News in evidenza

1 In Evidenza - 20 dic 2025

Cia: anche l’Abruzzo in prima linea a Bruxelles al fianco gli agricoltori europei

Una giornata storica per l’agricoltura europea: oltre 10mila produttori e centinaia di trattori hanno sfilato per le strade di Bruxelles, davanti al Parlamento Ue, per chiedere un futuro sostenibile e competitivo per il settore.

Cia–Agricoltori Italiani era presente in prima linea, con delegazioni da tutta Italia e, in particolare, una folta rappresentanza dall’Abruzzo, che ha voluto ribadire il sostegno agli agricoltori italiani ed europei.

La mobilitazione, sostenuta da oltre 40 organizzazioni agricole dei 27 Stati membri riunite nel Copa-Cogeca, ha lanciato un messaggio chiaro alle istituzioni europee: la riforma della Pac post 2027, così come proposta, è inaccettabile. I produttori hanno chiesto di ascoltare chi ogni giorno garantisce cibo, lavoro e futuro ai territori, denunciando tagli di bilancio, scelte politiche penalizzanti, concorrenza sleale e burocrazia opprimente.

Sul palco di Place du Luxembourg, davanti al Parlamento Ue, il presidente nazionale di Cia, Cristiano Fini, ha sottolineato: “Non accetteremo scelte che indeboliscono il settore. È il momento di cambiare rotta e ascoltare gli agricoltori, il cuore pulsante dell’Europa.”

La partecipazione dell’Abruzzo testimonia l’unità e la determinazione dei territori italiani nel difendere un’agricoltura forte, sostenibile e sicura.

"La nostra presenza dall’Abruzzo a Bruxelles dimostra quanto i nostri agricoltori sentano sulla propria pelle le conseguenze di scelte europee lontane dalla realtà dei territori” – ha dichiarato Nicola Sichetti, presidente di CIA Abruzzo. “La Pac post 2027, così come impostata, rischia di penalizzare in modo particolare le regioni come la nostra, caratterizzate da aree interne, agricoltura familiare e produzioni di qualità. Chiediamo un’Europa che investa davvero in chi presidia il territorio, garantisce sicurezza alimentare e tutela l’ambiente, riducendo burocrazia e concorrenza sleale. Senza agricoltori non c’è futuro né per l’Abruzzo né per l’Europa.

Visualizza Allegato

1 In Evidenza - 20 dic 2025

Cia in piazza a Bruxelles. Agricoltura non si svende, con riforma Pac a rischio 270mila aziende


“Siamo in piazza per dire no a un’Europa che svende l’agricoltura, mette le armi davanti al cibo, compromette la sicurezza alimentare dell’Unione e rischia di far chiudere, solo in Italia, oltre 270mila aziende del settore. È inaccettabile: o arriva una scossa politica forte e un cambio di rotta deciso o si condanna il nostro futuro”. Questo l’appello del presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini, dalla grande manifestazione a Bruxelles, con 10mila produttori e centinaia di trattori provenienti da ogni parte del continente.


In prima linea la folta delegazione Cia, riunita sotto lo striscione “Ursula, basta bugie”, con cartelli che parlano chiaro: “Pac post 2027: non è una riforma, è la fine dell’agricoltura”, “Agricoltori senza Pac, Europa senza cibo” e “Terra chiama Ursula, la sicurezza siamo noi”. Una presa di posizione netta, a tutela di tutti i cittadini europei, contro la proposta della Commissione targata von der Leyen, che vuole tagliare le risorse del 22%, sottraendo all’Italia 9 miliardi di euro, e far confluire la Pac in un fondo unico, generando competizione tra settori, mettendo a rischio il mercato comune e colpendo al cuore il sistema produttivo europeo e nazionale.


Un allarme che non è solo politico, ma supportato da dati concreti. Secondo le stime di Cia, infatti, se confermata, la proposta di riforma della Pac post 2027 con meno risorse e fondo unico potrebbe avere effetti devastanti per l’agricoltura italiana, mettendo a rischio la sopravvivenza di 270mila aziende del settore, pari a quasi un terzo del totale (31,65%), a partire dalle più piccole e vulnerabili. Le conseguenze sarebbero diffuse su tutto il territorio: -26% al Nord, -33% al Centro e fino al -51% al Sud, colpendo in modo particolare le aree rurali e interne e aggravando divari economici e sociali già profondi. Guardando ai singoli comparti, il prezzo più alto ricadrebbe sui seminativi (-64%), sull’olivicoltura (-27%) e sulla zootecnia (-5%).


“Non è una riforma tecnica, è un vero e proprio cambio di paradigma -ha evidenziato il presidente di Cia-. La Pac è la politica più antica, più solida e più europea che esista. Ha garantito per oltre 50 anni stabilità, reddito, presidio del territorio e sicurezza alimentare. Smantellarla significa indebolire l’Europa”. Una scelta che appare ancora più miope e pericolosa se letta nel contesto globale. “Non possiamo permetterci che l’Ue disinvesta sull’agricoltura -ha sottolineato Fini- mentre gli altri grandi attori mondiali, dagli Stati Uniti alla Cina, stanziano risorse sempre più importanti a difesa e sostegno del settore primario”.


È in questo scenario che si inseriscono anche le altre ragioni della mobilitazione, dalla richiesta di una linea europea più ferma sugli accordi commerciali, per contrastare la concorrenza sleale e garantire reciprocità nelle regole e nei controlli, fino alla necessità di una semplificazione reale che liberi le imprese agricole da burocrazia e vincoli inutili.


“Quella che arriva oggi non è una protesta di categoria, ma un richiamo politico a tutte le istituzioni Ue. La Pac non è il passato dell’Europa, è una scelta strategica per il suo futuro -ha concluso il presidente di Cia-. Senza una politica agricola forte e autonoma non c’è cibo sicuro, tutela dell’ambiente, resilienza dei territori e futuro delle comunità. Ora è il momento che Bruxelles stia dalla nostra parte e scelga davvero di essere alleata di chi produce. Noi non ci fermeremo qui: continueremo a far sentire la nostra voce, con determinazione e senza arretrare di un passo”.

Visualizza Allegato

2 In Evidenza - 17 dic 2025

Nutrire il Futuro 2.0: per la prima volta insieme Istituto Agrario e Alberghiero

Si è svolto ieri, 16 dicembre 2025, presso l’IPSEOA “G. Marchitelli” di Villa Santa Maria l’evento finale del progetto “Nutrire il Futuro 2.0”, iniziativa realizzata con il contributo della Camera di Commercio Chieti-Pescara che ha rappresentato un’importante esperienza di integrazione tra formazione, filiera agroalimentare e valorizzazione del territorio.

Un progetto innovativo che ha segnato un passaggio storico: per la prima volta due scuole strategiche per l’agroalimentare, l’Istituto Agrario e l’Istituto Alberghiero, hanno lavorato insieme in un percorso strutturato, mettendo in dialogo produzione agricola, trasformazione e cultura enogastronomica.

Protagonisti della giornata sono stati gli studenti. I ragazzi dell’Istituto Agrario “Cosimo Ridolfi” di Scerni hanno studiato, analizzato e presentato alcune eccellenze dell’agroalimentare abruzzese, tra cui Ventricina del Vastese, Peperone Dolce di Altino, Aglio Rosso di Sulmona, Zafferano dell’Aquila, Patata del Fucino e Mostocotto, approfondendone origine, filiera, tracciabilità e caratteristiche qualitative.
Le competenze acquisite hanno poi incontrato quelle degli studenti dell’Istituto Alberghiero di Villa Santa Maria che, affiancati dai docenti, hanno trasformato la ricerca in piatti, dando vita a un pranzo interattivo che ha raccontato il territorio attraverso il cibo.

L’evento è stato arricchito dalla presenza di numerose autorità e partner del progetto: Giuseppe Finamore, sindaco di Villa Santa Maria, Gianluca De Santis della Camera di Commercio Chieti-Pescara, Ettore Cianchetti Presidente dell’Associazione ISA e David Falcinelli del Mercato Contadino di Pescara, che ha moderato l’incontro e intrattenuto i ragazzi con approfondimenti e spiegazioni sui prodotti tipici.

Mettere insieme, per la prima volta, un istituto agrario e uno alberghiero significa costruire una visione completa della filiera agroalimentare, dalla terra al piatto. È un investimento sui giovani, sulle competenze e sul futuro del nostro territorio”, ha dichiarato Domenico Bomba, Presidente CIA Chieti-Pescara.

Sulla stessa linea il Direttore CIA Chieti-Pescara, Alfonso Ottaviano, che ha sottolineato il valore strategico dell’iniziativa, “Nutrire il Futuro 2.0 dimostra quanto sia fondamentale partire dalla formazione per rafforzare l’agroalimentare italiano. I ragazzi hanno lavorato su prodotti identitari, imparando che dietro ogni eccellenza c’è agricoltura, cultura, tutela e responsabilità. Inoltre”, continua, “progetti come questo sono cruciali per valorizzare le scuole delle aree interne, che spesso possono incontrare difficoltà legate a risorse e opportunità. Dare visibilità e opportunità formative a queste realtà significa investire sul futuro dei territori e dei giovani che li abitano”.

Il progetto si inserisce inoltre in un contesto più ampio: il riconoscimento UNESCO della cultura alimentare italiana, che valorizza non solo la cucina, ma l’intero sistema produttivo fatto di territori, agricoltori, tradizioni e saperi.

“Vedere i nostri studenti trasformare le eccellenze agroalimentari in piatti creativi è una soddisfazione enorme. La collaborazione con l’agrario apre nuove prospettive formative e professionali”, ha dichiarato Marilena Montaquila, Dirigente IPSEOA Alberghiero.


“I nostri ragazzi hanno avuto l’opportunità di valorizzare le produzioni del territorio, mentre collaborare con l’alberghiero ha reso l’esperienza concreta e tangibile, unendo teoria e pratica”, ha affermato Antonietta Ciffolilli, Dirigente Istituto Agrario.

“Nutrire il Futuro 2.0” conferma così il successo di un’iniziativa capace di unire scuole, filiere e istituzioni, mettendo al centro i giovani e il valore dell’agroalimentare come leva di sviluppo culturale, sociale ed economico.

Visualizza Allegato

1 In Evidenza - 10 dic 2025

La cucina italiana entra nel Patrimonio Unesco. Cia, premiati agricoltura e territori

La forza del Made in Italy agroalimentare sta nella stretta sinergia tra agricoltura e ristorazione, tra chi produce e chi trasforma. Nella collaborazione lungo la filiera, dal campo alla tavola, risiede il valore aggiunto del cibo italiano nel mondo. Così il presidente di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini, commenta con soddisfazione l’ingresso ufficiale della cucina italiana nella lista del patrimonio culturale immateriale dell’umanità dell’Unesco.


“La cucina nazionale è un insieme di pratiche sociali, riti e gestualità basate sui tanti saperi locali. Saperi e sapori -sottolinea Fini- che riflettono l’immensa biodiversità di prodotti e territori rappresentata dalla nostra agricoltura e valorizzata nelle tante ricette di agriturismi e ristoranti che raccontano cultura e tradizioni regionali. Così vaste e peculiari da rendere la cucina tricolore la più amata e ricercata anche all’estero”.


Per il presidente di Cia, il riconoscimento Unesco – frutto dell’impegno del governo e di un grande lavoro di squadra anche con le organizzazioni agricole – “rappresenta una nuova, grande opportunità per tutelare, garantire e promuovere sempre di più la cucina italiana nel mondo, a partire dai prodotti agricoli”.

Visualizza Allegato

1 In Evidenza - 05 dic 2025

Ue: Cia, accordo su Ngt svolta storica che agricoltori aspettavano da anni


“Finalmente, dopo mesi di laboriose trattative che hanno visto Cia-Agricoltori Italiani in prima fila, l’Ue ha raggiunto un accordo preliminare che permetterà di produrre piante utilizzando New Genomic Techniques (NGT) ovvero, Tecniche di Evoluzione Assistita (TEA). Noi ne abbiamo sempre sostenuto con convinzione l’importanza strategica e continueremo a vigilare per consentire che questo strumento sia accessibile per tutti gli agricoltori”. Così, il presidente di Cia, Cristiano Fini, commenta la svolta storica che consentirà al mondo agricolo di affrontare le sfide della transizione green, contrastando con efficacia le malattie delle piante e i cambiamenti climatici.

Secondo Cia, con questo accordo l’Ue non è più fanalino di coda a livello internazionale e dimostra di voler tutelare il settore agroalimentare, investendo in tecnologia per renderlo più forte e competitivo e riducendo la dipendenza dai Paesi terzi.

“I critici delle Tea hanno parlato di ‘nuovi Ogm’ ma così non è -aggiunge Fini- perché il miglioramento genetico che si ottiene con queste tecniche esclude qualsiasi trasferimento di Dna tra organismi appartenenti a specie diverse. In questo modo possiamo rispondere alle esigenze e alle difficoltà che i nostri agricoltori fronteggiano ogni giorno. Nessun passo indietro, ora, per la prossima approvazione finale da parte della plenaria di Parlamento europeo e Consiglio”.

Visualizza Allegato

1 In Evidenza - 05 dic 2025

Grano: Cia a Icqrf, prezzi borse merci sotto costi produzione. Serve monitoraggio contro pratiche sleali


Cia-Agricoltori Italiani auspica il pronto e deciso intervento dell’ICQRF – Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari, per verificare eventuali pratiche commerciali sleali che penalizzino gli agricoltori e compromettano la trasparenza del mercato cerealicolo. L’Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare (ISMEA) ha pubblicato il monitoraggio dei costi medi di produzione per la campagna 2025 del frumento duro e tenero. Dai dati emerge che le principali borse merci continuano a quotare il grano duro su livelli molto inferiori ai costi di produzione sostenuti dagli agricoltori.

Ad esempio, nelle regioni del Sud, il costo medio di produzione per il grano duro è stato rilevato da ISMEA a 318 euro a tonnellata, mentre le quotazioni della borsa merci di Foggia oscillano tra 287 e 290 euro. Situazione analoga si riscontra a Bologna, dove il costo medio di produzione è di 302,9 euro a tonnellata, ma le quotazioni si attestano tra 276 e 281 euro. Questi dati confermano una situazione di marcata criticità per il settore cerealicolo nazionale, con il rischio concreto di disimpegno da parte degli agricoltori nella prossima campagna di semina.

Alla luce delle novità normative che hanno rafforzato la disciplina contro le pratiche commerciali sleali, si ritiene urgente intensificare il monitoraggio delle borse merci, verificando eventuali violazioni che danneggiano la redditività degli agricoltori e la trasparenza dei mercati.

Visualizza Allegato
News Cia Abruzzo

1 In Evidenza - 10 set 2024

Cia Abruzzo chiede lo stato di calamità naturale per l’agricoltura colpita dalla siccità, “Serve intervento immediato”

Cia Abruzzo ha ufficialmente richiesto alla Regione Abruzzo di dichiarare lo stato di calamità naturale a causa della grave siccità che ha colpito il territorio nel corso dell'anno. L'appello è stato inoltrato al Presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, al Presidente del Consiglio Regionale, Lorenzo Sospiri, e all'Assessore all'Agricoltura, Emanuele Imprudente.

La siccità prolungata, unita a temperature eccezionalmente elevate, ha avuto effetti devastanti sulle colture agricole. I danni stimati includono una riduzione delle produzioni agricole di circa il 50%, con conseguenze negative non solo per gli agricoltori, ma per l'intera filiera agroalimentare. I settori più colpiti comprendono cereali, ortaggi, frutteti, vigneti e uliveti, con una significativa perdita di reddito per molte aziende e un rischio crescente di desertificazione in alcune aree della regione.

Oltre alla perdita delle colture, gli agricoltori hanno affrontato un forte aumento dei costi di produzione con un ulteriore aggravio economico. La situazione ha anche compromesso la biodiversità del territorio, mettendo in pericolo numerose specie vegetali e animali.

"La siccità del 2024 è una delle peggiori degli ultimi decenni e ha colpito duramente le nostre aziende agricole, mettendo a rischio la sostenibilità economica e ambientale dell'intero comparto”, ha dichiarato il Presidente Cia regionale, Nicola Sichetti, “Chiediamo alla Regione e al Governo di intervenire immediatamente, non solo con aiuti straordinari, ma anche con piani a lungo termine per fronteggiare queste emergenze climatiche sempre più frequenti. L'agricoltura abruzzese ha bisogno di soluzioni concrete per garantire il suo futuro”.

Le richieste della Confederazione sono la dichiarazione dello stato di calamità naturale da parte del Governo, misure di sostegno per le aziende agricole danneggiate, quali indennizzi, moratorie sui mutui e accesso a credito agevolato, progetti strutturali per una gestione sostenibile delle risorse idriche, come la realizzazione di nuovi invasi e sistemi di irrigazione efficienti e sostegno alla ricerca di colture resistenti alla siccità e pratiche agricole innovative.

"Se non si interviene con urgenza, molte aziende agricole saranno costrette a chiudere, con conseguenze disastrose per l'intera comunità," conclude Sichetti, "È necessario che le istituzioni e gli enti preposti ascoltino le nostre richieste e agiscano prontamente per trovare una soluzione che permetta di salvaguardare il futuro dell'agricoltura nella nostra regione”.


Visualizza Allegato





1 In Evidenza - 05 set 2024

Bonus assunzioni del Decreto Coesione: come funziona e a chi spetta

Dal 1° settembre 2024 sono attive le agevolazioni previste dal Decreto Coesione, che mirano a incentivare l’occupazione giovanile, femminile e nelle Zone Economiche Speciali (ZES) del Mezzogiorno. Questi incentivi, convertiti in legge a luglio, saranno validi fino al 31 dicembre 2025 e prevedono esoneri contributivi e bonus significativi per chi assume personale a tempo indeterminato.

 

Bonus assunzioni per giovani under 35

 

I datori di lavoro privati che assumono giovani con meno di 35 anni potranno beneficiare di uno sconto contributivo fino a 500 euro al mese per 24 mesi. Questa agevolazione si applica esclusivamente a contratti di lavoro subordinato a tempo indeterminato e non riguarda il lavoro domestico né l'apprendistato. Per accedere al beneficio, i giovani assunti non devono avere avuto precedenti occupazioni.

 

Agevolazioni per le aziende nelle ZES

 

Per le imprese situate nelle Zone Economiche Speciali del Sud Italia (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia e Sardegna), il bonus assunzioni può arrivare fino a 650 euro mensili per ogni nuovo dipendente. L'azienda deve però rispettare alcuni requisiti, tra cui non aver effettuato licenziamenti nei sei mesi precedenti e impegnarsi a non licenziare nei sei mesi successivi. Questo incentivo si rivolge alle imprese con almeno 10 dipendenti.

 

Incentivi per l’assunzione di donne svantaggiate

 

Il Bonus donne svantaggiate prevede un esonero contributivo del 100% per i datori di lavoro che assumono donne disoccupate da almeno 24 mesi. Nelle ZES, il periodo di disoccupazione richiesto è ridotto a 6 mesi. Anche in questo caso, l’agevolazione esclude il lavoro domestico e l'apprendistato.

 

Un'opportunità per il Sud

 

L’obiettivo del Decreto Coesione è stimolare l’occupazione nelle aree del Mezzogiorno e sostenere le categorie più fragili del mercato del lavoro, come giovani e donne. Le imprese interessate possono fare domanda fino al 31 dicembre 2024 per usufruire di queste misure, che offrono uno strumento importante per favorire la ripresa economica e l’inclusione lavorativa.

Visualizza Allegato





1 In Evidenza - 05 set 2024

Agricat: Cia, bene rivedere pratiche. Dichiarazioni stampa su aziende erano corrette

L'apertura del tavolo permanente avviato dal Fondo Agricat, presso Ismea, rappresenta un'importante apertura al confronto per fare definitiva chiarezza sui ritardi e i numerosi rigetti delle domande di indennizzo per le alluvioni del 2023 e le gelate tardive. Dunque, bene l’intenzione di rivedere le pratiche e l’intervento, in tal senso, del ministro Lollobrigida affinché si procedesse alla verifica dei dati. Cia-Agricoltori Italiani commenta così l’esito del primo incontro di ieri con Agricat, Agea e i coordinamenti dei CAA, ribadendo l’esattezza delle dichiarazioni uscite nei giorni scorsi sulla stampa e confermando puntuale presenza alle riunioni del tavolo per superare insieme ogni criticità.

È sempre più urgente -ricorda Cia- supportare la ripresa delle aziende danneggiate dagli eventi estremi dello scorso anno, in particolar modo in Emilia-Romagna cuore pulsante dell'ortofrutta nazionale, dopo anni già pesanti per l’acuirsi dell'emergenza climatica e della crisi economica.

Significativi, dunque -per Cia- i primi risultati ottenuti, dalla sospensione dei termini del procedimento amministrativo relativi alle Pec di agosto alla proroga per la presentazione delle domande 2024. Così come l’attenzione alla necessità di innovare celermente il sistema gestionale per mettere tutti gli attori coinvolti nelle condizioni di comprendere, con interventi formativi ad hoc, il processo di rilevamento dei dati e di assegnazione degli indennizzi. 

Il tavolo permanente -conclude Cia- sia fattivamente una leva strategica per l’evoluzione sostanziale del fondo mutualistico e, soprattutto, agevoli in tempi strettissimi il pagamento immediato di tutte le aziende già liquidabili, così come annunciato ieri. Infine, si arrivi alla stipula di una convenzione Agricat-CAA. Sarà cruciale a questo punto evitare insieme il rischio, anche minimo, di ulteriori problemi a carico di un comparto già pesantemente in difficoltà. Cia garantisce in tal senso massima collaborazione

Visualizza Allegato





1 In Evidenza - 20 ago 2024

Cia Abruzzo: "Necessario ristabilire l'equilibrio tra agricoltura e ambiente"

In seguito alle recenti notizie riguardanti l'abbattimento di cervi nella regione, Cia Abruzzo esprime il proprio parere in merito, sottolineando l'importanza di ristabilire un equilibrio sostenibile tra le attività agricole e la conservazione dell'ambiente.

"Comprendiamo l'urgenza di adottare misure che garantiscano la tutela delle colture agricole, spesso messe a rischio dalla crescente popolazione di cervi e altri ungulati”, dichiara il presidente della Confederazione, Nicola Sichetti, “È fondamentale trovare un bilanciamento tra la necessità di proteggere il lavoro dei nostri agricoltori e quella di preservare la fauna selvatica. Tuttavia, non entriamo nel merito dei metodi utilizzati nel provvedimento, ma ribadiamo la nostra priorità di mantenere un equilibrio sostenibile tra agricoltura e ambiente."

“Restiamo a disposizione per collaborare con le autorità competenti al fine di individuare soluzioni che siano al tempo stesso efficaci e rispettose dell'ecosistema regionale”, conclude Sichetti.


Visualizza Allegato





1 In Evidenza - 02 ago 2024

Danni da peronospora, Cia Abruzzo: “Fondi ministeriali inadeguati”

Cia Abruzzo esprime profondo rammarico riguardo all'allocazione dei fondi destinati all'Abruzzo per far fronte ai danni causati dalla peronospora ai vigneti nel corso del 2023, previsti dal Decreto del Ministero dell'Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste (MIPAF).

“Nonostante il Ministero abbia stanziato complessivamente 47 milioni di euro attraverso il Fondo di Solidarietà Nazionale, di cui 7 milioni già disponibili e 40 milioni ancora senza copertura finanziaria, siamo dispiaciuti di constatare che all'Abruzzo siano stati assegnati esclusivamente poco più di 6 milioni di euro complessivamente, a fronte di un danno totale di € 155.691.921,39 subito dalle 5.459 aziende che hanno fatto domanda”, dichiara il Presidente Nicola Sichetti. “Il danno complessivamente subito dalla nostra regione rappresenta una cifra considerevole che richiede un sostegno adeguato per le nostre aziende vitivinicole. La somma di circa 6 milioni di euro, di cui già trasferito in Agea solo per € 933.526,61, risulta chiaramente insufficiente per far fronte a questa situazione”.

"Chiediamo al Ministero di procedere immediatamente con gli anticipi dei ristori per le cifre già stanziate, in modo da consentire alle aziende vitivinicole dell'Abruzzo di far fronte al mancato reddito e alle conseguenze della peronospora. È inoltre fondamentale che il Ministero si adoperi per incrementare il finanziamento, garantendo ristori adeguati all'ammontare dei danni subiti. La nostra produzione vinicola è un patrimonio prezioso che va preservato, e i nostri agricoltori, duramente colpiti da questa fitopatia, devono ricevere il sostegno necessario”, conclude Sichetti, “Confidiamo nelle istituzioni per un impegno concreto a favore del settore vitivinicolo abruzzese, auspicando velocità nel pagamento dei ristori e un incremento adeguato del capitolo di spesa."


Visualizza Allegato





1 Eventi - 02 ago 2024

Autonomia differenziata: Cia, referendum occasione importante per i cittadini

Il referendum sull’Autonomia differenziata è un’occasione importante per tutti i cittadini e le 500mila firme, già raccolte in favore, sono una buona notizia per la democrazia del nostro Paese. Così Cia-Agricoltori Italiani auspicando si preservi il rispetto della partecipazione per il raggiungimento del quorum, sia in termini di scelta di campo.

Se la Corte costituzionale ammetterà il quesito -chiosa Cia- nel 2025 potrà svolgersi, infatti, una campagna referendaria oltremodo necessaria alla promozione di una più corretta e completa informazione su una questione estremamente delicata e strategica per l’assetto futuro dell’Italia intera. La legge approvata, infatti, concede alle Regioni maggiori poteri su ambiti già critici per il Paese, come la sanità, l’istruzione e i trasporti, andando ulteriormente a colpire le aree interne e rurali della penisola che su questi fronti, come più volte sottolineato da Cia, sono già enormemente penalizzate.

Dai piccoli borghi e dalle campagne d’Italia partirà, per questo, l’impegno di Cia al fianco degli associati e dei cittadini, con incontri e iniziative di approfondimento su aspetti e risvolti della legge Calderoli e sul ruolo del referendum abrogativo.


Visualizza Allegato