia Giulia, con una quota del 48% e un valore esportato di 138 milioni di euro nel 2024; i vini rossi toscani Dop (40%, 290 milioni), i vini rossi piemontesi Dop (31%, 121 milioni) e il Prosecco Dop (27%, 491 milioni). Grandi numeri che i dazi possono scombinare lasciando strada libera ai competitor: dal Malbec argentino allo Shiraz australiano fino al Merlot cileno.

Per quanto concerne il mondo dell’olio, il dazio al 15% rischia di ridurre la competitività dell’extravergine italiano a favore di oli più economici provenienti da Paesi terzi che godono di tariffe più basse, come la Turchia, il Sud America o la Tunisia. Come conseguenza, il consumatore medio Usa sarà indotto a utilizzare altri oli, come quelli di semi tradizionali (girasole, soia, mais). Al momento, gli Stati Uniti rappresentano il principale mercato extra-Ue per l’olio tricolore, con una quota di circa 100 mila tonnellate l’anno e un valore vicino a 1 miliardo, ovvero il 32% del nostro export. C’è paura anche perché questi nuovi dazi colpiranno trasversalmente tutti i principali Paesi produttori europei (Italia, Spagna, Grecia) con la conseguenza di un possibile eccesso di offerta sul mercato interno, che porterebbe a un deprezzamento generale dell’olio italiano.

Nel settore caseario, invece, i dazi colpiranno soprattutto i formaggi Dop come la mozzarella di Bufala, oltre al Pecorino romano utilizzato oltreoceano dall’industria alimentare per aromatizzare patatine in busta e altri snack. In pericolo anche pasta, riso e farine, tra i prodotti più amati dal mercato Usa, con un export annuo di circa 2 miliardi e quasi mezzo milione di tonnellate inviate oltreoceano. Anche in questo settore, secondo Cia, si rischiano potenziali ricadute occupazionali qualora i dazi non vengano mitigati con accordi o misure di sostegno.

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1 In Evidenza - 28 lug 2025

ColtivaItalia: Cia, adesso veloce approvazione Parlamento


Le risorse annunciate da Lollobrigida con il piano “ColtivaItalia” sono essenziali per sostenere le imprese agricole in uno dei momenti più difficili per il comparto. Auspichiamo, però, che il miliardo stanziato dal ministro trovi in Parlamento un iter veloce di approvazione che trasformi i finanziamenti in strumenti concreti ed efficaci, a supporto di molte produzioni del Centro Sud, come grano, zootecnia e olivicoltura. Così, il presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini, commenta il pacchetto “per il consolidamento e lo sviluppo del settore”, collegato agricolo alla finanziaria 2026, approvato ieri dal Cdm.

“In particolare -continua Fini- apprezziamo le risorse consistenti riservate a molte filiere produttive del Centro Sud in sofferenza. Inoltre, consideriamo molto importanti anche i fondi dedicati al ricambio generazionale e all’imprenditoria femminile, agevolando l’accesso alla terra e il recupero dei terreni abbandonati, anche in un’ottica di contrasto al dissesto idrogeologico e di freno allo spopolamento delle aree interne. Così come -conclude- restano cruciali gli investimenti per la ricerca e la digitalizzazione del comparto, in risposta alla sempre maggiore urgenza di soluzioni innovative per fronteggiare la crisi climatica”.   

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1 In Evidenza - 24 lug 2025

CIA Abruzzo: “Tagli pesanti e nessuna visione: la Regione penalizza l’agricoltura abruzzese”

“Mentre l’Abruzzo si confronta con un deficit sanitario fuori controllo, il settore agricolo viene nuovamente messo all’angolo, sacrificato come fosse un comparto marginale”. È questa la denuncia di CIA Abruzzo, commentando la recente variazione di bilancio regionale approvata dalla Giunta Marsilio.

Con la delibera del 23 maggio 2025, la Regione ha infatti decurtato oltre 6 milioni di euro ai capitoli destinati ad agricoltura e pesca, colpendo in modo trasversale interventi vitali per la sopravvivenza delle imprese agricole e zootecniche.

Nel dettaglio:

  • I contributi per i danni da fauna selvatica, destinati a risarcire gli agricoltori colpiti da predazioni e devastazioni, subiscono un taglio di oltre il 67%. Una decisione incomprensibile in un territorio già duramente provato da cinghiali, cervi e lupi.

  • Le consulenze tecniche per la zootecnia, indispensabili per la gestione sanitaria e produttiva degli allevamenti, passano da 437.000 a poco più di 167.000 euro, con una riduzione pari al 62%.

  • Il finanziamento al Consorzio di Bonifica del Fucino, infrastruttura strategica per l’approvvigionamento idrico e la difesa del suolo nella Marsica, viene ridotto del 61%.

  • Vengono ridimensionati anche i trasferimenti agli enti locali per gli investimenti in ambito agricolo e agroalimentare, colpendo le aree rurali più fragili della regione.

“Siamo davanti a una scelta politica chiara e sbagliata: quella di colpire il settore primario proprio mentre servirebbero investimenti strutturali e continui”, dichiara Nicola Sichetti, Presidente CIA Abruzzo, “È evidente che l’agricoltura, in Abruzzo, interessa solo come scenografia nelle passerelle istituzionali. Poi, nei bilanci, sparisce. Tagliare in questo modo significa indebolire l’economia reale, aggravare la crisi delle aree interne e voltare le spalle a chi ogni giorno lavora per garantire cibo, presidio del territorio e sostenibilità ambientale.”

CIA Abruzzo sottolinea come questi tagli non rappresentino solo un riequilibrio contabile, ma un atto politico che nega dignità al lavoro agricolo e alle sue funzioni sociali e ambientali. A fronte di una crisi climatica crescente, della difficoltà di accesso al credito, dell’assenza di una rete tecnica pubblica e del mancato ricambio generazionale, questa manovra è una condanna.

“Per questo chiediamo il ripristino immediato dei fondi tagliati, a partire da quelli per i danni da fauna selvatica, per la consulenza tecnica e per il sistema irriguo”, continua Sichetti, “Ma non basta: serve un piano pluriennale regionale per lo sviluppo agricolo, con obiettivi chiari, risorse certe e monitoraggio costante.
 

Non possiamo più assistere a decisioni prese sopra le nostre teste, senza confronto, senza ascolto, senza rispetto per chi rappresenta migliaia di aziende agricole abruzzesi. Non accetteremo che l’agricoltura venga trattata come un settore residuale. Senza agricoltura non c’è Abruzzo”, conclude, “E senza rispetto per chi lavora la terra non ci sarà futuro né per l’economia né per i territori.”

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1 In Evidenza - 23 lug 2025

CIA: “Sull’assegnazione del gasolio agricolo servono strumenti adeguati. Va adottata una piattaforma unica regionale"

CIA Abruzzo ribadisce con fermezza la propria posizione rispetto alle gravi criticità che continuano a colpire il sistema regionale per l’assegnazione del gasolio agricolo agevolato.

Nel corso dell’audizione alla 3ª Commissione Agricoltura del Consiglio Regionale, CIA Abruzzo ha evidenziato come i malfunzionamenti della piattaforma ABACO abbiano generato pesanti disservizi per le imprese agricole, impedendo la tempestiva assegnazione del carburante, bloccando le verifiche sui consumi e costringendo le aziende ad acquistare gasolio a prezzo pieno, con ricadute economiche insostenibili e potenziali rischi sanzionatori.

“Il gasolio agevolato è uno strumento fondamentale per la sopravvivenza e la competitività delle imprese agricole”, dichiara il Presidente CIA regionale, Nicola Sichetti, “ma oggi viene gestito con strumenti informatici inadeguati, che causano ritardi, confusione e danni economici. Non si può parlare di agricoltura moderna se il sistema digitale non è all’altezza delle esigenze del settore.”

CIA Abruzzo ribadisce quindi la necessità di una piattaforma informatica unica regionale dedicata alla gestione dell’intero processo di assegnazione del gasolio agricolo agevolato, in grado di assicurare:

  • tempestività nell’erogazione;

  • tracciabilità e trasparenza delle procedure;

  • riduzione della burocrazia per aziende e amministrazioni.

Una piattaforma unica rappresenterebbe una risposta strutturale alle inefficienze del sistema attuale, allineando l’Abruzzo alle migliori pratiche adottate in altre regioni italiane.

“È il momento di dotare l’agricoltura abruzzese di strumenti realmente funzionanti e all’avanguardia”, conclude Sichetti, “non possiamo permettere che disservizi informatici cronici penalizzino chi ogni giorno lavora per garantire cibo, economia e presidio del territorio.”

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News Cia Abruzzo

1 In Evidenza - 28 feb 2022

Fiere agroalimentari 2022: al via le manifestazioni di interesse

Inizia la raccolta delle manifestazioni d’interesse per gli eventi previsti nel 2022. 

La Camera di Commercio di Chieti-Pescara congiuntamente alla Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia e alla Regione AbruzzoAssessorato Agricoltura e Assessorato allo Sviluppo Economico – Turismo, compatibilmente alle risorse finanziarie disponibili nei rispettivi budget, intendono partecipare in forma congiunta, attraverso una collettiva abruzzese, alle seguenti Fiere di interesse Internazionale:

 Le manifestazioni previste sono:

  • Vinitaly e Sol&Agrifood - Verona, 10-13 aprile 2022
  • Cibus 21° Salone Internazionale dell’Alimentazione - Parma 3/6 maggio 2022
  • Olio Capitale - Trieste 13/15 maggio 2022
  • Merano WineFestival - Merano,  novembre 2022 (date da definirsi)
  • Terra Madre Salone del Gusto - Torino, 22/26 settembre 2022
  • Sana 34° Salone Internazionale del biologico e del naturale - Bologna 8/11 settembre 2022
  • Sial Paris Il Salone Internazionale dell’Alimentazione - Parigi 15/19 ottobre 2022
  • AF - Artigiano in Fiera - Milano 3/11 dicembre 2022

Al fine di individuare le fiere maggiormente rispondenti all’interesse delle aziende, e destinare, conseguentemente, le risorse economiche a disposizione a quelle  potenzialmente più funzionali alle vostre esigenze,  

Segnalare l' eventuale interesse a partecipare alle manifestazioni sopra segnalate, accedendo sul sito della Camera di Commercio alla pagina:  https://www.chpe.camcom.it/pagina617_partecipazione-a-fiere-ed-iniziative.html e compilando il form dedicato entro e non oltre la data del 5 marzo 2022.  

 Tale manifestazione d’interesse non è vincolante, né attribuisce prelazione in ordine alla partecipazione, ma ha la finalità di rilevare l’interesse delle aziende alle manifestazioni, operare la scelta delle fiere alle quali partecipare con la collettiva abruzzese ed impegnare l’area espositiva.

Per ogni chiarimento o per ulteriori informazioni è possibile rivolgersi a:

Marcella Lalli 3278169962Selene Galante 0854536229

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1 In Evidenza - 28 feb 2022

ATC Vastese - Bando per l’accesso ai contributi per la prevenzione danni da cinghiali alle produzioni agricole 2022

Bando per l’accesso ai contributi per la prevenzione danni da cinghiali alle produzioni agricole nel comprensorio dell'ATC Vastese (contributi per l'acquisto di recinzioni elettriche mobili) - 2022. La scadenza è fissata a giovedì 31 marzo 2022, alle ore 12:00.
In allegato il bando.
 

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1 In Evidenza - 28 feb 2022

Ucraina: Cia, 50 trattori in piazza per rincari insostenibili. Si teme effetto valanga dopo peste suina

E’ effetto valanga dopo la guerra in Ucraina nell’area rossa già colpita dalla crisi sanitaria determinata dalla Peste suina africana (PSA). Stamattina 50 trattori e 500 agricoltori sono scesi in piazza a Rossiglione nella manifestazione nazionale indetta da Cia-Agricoltori Italiani, dopo i rincari insostenibili su tutte le materie prime. Il gasolio agricolo necessario per le semine ed il riscaldamento delle serre ha superato gli 1,10 euro al litro, mentre il mais -prodotto strategico per le filiere nazionali dei prodotti zootecnici- è aumentato del 25% si (186 euro/ton). Piove, dunque, sul bagnato sugli allevatori, già allo stremo per la trattativa bloccata da mesi con gli industriali, con cui si chiede l’aumento di 5 centesimi al litro sul prezzo del latte. Ma è tutto il sistema agricolo italiano a rischio default dopo la guerra ucraina, rincara Cia. Nel week end l’agenzia Tass avrebbe, infatti, dichiarato già in atto il blocco del nitrato d’ammonio con cui la Russia potrebbe dichiarare una vera e propria guerra economica al mondo agricolo, essendo questo l’elemento base dei principali fertilizzanti utilizzati dalle nostre aziende.  Questi concimi sono già aumentati del 150% nelle ultime settimane e solamente per il grano rappresentano il 25% del costo di produzione. L’urea, altro concime fondamentale nella fase post-semina del grano Made in Italy, è invece quasi triplicata: 1000 euro a tonnellata dai 350 dello scorso anno.

Tutto questo acuisce la situazione già pesatissima nelle zone dell’area rossa, dove oggi Cia-Agricoltori Italiani è scesa in piazza con 50 trattori nel cuore dell’area infetta dal virus della peste suina, per dire -una volta per tutte- “basta!” alla gestione irresponsabile della fauna selvatica. Il decreto emanato dal Governo per Cia è troppo blando, ostaggio di lentezze burocratiche e sprovvisto di risorse finanziarie. Il commissario straordinario previsto avrebbe, invece, solo potere di coordinamento e verifica del corretto svolgimento delle operazioni. Cia teme, dunque, che tutto il peso finanziario dell’emergenza nazionale PSA venga scaricato sulle casse di Regioni e Comuni. Le misure del decreto appaiono, inoltre, molto poco tempestive. Malgrado l’emergenza, occorrono ben trenta giorni per la stesura dei piani regionali di intervento per l’eradicazione del virus nei cinghiali e almeno altri venti per l’ottenimento del parere dell’Ispra.

Per Cia bisogna proteggere il sistema produttivo di queste aree con un piano di abbattimenti selettivo che crei una zona "cuscinetto" e impedisca al virus di diffondersi, anche grazie al foraggiamento artificiale della fauna selvatica. “L'emergenza peste suina da quasi due mesi ha, di fatto, bloccato l'attività negli allevamenti di suini in Piemonte e Liguria. Secondo l'OMS la malattia si sta diffondendo velocemente in 50 Paesi e se l'infezione dovesse arrivare in Lombardia -ha dichiarato il presidente Cia, Dino Scanavino- rischiamo di mettere in ginocchio una delle più importanti aree suinicola italiane e tutto il nostro export. Il Governo non sottovaluti il problema di fronte all’Europa e al Paese, bisogna prendere a esempio Paesi che hanno eradicato il fenomeno rapidamente, come il Belgio e la Repubblica Ceca, dove già nella prima settimana di epidemia sono stati abbattuti 3mila cinghiali”.

Per Cia, solamente i 275 chilometri di recinzione per delimitare l’area infetta rappresenteranno un lavoro complesso e oneroso, che non deve essere realizzato sottraendo fondi a quelli necessari ai ristori per le aziende danneggiate. Chiediamo, dunque, maggiori risorse da stanziare ora nella fase di conversione in legge del Sostegni-ter -conclude Scanavino-, i cinquanta milioni di euro annunciati dal governo sono davvero troppo pochi”. Per Cia, non vanno dimenticati i danni indiretti alle aziende agricole legate all’ospitalità e alla silvicoltura che non hanno altri sbocchi produttivi e rischiano gravi ripercussioni economiche, che si vanno ad aggiungere a quelle subite per le restrizioni dovute alla pandemia da Covid nell’ultimo biennio.

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1 In Evidenza - 27 feb 2022

Eletti i nuovi presidenti Anp, Agia e Donne in Campo Abruzzo

Cambio ai vertici di Anp, Agia e Donne in Campo Abruzzo che rinnovano gli organi direttivi in occasione dell’Assemblea elettiva regionale delle Associazioni in programma ieri, 26 febbraio, al Padiglione “Daniele Becci” del Porto turistico Marina di Pescara. Sono stati eletti: Giuseppe De Blasis come Presidente Anp Abruzzo, subentrato a Dino Bruno; Antonella Vicoli nominata Presidente Donne in Campo Abruzzo prende il posto di Domenica Trovarelli ed Enrico Calentini, nuovo presidente Agia succede a Francesca Valente.

Innovazione, sostenibilità ambientale, previdenza i temi al centro del dibattito e delle riflessioni delle tre associazioni. La strategia di Anp, raccolta nel documento programmatico, è quella di garantire agli anziani pensioni dignitose, tutelare donne e giovani, rilanciare le aree rurali del Paese e promuovere politiche sociali e culturali per la soluzione dei problemi connessi alla posizione degli anziani nella società. 


Molti i temi raccolti nel documento programmatico di Donne in Campo: l’importanza di lavorare per la riduzione dei divari di genere, affinché le donne abbiano parità di stipendio e pensioni e le stesse opportunità degli uomini di avviare imprese nelle aree rurali, incrementare la rappresentanza femminile all’interno degli organi politico-istituzionali, agevolare lo sviluppo delle aziende femminili e valorizzarne il ruolo. Un monito quello della neo presidente Antonella Vicoli a continuare nella strada tracciata fino ad ora, dando valore alla donna, sia come persone che come imprenditrice.


Per Agia è importante favorire la presenza di giovani agricoltori attraverso l’adozione di politiche di insediamento abitativo che incentivino il recupero di fabbricati rurali, dei piccoli centri urbani e dei borghi. Necessario garantire l’accesso alla terra alle tante imprese insediate su terreni in affitto da soggetti anziani così da incentivare investimenti e posti di lavoro.


“E’ giusto che le tre associazioni lavorino congiuntamente”, afferma Mauro Di Zio, Presidente Cia Abruzzo, “la struttura regionale è a disposizione al fine di coordinare l’attività al fine di costruire insieme il “Paese che vogliamo””. 


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1 In Evidenza - 25 feb 2022

Ucraina: Cia, rischio embargo Putin su vino (150mln) e su fertilizzanti indispensabili per grano

Rischio di blocco dei fertilizzanti indispensabili alle coltivazioni e di un embargo sul vino che costerebbe 150 milioni al Made in Italy, in aggiunta alle speculazioni finanziare già in essere sui cereali (grano e mais). Il conflitto in Ucraina presenterà un costo salato per l’agricoltura italiana, in faticosa ripresa dopo la pandemia, anche per l’effetto del trend pericolosamente rialzista dei prodotti agricoli nelle quotazioni della Borsa di ChicagoE’ questo l’allarme di Cia-Agricoltori Italiani, preoccupata per gli effetti a catena di una pesante inflazione alimentare su tutta la filiera, già in affanno per i prezzi alle stelle delle forniture di gas. Pesante anche la stima di ripercussioni sullo scaffale per il consumatore (+20% solo per la pasta).

Con il solo blocco del nitrato d’ammonio la Russia potrebbe, infatti, dichiarare una vera guerra economica al settore primario, essendo questo l’elemento base dei principali fertilizzanti utilizzati dalle aziende agricole. Questi fitofarmaci, che non si possono produrre in Italia perché contengono sostanze minerali esclusivamente di importazione (azoto, fosforo e potassio), sono già aumentati del 150% nelle ultime settimane e solamente per il grano rappresentano il 25% del costo di produzione. L’urea, concime fondamentale nella fase post-semina del grano Made in Italy perché lo rende altamente proteico e ne aumenta la qualità, è quasi triplicata: 1000 euro a tonnellata dai 350 dello scorso anno. Anche i fosfati, che garantiscono il nutrimento completo necessario allo sviluppo della piante, sono passati da 350 a 700 euro a tonnellata. Cia stima, dunque, ricadute per il consumatore sui prezzi di pasta (+20%), pane e farine, prodotti che risentono anche dei prezzi dell'energia su produzione, imballaggio e soprattutto del trasporto, in un Paese in cui l’80% dei trasporti commerciali avviene su gomma.

Altra minaccia di Putin per il nostro agroalimentare riguarda il vino, che potrebbe essere oggetto di embargo da parte della Russia, in risposta alle possibili future sanzioni Ue. Le ricadute economiche sarebbero rilevanti per l’Italia, partner commerciale privilegiato di Mosca, che attualmente importa circa 150milioni di vino italiano (+35% negli ultimi 10 anni), mentre altri 49 milioni di euro di vino sono stati destinati all’Ucraina. Cia ricorda che le esportazioni agroalimentari Made in Italy (ortofrutta, formaggi, carni e salumi) hanno già perso 1,4 miliardi negli ultimi 8 anni a causa dell’embargo deciso da Putin nel 2014, in risposta alle sanzioni Ue per la vicenda Ucraina

Cia ricorda, infine, che per le imprese agricole sta diventando impossibile andare avanti con i prezzi dell’energia divenuti insostenibili. Basti pensare ai rialzi fino al 120% delle bollette energetiche a inizio 2022, rispetto allo stesso periodo di un anno faIl presidente nazionale Cia, Dino Scanavino, si appella al Governo: “Per gli agricoltori è ancora irrisolto il caro energia, perché le nostre aziende non sono state classificate energivore. Cia non ritiene giusto considerare i costi energetici solo in relazione ai volumi consumati, ma crede sia più equo valutarne l’incidenza percentuale sui fatturati aziendali, che per gli agricoltori ha un impatto medio molto alto, sia a livello di energia termica che elettrica”.

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1 In Evidenza - 25 feb 2022

Latte: Cia, servono interventi immediati, 43.000 stalle a rischio chiusura

Gli allevatori italiani non possono aspettare ancora. Le oltre 43.000 aziende di bovini da latte sono allo stremo per il rialzo incontrollabile delle materie prime e dell’energia, a cui si aggiungono ora gli effetti della crisi in Ucraina. Servono interventi immediati per riconoscere ai produttori una più equa quotazione del latte alla stalla, oltre a interventi strutturali per evitare la chiusura delle imprese. Così il presidente di Cia-Agricoltori Italiani, Dino Scanavino, intervenendo oggi al tavolo di filiera del settore lattiero-caseario con il ministro delle Politiche agricole Stefano Patuanelli.

            “L’accordo firmato nei mesi scorsi è stato totalmente disatteso -ha ricordato Scanavino- dimostrando una totale mancanza di rispetto per le difficoltà del sistema produttivo. Oggi un litro di latte fresco viene pagato in media 39 centesimi al litro all’allevatore, con costi di produzione più alti e ormai vicini ai 45 centesimi al litro, mentre il prezzo del latte ‘spot’ è a 49 centesimi, per arrivare sullo scaffale del supermercato a quota 1,50-1,70 euro. Insomma, una situazione insostenibile e ingiustificabile”.

Ecco perché “chiediamo di adeguare il prezzo del latte bovino alle dinamiche di mercato di alcuni prodotti guida, oltre che ai costi di produzione -ha ribadito il presidente di Cia-. L’andamento delle vicende internazionali rende evidente l’utilità di avere a disposizione un meccanismo per l’adeguamento del prezzo del latte nel corso dell’anno, sulla base dello sviluppo del mercato”.

Allo stesso tempo, per Cia è necessario mettere in campo ulteriori interventi per mitigare gli effetti dei rincari sulle aziende, acuiti dal conflitto russo-ucraino. Basti pensare che, solo nei primi 14 giorni di febbraio, i prezzi dell’elettricità sono cresciuti del 238% sullo stesso periodo del 2021; il gas naturale il 327% in più, il petrolio il 50% in più. I costi dei trasporti sono aumentati del 115% rispetto a febbraio di un anno fa. Una corsa insostenibile per la catena di approvvigionamento, che colpisce tutti gli anelli della filiera.

Le stalle, in aggiunta, devono fronteggiare anche i rialzi legati alla mangimistica. Il prezzo del mais a uso zootecnico costava a gennaio il 32% in più rispetto a gennaio 2021 (e il 67% in più rispetto a dicembre 2019); la soia è passata dai 328 euro/ton di maggio 2019 a 621,5 euro/ton di media nell’ultimo mese (+89%, con una crescita del 23,3% rispetto a febbraio 2021) e l’erba medica disidratata in balloni è proiettata a raggiungere il prezzo record degli ultimi 22 anni (solo nel 2014 raggiunse un valore più elevato, 268 euro alla tonnellata).

Per tutti questi motivi, “bisogna inserire anche le aziende agricole nel Decreto energia annunciato dal governo -ha aggiunto Scanavino- e lavorare da subito a misure fiscali, come l’azzeramento dell’Iva e delle accise sui mangimi, oltre che su interventi di lungo periodo che garantiscano una più giusta ripartizione del valore lungo la filiera”.

“Ringraziamo il ministro per aver riacceso il focus sul settore -ha concluso il presidente di Cia- e per l’impegno a riconvocare un tavolo tecnico nei prossimi giorni per elaborare proposte e soluzioni alla crisi degli allevamenti”.

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