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In Evidenza - 01 mar 2023
Abruzzo, aperte le domande per l'impianto di nuovi vigneti
Ci sarà tempo fino al 31 marzo 2023 per fare richiesta per l'impianto di nuovi vigneti in Abruzzo.
Le richieste di autorizzazioni per nuovi impianti di vigneto sono considerate ammissibili se dal fascicolo aziendale risulta in conduzione una superficie agricola pari o superiore a quella del nuovo impianto richiesto. Non si può quindi richiedere l'autorizzazione per un impianto che abbia una superficie superiore a quella condotta dall'azienda.
L'autorizzazione non è concessa anche in caso di vincoli (ambientali, archeologici ecc...) a meno che non siano stati rimossi dalle autorità competenti.
Sono considerate ammissibili le superfici agricole condotte e inserite nel fascicolo aziendale esclusi gli usi del suolo con vigneti o con vincoli.
Entro giugno verranno fatte le assegnazioni delle superfici da impiantare entro i 3 anni successivi.
Per maggiori informazioni e per l’inoltro della domanda puoi recarti presso l’ufficio Cia più vicino a te.
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In Evidenza - 28 feb 2023
Rinnovata la convenzione tra FCA Italy e Cia-Agricoltori Italiani
Rinnovata la convenzione tra FCA Italy e Cia-Agricoltori Italiani che consente alle imprese associate di acquistare autovetture e veicoli commerciali dei marchi Fiat, Abarth, Alfa Romeo, Lancia, Jeep e Fiat Professional presso tutti i concessionari autorizzati della rete, usufruendo di speciali condizioni di trattamento a loro riservate, in via esclusiva, per le vetture ordinate entro il 31 dicembre 2023.
Per poter usufruire delle speciali condizioni di trattamento l'impresa associata alla Cia-Agricoltori Italiani, all'atto della prenotazione del veicolo, dovrà consegnare alla Concessionaria copia della tessera confederale.
Maggiori info in allegato.
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In Evidenza - 22 feb 2023
𝗔𝗽𝗶𝗰𝗼𝗹𝘁𝘂𝗿𝗮, 𝗯𝗮𝗻𝗱𝗼 𝟮𝟬𝟮𝟯: 𝗹𝗮 𝘀𝗰𝗮𝗱𝗲𝗻𝘇𝗮 𝗲̀ 𝗶𝗹 𝟭𝟱 𝗺𝗮𝗿𝘇𝗼
L'Abruzzo ha aperto il bando dello Sviluppo Rurale per la concessione di aiuti previsti per l'apicoltura per l'annualità 2023.
Il bando, attivato sull'intervento Sr18 - Aca18 del complemento dello Sviluppo Rurale, mette a disposizione 1 milione di euro per fornire contributi ad alveare agli apicoltori che hanno o portano apiari in determinate zone della Regione in cui l'azione di impollinazione delle api da miele è stata ritenuta importante per l'ambiente.
Al bando possono partecipare tutti gli apicoltori ai sensi della legge 313/2004, quindi chiunque detiene e conduce un alveare, indipendentemente che abbia o meno partita Iva, e gli enti pubblici che conducano degli alveari.
Per poter fare richiesta dei contributi è necessario avere nelle zone indicate da un minimo di 50 alveari a un massimo di 80 alveari per apiario e lo stesso apicoltore potrà richiedere contributi per più apiari se questi sono distanti almeno 2,2 chilometri tra loro.
Per poter fare domanda è necessario che le api siano della sottospecie Apis mellifera ligustica.
Oltre a questo è necessaria una relazione tecnica dove siano indicate le aree prescelte per il posizionamento degli apiari, le speciebotaniche interessate, come definite dalla carta delle aree eleggibili all'intervento, il numero di alveari che si intende posizionare per postazione, il periodo di permanenza degli alveari.
Il bando prevede 2 tipi di azioni:
- azione A per gli alveari stanziali, che devono rimanere in loco per 365 giorni;
- azione B per gli alveari nomadi, che devono rimanere in loco per almeno 60 giorni nei periodi stabiliti per le fioriture interessate.
Il contributo però non è diverso tra alveari stanziali e nomadi ed è dato come contributo forfettario annuale di:
1450 euro, per apiari con un numero compreso tra 50 e 60 alveari;
1850 euro, per apiari con un numero compreso tra 60 e 80 alveari.
I contributi verranno erogati per 5 anni, durante i quali gli apicoltori saranno tenuti a mantenere le condizioni previste dal bando.
Le domande, insieme alla documentazione necessaria, dovranno essere inviate entro il 15 maggio 2023.
Puoi rivolgerti ai nostri uffici per la presentazione della domanda.
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In Evidenza - 07 feb 2023
Calano le imprese agricole in Abruzzo, 3772 unità in meno negli ultimi 10 anni
Cala il numero delle imprese agricole in Abruzzo con un saldo negativo di -3772 aziende negli ultimi 10 anni. Secondo i dati Movimprese elaborati da Unioncamere il trend non sembra arrestarsi e il 2022 si conclude con il -1,02% di aziende in agricoltura registrate, una diminuzione netta di 431 unità.
A subire il calo maggiore è la provincia di Chieti che perde l’1,72%, al secondo posto c’è la provincia di Pescara con lo 0,90% in meno seguita dall’ Aquila con -0,37% e Teramo che registra -0,35%.
Dal punto di vista della forma giuridica a essere più colpite dalla flessione sono le imprese individuali che diminuiscono del -1,43%, mentre si registra, anche quest’anno, come negli ultimi 10 anni, un aumento di società (di capitale e di persone) e altre forme di aggregazione.
“Dati che non ci rassicurano”, commenta il Presidente Cia Abruzzo, Nicola Sichetti, “Oggi più che mai sono necessarie politiche adeguate di sostegno al settore primario. La pandemia prima e la guerra poi hanno contribuito a generare conseguenze devastanti come l’aumento delle materie prime, dell’energia e del carburante, e a pagarne le spese sono stati soprattutto i produttori agricoli”.
Positiva, invece, in termini di crescita imprenditoriale, la scelta di costituire società, cooperative, e consorzi, con un aumento pari al 4,13%, anche se le imprese individuali sono circa il 93% e continuano a rappresentare un ruolo significativo nella nostra economia agricola.
“Sburocratizzazione, semplificazione dell’accesso ai bandi, favorire l’accesso ai finanziamenti, maggiori investimenti sul rinnovo delle infrastrutture (in particolare per ciò che riguarda le risorse idriche) potrebbero aiutare a invertire il trend e far sì che il settore diventi sempre più attrattivo ai giovani imprenditori, propensi a portare innovazioni e nuove tecnologie”, continua Sichetti che sottolinea come il ricambio generazionale sia uno dei problemi più preminenti del comparto. “Redditività e sostenibilità, sono questi i vettori su cui concentrarci nei prossimi anni”.
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In Evidenza - 02 feb 2023
Vitivinicolo, Cia Abruzzo: “Bene blocage su vendemmia 2022 ma occorrono regole chiare e giuste strategie di promozione”
“Bene l’approvazione del blocage sulla vendemmia 2022, ma occorre stabilire regole chiare e precise”. Cia Abruzzo e Cia Chieti-Pescara esprimono soddisfazione riguardo la regolamentazione sullo stoccaggio dei vini, dopo il via libera della Regione Abruzzo alla misura straordinaria che mira ad allineare domanda e offerta su un mercato che da tempo vede un ribasso dei prezzi dettato da un eccesso di produzione, e di conseguenza tutelare i produttori, garantire un prodotto di qualità ed evitare giacenze.
Il blocage è uno strumento previsto dall’art. 39 della legge 238/2016, comma 4, e sarà applicato con una percentuale del 20%, sugli sfusi di Montepulciano d’Abruzzo Doc rivendicati nell’annata 2022, ad eccezione del vino biologico e il vino delle cantine che imbottigliano tutta la loro produzione.
“Questo provvedimento”, afferma Nicola Sichetti, Presidente Cia Abruzzo, “rappresenta una prima risposta ad un disequilibrio del mercato che mette a dura prova la remunerazione dei nostri produttori. Come Confederazione abbiamo chiesto alla regione l’istituzione di un tavolo di lavoro regionale per la condivisione di regole precise e chiare, prima della raccolta delle uve, finalizzato a garantire certezze a tutto il comparto, in primis ai produttori del settore. Inoltre, auspichiamo”, continua Sichetti, “in una buona e proficua programmazione dell’attività di promozione del vino abruzzese sui mercati nazionali e internazionali, utilizzando le significative risorse disponibili in maniera mirata ed efficiente, aspetto da non sottovalutare dato che le azioni di promozione hanno una ricaduta positiva sul territorio abruzzese che sempre più si identifica nella sostenibilità e nel rispetto dell’ambiente, quali parole chiave e identitarie del sistema produttivo abruzzese”.
“Una misura di cui il comparto vitivinicolo abruzzese necessitava”, sottolinea il Presidente Cia Chieti-Pescara, Domenico Bomba, “Siamo sempre più consapevoli che solo assumendoci la responsabilità di rispettare e tutelare la natura e le sue bellezze sarà possibile produrre un vino sempre più ricco di valore e qualità, azione che valorizza sempre di più i brand abruzzesi e nello stesso tempo garantiscono la crescita e lo sviluppo del comparto enogastronomico regionale, quale tratto distintivo dell’Abruzzo capace di coniugare i valori ambientali, la qualità del cibo, la storia e le tradizioni locali”.
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In Evidenza - 25 gen 2023
Abruzzo, aumentano i danni all’agricoltura causati dai cinghiali: preoccupazione di Cia Abruzzo
La presenza dei cinghiali in Abruzzo continua a rappresentare un fattore di rischio per l’uomo e le colture agricole. Nel periodo 2015-2021 in Italia si contano un milione e mezzo di esemplari di cinghiale e gli abbattimenti sono stati circa 300.000 all’anno (di cui 257.000 in caccia ordinaria e 42.000 in interventi di controllo faunistico). Ingenti i danni all’agricoltura e tra le regioni più colpite c’è l’Abruzzo per un totale di circa 18 milioni di euro nel periodo considerato.
Sono i numeri emersi lo scorso 13 gennaio a Viterbo in occasione del convegno su “Fauna selvatica e territori: conoscere per gestire”, organizzato dalla Confagricoltura in collaborazione con l’Ente Produttori di Selvaggina (EPS).
“Serve una urgente strategia di intervento su scala nazionale”, ha commentato Nicola Sichetti, Presidente Cia Abruzzo, “Abbiamo più volte sollecitato la Regione per risolvere il problema dei danni senza alcuna risposta. Siamo fortemente preoccupati: nel 2022 con la siccità la situazione è precipitata e molte aziende sono al collasso. Come Confederazione non possiamo assistere inermi ad una tale emergenza e per questo i nostri uffici hanno analizzato attentamente tutti i documenti inerenti la gestione dei cinghiali per comprendere quali siano le criticità che hanno portato a questo stato di fatto”.
La Cia sottolinea come il nuovo Piano faunistico venatorio regionale approvato nel 2020, dopo 25 anni, individua con esattezza le aree dove la presenza del cinghiale non è compatibile con le attività umane e su queste in particolare vanno presi dei provvedimenti urgenti. In Provincia di Chieti, ad esempio, nel 2021, i danni arrecati alle colture agricole dal cinghiale ammontavano a € 1.252.240,00, nel 2014 prima dell’entrata in vigore del regolamento regionale sugli ungulati i danni ammontavano a € 400.000,00 (dati piano di controllo della regione Abruzzo).
“E’ chiaro che qualcosa non funziona”, continua Sichetti, “ La Cia Abruzzo ha già individuato le principali criticità e se non si provvede nell’immediato ad una modifica delle leggi e regolamenti regionali che regolano l’attività venatoria e il risarcimento dei danni, non escludiamo manifestazioni di piazza chiamando a raccolta tutto il mondo agricolo”.
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